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Calcio e dintorni : Città di Chieti


Home Città di Chieti -Fonte Ufficio Stampa Calcio Chieti 
Chieti è un comune italiano di 53.795 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia dell'Abruzzo e già capoluogo dell'Abruzzo Citeriore. Gli abitanti di Chieti si chiamano teatini dall'antico nome latino e greco della città, Theate.
Chieti si trova nella parte centro-orientale dell'Abruzzo, a 330 metri sul livello del mare, su un colle che divide le acque del bacino del fiume Pescara (a nord) da quelle del fiume Alento (a sud).
La città gode di una favorevole posizione geografica, sia perché vicina alla riviera adriatica ed alle masse montuose della Majella e del Gran Sasso in una varietà di panorami unici per ricchezza e varietà di paesaggi, sia perché vicina alle principali reti di trasporto del versante adriatico del Centro Italia (autostrade A14 ed A25, tratte ferroviarie adriatica ed appenninica, Aeroporto d'Abruzzo che dista soli 12 km dal centro storico).
La città è suddivisa in due nuclei, Chieti Alta e Chieti Scalo. Chieti Alta è il nucleo più antico della città. Situato sul colle, ospita tantissimi resti ed edifici storici che raccontano i molti secoli di vita del capoluogo teatino. Chieti Scalo è invece la parte nuova e maggiormente commerciale della città. Adagiata nella vallata a nord della collina ed estesa fino all'argine destro del fiume Pescara, si è sviluppata seguendo prevalentemente le impronte dell'antica Via Tiburtina Valeria (che nel territorio del capoluogo viene ridenominata e suddivisa in Viale Abruzzo, Viale Benedetto Croce e Viale Unità d'Italia) e della ferrovia che la attraversa. Chieti Scalo è popolata anche da numerosi studenti universitari che frequentano la sede teatina del Campus dell'Università Gabriele d'Annunzio.
LA STORIA: Chieti è fra le più antiche città d'Italia. Le sue origini storiche si confondono con la mitologia; si narra infatti che fu fondata nel 1.181 a.C. dall'eroe Achille, che la chiamò Teate in onore di sua madre. L'eroe è rappresentato nello stemma del Comune su di un cavallo rampante, mentre regge una lancia ed uno scudo su cui è raffigurata una croce bianca su campo rosso con quattro chiavi, che rappresentano le quattro porte d'ingresso della Chieti medievale (Porta S. Anna, Porta S. Maria, Porta Napoli e Porta Pescara). Altre leggende sulle origini di Chieti narrano che venne fondata dai Pelasgi in onore della ninfa Teti (in greco Thètis, Θετις). Secondo gli 
scritti del Nicolino, invece, fu fondata da Ettore nel 
1247 a.C., ben 494 anni prima della nascita di Roma. E ancora, secondo lo storico greco Strabone la città fu fondata dagli Arcadi e inizialmente denominata Tegeate (in greco Θηγεατη). Quel che è certo è che Chieti, l'antica Teate Marrucinorum, fu la capitale del bellicoso popolo dei Marrucini, che si distinsero per i duri combattimenti contro Roma conclusi nel 304 a.C. con un trattato di pace; da quel momento i Marrucini divennero fedeli alleati dei Romani, offrendo loro appoggio militare in numerose ed importanti battaglie (contro Pirro, contro i Galli Cisalpini, contro Perseo di Macedonia, contro Annibale ed Asdrubale). Partecipò alla guerra sociale,dove perse la vita, il condottiero marrucino Herius Asinius Herio Asinio. Nel 91 a.C. Chieti entrò definitivamente nell'orbita romana: fu eretta a Municipio e divenne il principale centro economico della regione arrivando a contare oltre 60.000 abitanti, una popolazione considerevolmente elevata per l'epoca. A seguito del crollo dell'Impero Romano, Chieti fu distrutta dalle ondate barbariche di Visigoti ed Eruli, ma tornò ad avere un ruolo predominante sotto la dominazione dei Longobardi che la fecero Gastaldato di dominio regio, finché non fu distrutta da Pipino e rimase per due secoli alle dipendenze del Ducato di Benevento. In seguito, sotto il controllo dei Conti Normanni, la città tornò a conoscere popolosità e dinamismo e continuò a far valere il proprio ruolo di preminenza anche sotto la dominazione sveva. Con gli Angioini e soprattutto con gli Aragonesi, conobbe un ulteriore periodo di grande sviluppo e fu posta a capo di tutti gli Abruzzi con diritto di battere moneta propria. La titulatio di Città Regia e capoluogo degli Abruzzi, concessa nel 1443 da Re Alfonso V d'Aragona, appare ancora sullo