MANOVRA FINANZIARIA
Secondo il sindacato, in provincia di Messina sono oltre un centinaio i dipendenti colpiti dal provvedimento del Governo Monti
Martedì, 3 gennaio, 2012
La
nuova manovra finanziaria approvata dal Governo ha varato un nuovo
sistema pensionistico, che la Cisl Slp considera “fortemente
penalizzante per i lavoratori postali”. Tutto ciò avrà una conseguenza
per i lavoratori che si vedono costretti a permanere in servizio con
gravi difficoltà. “Ci chiediamo, ad esempio - afferma Giuseppe
Lanzafame, segretario Cisl Slp Sicilia - come si pensa di condurre un
motomezzo(portalettere) o partecipare attivamente alle continue
trasformazioni nel mercato finanziario (operatori sportello, consulenti o
direttori) fino a 67anni?”.A subire conseguenze drammatiche circa
1000 dipendenti di Poste Italiane in Sicilia perché si ritrovano nella
tragedia, a seguito di dimissioni volontarie dal servizio per accordi
“ad personam” con l’Azienda, su esodi incentivati. In provincia di
Messina sono oltre un centinaio i dipendenti colpiti dal provvedimento
del Governo Monti. “Sono lavoratori –spiega Gisella Schillaci,
segretario provinciale della Slp Cisl Poste di Messina - che rischiano
di finire in una situazione di indigenza. Una situazione che riguarda
indistintamente tutta la provincia, da Giardini Naxos aTusa. La maggior
parte dei colleghi che ha aderito all’accordo con l’azienda era
monoreddito quindi rischiano, scaduta la copertura dell’intesa, di
rimanere privi di reddito per tre, quattro anni. Una situazione caduta
all’improvviso dall’ alto per la quale Poste Italiane e il Governo
devono provvedere a una soluzione. La Slp Cisl si è già attivata a tutti
i livelli per evidenziare il grave problema sociale che ne potrebbe
scaturire”. In definitiva, tutta una serie di condizioni chenon
corrispondono più alle attese certe, di tutti quei lavoratori che hanno
aderito all’esodo volontario, senza supporti di ammortizzatori sociali.
Altri(circa 800), invece, hanno invece aderito a un’intesa tra azienda e
lavoratore, che prevedeva una sorta di scambio, dopo colloquio, tra le
dimissioni del lavoratore e l’assunzione del figlio a “part-time”, con
700 euro mensili. Anche in quest’occasione, i lavoratori aderenti al
progetto si sono dimessi volontariamente dal servizio avendo riferimento
la vecchia legge. Con la modifica sono stati sconvolti e sovvertiti
tutte quelle apparenti sicurezze che l’Azienda stessa, nelle varie fasi
di trattativa, aveva esposto e presentate per assodate e consolidate ai
lavoratori e rivelatesi adesso ingannevoli e per molti versi drammatici,
molti ex lavoratori percepiranno la pensione con pochi anni di
contributi versati, ma con finestre rimandate addirittura a 5, 6,
7,anni. “In Sicilia – continua Lanzafame – oggi ci ritroviamo con
ex-lavoratori che, di fatto, sono rimasti senza occupazione e senza
alcun reddito, abbandonati al proprio destino, collocati in una
posizione sociale e presunta lavorativa inesistente e senza precedenti.
Migliaia di famiglie che per un infinito periodo non troveranno mezzi
sufficienti di sostentamento, lasciati per strada da un’Azienda che
ancora sbandiera utili e ricchezze ;migliaia di lavoratori che dopo
decenni di lavoro dipendente si ritrovano allo sbando, con le tasche
vuote, senza futuro, senza occupazione e senza tutele”.