“Nei secoli fedeli”, inaugurata lo scorso aprile si conclude oggi 8 maggio 2017 la mostra sull'arma dei Carabinieri a Palazzo D’Amico
“Nei secoli fedeli”, inaugurata lo scorso aprile si conclude oggi 8 maggio 2017 la mostra sull'arma dei Carabinieri a Palazzo D’Amico
Bilancio positivo della mostra sull’Arma dei Carabinieri “Nei secoli fedeli”, che oggi chiude i battenti.
Un’interessante proposta storico-culturale in occasione del 202esimo anno di servizio della Benemerita alla Patria.
Tanti i visitatori che hanno potuto ammirare le varie divise storiche dell’Arma dei Carabinieri in uso tra il 1814 e il 2000.
Realizzata negli spazi di Palazzo D’Amico dalla locale sezione dell'Associazione Nazionale Carabinieri presieduta dal Luogotenente Rosario Mastrolembo Ventura, con il patrocinio dell'amministrazione comunale di Milazzo e gli sponsor: la compagnia navale Ustica Lines e la Tipografia Lombardo è rimasta aperta dallo scorso venerdì 8 Aprile 2017 a tutto l'8 maggio 2017 presso la sede della Biblioteca comunale.
E' stato un lungo percorso che ha guidato i visitatori alla scoperta delle divise storiche, ed apprezzato oltre cento stampe raffiguranti i Carabinieri abbigliati secondo le diverse epoche. Accanto alla celebrazione dell’Arma ha spazio un corner dedicato alla Prima Guerra Mondiale, di cui ricorre fino al 2018 il centenario: per l’occasione infatti, oltre ad esporre la divisa dei Carabinieri in dotazione al corpo armato durante la grande guerra – per gentile prestito del Museo del Costume di Mirto - consultabile il volume del 1925 "Albo d'oro dei milazzesi morti per la patria" redatto dal tenente colonnello Francesco Del Buono dedicato ai caduti milazzesi durante la prima guerra mondiale.
Nell’allestimento della mostra, a ingresso libero, importante il contributo ideativo e d’allestimento è giunto dai docenti e dagli studenti del Liceo Artistico “R. Guttuso” di Milazzo che, con la dirigente Delfina Guidaldi, hanno prestato e condiviso le loro competenze tecniche e di studio.
“Nei secoli fedele”, insieme alle celebrazioni per la festa di San Francesco da Paola, rientra tra le proposte culturali che Milazzo, per iniziativa dell’Assessorato ai Beni Culturali, ha proposto per la settimana della cultura dell’area metropolitana prevista, per la prima volta su così larga scala.
Foto Prof Mento
Note:
Subito dopo la fondazione del Corpo dei Carabinieri Reali (13 luglio 1814), le prime norme relative all'uniforme consistettero nelle Determinazioni sovrane del 9 agosto successivo, che si componevano di 9 articoli, tra i quali solamente il quarto trattava della divisa, limitandosi a stabilire che essa doveva essere costituita da un "vestito, o giustacorpo, curto, tutto bottonato di panno turchino, colletto e paramani bleu celesti e della forma e taglio esatto giusta il qui unito modello".
Il modello che andava allegato al testo risaliva alla metà del giugno antecedente, ma tardò ad essere approvato dal sovrano, che aveva avocato a se ogni decisione riguardante il Corpo dei Carabinieri da lui istituito.
Solo i dall'8 novembre dello stesso anno vennero sviluppate le prescrizioni per la prima divisa dei Carabinieri, che pur essendo di panno, colore e foggia analoghi a quelli "di tutti gli individui delle regie truppe" riceverà poi le varianti relative al privilegio accordato dal sovrano al Corpo dei Carabinieri: colore celeste del colletto e dei paramani, fodera rossa della giubba, bottoni in argento bombati e alamari a fiocchi, i quali erano posti uno per lato nel colletto, con i fiocchi verso l'esterno e tre per tasca, situati sull'orlo superiore e con i fiocchi verso l'interno.
Per la foggia del giustacorpo (v.) o giubba venne stabilito: "L'abito sarà di panno color turchino, tagliato in modo che si adatti al corpo: sarà interamente abbottonato sul davanti sino alla cintura con nove grossi bottoni e sarà assai comodo sul petto per non impedire il respiro e lasciare la libertà d'aprire le spalle. Il colletto sarà montante, alto non meno di un'oncia e mezzo e non più di due [cioè dai 7 ai 9 cm]. Aperto sotto il mento in modo che lasci vedere la cravatta. Le maniche saranno comode assai per non impedire il movimento del braccio, lunghe in modo che oltrepassino di poco la giuntura della mano
ed aperte per la lunghezza d'oncie quattro, abbottonate con cinque piccoli bottoni dei quali tre sul braccio e due sul paramano il quale sarà alto non più di oncie due e non meno di oncie uno e mezzo. I due bottoni che determinano la lunghezza del taglio [quella che in termine d'abbigliamento si chiama "vita"] saranno alla precisa altezza del vuoto dei fianchi, distanti non meno di due oncie e non più di due oncie e mezzo l'uno dall'altro. Le scarselle [tasche] saranno sulla linea dell'ultimo bottone davanti a quelli del fine del taglio, chiuse da tre grossi bottoni. La lunghezza delle falde sarà determinata da quella della cucitura, che dal bottone del finimento del taglio sale ad incontrare la cucitura della manica e sarà tale per tutta la fanteria d'ordinanza provinciale, l'artiglieria compresa. Le falde saranno cavalcate di mezz'oncia sul suo principio e discenderanno unite: avranno due risvolti ciascuna, interamente cuciti e fissi, uniti in fondo da un grosso bottone. Sotto l'ultimo bottone davanti deve l'abito aprirsi senza scarto ad angolo positivo e secondare soltanto la curva leggera, che naturalmente deve avere per potersi adattare al corpo e quest'apertura sarà aumentata dal rovescio delle falde, che quantunque finto e fisso, dovrà figurare il rovescio naturale".