Francesca Barra , nata a Policoro sceneggiatrice e autrice. Lavora in televisione per La7, Sky, Rai e Mediaset. Attualmente è accanto a Piero Chiambretti in Matrix su Canale 5. Ha condotto su Radio1 Rai La bellezza contro le mafie, ha collaborato con «Sette» e «l'Unità».
Ha pubblicato per Rizzoli "Il quarto comandamento, Giovanni Falcone un eroe solo", per Garzanti, "Verrà il vento e ti parlerà di me" e " Il mare nasconde le stelle".
Francesca Barra, gradita ospite della nostra Città, è anche autrice del libro:"Tutta la vita in un sol giorno"edizione 2014
Presentato anche nella riuscita edizione "Incontri sotto le stelle estate 2014" promossa dell 'Associazione Teseo Associazione Culturale Milazzo presso il Chiostro di S.Papino.
In "Tutta la vita in un giorno", Francesca Barra, nata e cresciuta in Basilicata, a Policoro, un paese sulla costa Jonica, racconta una Italia, Paese nascosto ai più, quel Paese che spesso le telecamere non vedono o non vogliono vedere. immergersi in realtà che sembrano sempre essere distanti da noi.
L'autrice scava in maniera silenziosa e armoniosa tra le righe della società, è una donna e applica la sua femminilità, ad un prisma di analisi mai semplicistico Non è facile raccontare storie vere, di dolore così profondo.
In "L’estate più bella della nostra vita",
pubblicato il 18 aprile 2017, ha raggiunto le prime posizioni della classifica Bestseller IBS Libri – Narrativa Italiana.
Francesca Barra torna alle atmosfere che l’hanno fatta amare dai lettori: la Basilicata e i legami familiari. Come dicevamo ,dopo il grande successo di Verrà il vento e ti parlerà di me e Il mare nasconde le stelle, un nuovo attesissimo romanzo indimenticabile. La storia di amori e amicizie che permettono agli adolescenti di diventare adulti felici. La storia di tre sorelle e la difficoltà di un unione così forte e innata. La storia di un’estate che ha perso il suo velo di nostalgia per diventare quel momento in cui ogni cosa torna al suo giusto posto.
Ci sono momenti della vita che restano nel cuore per sempre
La terra, quaggiù, sa di liquirizia selvatica.
È l’unico ricordo che hanno Lorenzo e Giulia della Basilicata. Quella terra incastrata fra la salsedine di due mari. Fra i calanchi che sembrano disegnati con il gesso.
Quando hanno visitato per la prima volta la regione dove sono cresciuti i loro genitori, avevano quell’età in cui ogni luogo somiglia a un altro. E fra i cinque sensi,l’unico che matura senza invecchiare o progredire è l’olfatto. Nelle narici è rimasto annidato quel profumo. Emanava dalla valle umida, dai negozi, dalle case.
L’estate è la stagione della libertà, dei sorrisi e del profumo di salsedine. Ma per Giulia e Lorenzo quest’anno tutto è diverso. Sono costretti a trascorrere due lunghi mesi in Basilicata, la terra d’origine della madre. Una terra lontanissima da loro, cresciuti al Nord. Una terra di cui non hanno ricordi, perché da quando erano piccolissimi non ci sono più tornati. Una terra dove c’è una famiglia di cui non sanno nulla. I due ragazzi preferirebbero essere da qualsiasi altra parte invece che con quei nonni così all’antica, quelle zie troppo amorevoli, quei cugini che pur essendo coetanei sembrano distanti anni luce da loro. Eppure giorno dopo giorno scoprono la magia di un posto dove sembra che il tempo si sia fermato. Dove lo stare a tavola insieme vuol dire prendersi cura l’uno dell’altro. Dove l’amicizia è un valore importante. Ma anche lì, in quei luoghi che profumano di liquirizia selvatica, ci sono dolori che non si ha il coraggio di portare in superficie. Ci sono segreti che raccontano di un amore che ha diviso una famiglia. Che ha diviso tre sorelle per troppo tempo.
Ora Lorenzo e Giulia sono pronti a rompere quell’equilibrio di bugie e segreti, sono pronti a farle riavvicinare. Perché non esiste mai una sola verità. Perché dopo mille estati malinconiche arriva sempre un’estate in cui si diventa adulti per davvero. Un’estate in cui si riavvolge il filo di ciò che si credeva perduto per sempre in silenzi e malintesi. Un’estate in cui ci si innamora, in cui i ricordi non fanno più male. L’estate più bella della propria vita.
Crescere in un piccolo paese era come tendere costantemente il filo del gioco del telefono. Tutto si amplificava, si deformava, si comprometteva di parola in parola. Un ciao diventava un impegno. Un arrivederci, un addio. Un bacio, una promessa d’amore eterno.
E in men che non si dica, diventava legge solo l’ultima trasformazione della verità. Il “si dice che”, “si vocifera”, “pare che”, diventava la verità. Con cui poi fare i conti per tutta la vita”.