stemma della Città, e recita: Theate Regia Metropolis utriusque Aprutinae Provinciae Princeps (Chieti città regia e capoluogo di entrambe e province degli Abruzzi). Nel Seicento assunse la conformazione urbanistica che fondamentalmente ancora oggi la contraddistingue e che fu favorita dal potere ecclesiastico che in epoca di Controriforma si prodigò nella costruzione di imponenti edifici, tra cui il Palazzo del Seminario Diocesano, che si aggiunsero ad altre importanti opere erette principalmente il secolo prima (Torre Arcivescovile, ammodernamento della Cattedrale di San Giustino). Nel 1656, a seguito di una grave epidemia di peste, la città vide ridurre drasticamente i cittadini eletti del Parlamento teatino, i quali avevano il compito di eleggere il Camerlengo e i Magistrati, che erano i principali addetti alla pubblica amministrazione. Nella seconda metà del XVIII secolo tornò a svilupparsi un certo dinamismo, soprattutto culturale, che portò all'istituzione di scuole ed accademie (in questo periodo lo storico e poeta Federico Valignani fonda la nota Colonia Tegea) con conseguente incremento dello sviluppo del patrimonio artistico. Nell'Ottocento ebbe inizio l'occupazione francese, nonostante il popolo teatino fosse stato tra quelli che più ardentemente avevano espresso posizioni antifrancesi; nel 1806 i francesi costituiscono la città in piazzaforte, arricchendola di nuove strutture amministrative. Nel periodo risorgimentale molti teatini si distinsero per il loro contributo alla lotta per l'unificazione e molti di essi pagarono col carcere e la persecuzione, ma infine, nel 1860, la città accolse in modo trionfale il re Vittorio Emanuele II proclamando la sua annessione al Regno d'Italia. Nel corso della seconda guerra mondiale Chieti, insieme ad altre città come Parigi, Roma, Firenze e Belgrado, fu dichiarata città aperta, grazie soprattutto alle richieste dell'Arcivescovo della Arcidiocesi di Chieti-Vasto Monsignor Giuseppe Venturi.
In epoca storica recente la città di Chieti si è distinta per la notevole evoluzione urbana che si è compiuta soprattutto nella zona dello Scalo, il cui sviluppo industriale è stato ed è molto fiorente. Ciò nonostante l'incremento economico della città ha ancora ulteriori e notevoli margini di miglioramento in attesa di trovare sviluppo tramite politiche più dinamiche e moderne.
MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE: la via principale della città è il Corso Marrucino, che va da piazza Trento e Trieste (comunemente conosciuta anche come piazza Trinità), costeggia piazza Gian Battista Vico, attraversa piazza Gian Gabriele Valignani e termina su Via Arniense, nel cuore del centro storico del capoluogo teatino. Il palazzo del Municipio si trova in piazza San Giustino (un tempo intitolata a Vittorio Emanuele II), mentre il palazzo della Provincia si trova lungo Corso Marrucino. Attualmente la sede municipale è situata su Corso Marrucino nei pressi di piazza Valignani, all'interno dell'ex sede della Banca d'Italia - chiusa nel 2009: la nuova sistemazione si è resa necessaria in seguito ai danni riportati dalla sede storica municipale, in piazza San Giustino, per il sisma aquilano del 6 aprile 2009.
EVENTI: tra le manifestazioni cittadine un posto di primissimo piano spetta senz'altro alla suggestiva ed antichissima Processione del Venerdì Santo di Chieti, che si svolge ogni anno nel Venerdì Santo. Tale tradizione ha mantenuto nel tempo, sin dalle sue antichissime origini (per alcuni risalenti all'842 collocandosi così come la più antica d'Italia), grande solennità rituale ed intenso fervore spirituale, divenendo nel corso dei secoli una delle più significative espressioni religiose della Pasqua italiana. Da notizie storiche documentate la sua origine viene fatta risalire, nella forma attuale, al secolo XVI, contestualmente alla fondazione dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, avvenuta sul modello della omonima "Confraternita dell'Orazione e Morte di Roma", a cui per un certo periodo il sodalizio teatino è stato aggregato, prima della sua formale istituzione avvenuta il 1603; l'autorità religiosa dell'epoca concesse, come sede, l'attuale Cappella annessa alla cripta di San Giustino, nella cattedrale, rimasta ancora oggi sede dell'Arciconfraternita.
 

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