Consiglio provinciale sui punti nascita
Mercoledì si prenderà posizione sul decreto assessoriale con cui si sopprimono i reparti di Mistretta, Barcellona Pozzo di Gotto e Lipari
Il Consiglio provinciale mercoledì prossimo discuterà sull'ordine del giorno riguardante la soppressione dei punti nascita di Mistretta, Barcellona e Lipari
Redazione Messina oggi
02/04/2012
E’ fissato per mercoledì prossimo, 4 aprile, alle 11,30, il Consiglio provinciale convocato dal presidente Salvino Fiore in seduta pubblica straordinaria, sul mantenimento dei punti nascita degli Ospedali di Lipari, Mistretta e Barcellona Pozzo di Gotto.
La Provincia regionale di Messina, discutendo l’ordine del giorno presentato dai consiglieri provinciali Massimiliano Branca (Pdl) ed Matteo Francilia (Udc), è chiamata, così, a dare un segnale forte sul decreto dell' assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale lo scorso 5 gennaio e già trasmesso alla dirigenza dell’Asp 5. Nell’ambito del piano di rientro e, quindi, nella prospettiva di un taglio alla spesa, è prevista, infatti, la soppressione dei punti nascita di Mistretta e Lipari perché, con i loro rispettivi 100 parti all’anno, non raggiungono la soglia fissata di 500. Barcellona, invece, paga la vicinanza con Milazzo, cui sarà accorpato il reparto.
Una razionalizzazione la cui logica, secondo quanto sostengono residenti e amministratori dei comuni interessati, non terrebbe conto delle particolari condizioni del territorio della provincia messinese.
I sei punti nascita che vengono mantenuti sono: due di secondo livello, ed entrambi a Messina – Azienda Papardo-Piemonte e Policlinico -; quattro di primo livello, Taormina, Milazzo, Patti e Sant’Agata Militello.
A Lipari rimane garantita la sola assistenza pre-parto. Proprio le Isole Eolie rappresentano un caso a sé stante: si tratterebbe anche di una rinuncia da parte degli abitanti, della loro caratteristica insularità, dovendo subire disagevoli spostamenti per far nascere i loro figli.
Soltanto un mese fa, il caso del feto nato morto, aveva riproposto il problema, anche da parte del presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, circa l’inadeguatezza dei piccoli punti nascita. In quel caso, una donna all’ottavo mese di gravidanza, a causa di una sofferenza del bambino, era stata trasportata dall’Ospedale di Lipari al Papardo, senza poter, però, salvare la vita al piccolo. La magistratura dovrà chiarire se si sia trattato di errore, ma resta il nodo cruciale sul bisogno di un’assistenza garantita a puerpere e nascituri e magari non a 75 kilometri di distanza.
La Provincia regionale di Messina, discutendo l’ordine del giorno presentato dai consiglieri provinciali Massimiliano Branca (Pdl) ed Matteo Francilia (Udc), è chiamata, così, a dare un segnale forte sul decreto dell' assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale lo scorso 5 gennaio e già trasmesso alla dirigenza dell’Asp 5. Nell’ambito del piano di rientro e, quindi, nella prospettiva di un taglio alla spesa, è prevista, infatti, la soppressione dei punti nascita di Mistretta e Lipari perché, con i loro rispettivi 100 parti all’anno, non raggiungono la soglia fissata di 500. Barcellona, invece, paga la vicinanza con Milazzo, cui sarà accorpato il reparto.
Una razionalizzazione la cui logica, secondo quanto sostengono residenti e amministratori dei comuni interessati, non terrebbe conto delle particolari condizioni del territorio della provincia messinese.
I sei punti nascita che vengono mantenuti sono: due di secondo livello, ed entrambi a Messina – Azienda Papardo-Piemonte e Policlinico -; quattro di primo livello, Taormina, Milazzo, Patti e Sant’Agata Militello.
A Lipari rimane garantita la sola assistenza pre-parto. Proprio le Isole Eolie rappresentano un caso a sé stante: si tratterebbe anche di una rinuncia da parte degli abitanti, della loro caratteristica insularità, dovendo subire disagevoli spostamenti per far nascere i loro figli.
Soltanto un mese fa, il caso del feto nato morto, aveva riproposto il problema, anche da parte del presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, circa l’inadeguatezza dei piccoli punti nascita. In quel caso, una donna all’ottavo mese di gravidanza, a causa di una sofferenza del bambino, era stata trasportata dall’Ospedale di Lipari al Papardo, senza poter, però, salvare la vita al piccolo. La magistratura dovrà chiarire se si sia trattato di errore, ma resta il nodo cruciale sul bisogno di un’assistenza garantita a puerpere e nascituri e magari non a 75 kilometri di distanza.