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Santa Lucia del Mela , ha accolto con calore Jessica Schillaci con " Solo io posso scrivere di te” - un tributo d’amore al papà campione, al mito Totò Schillaci.

la scrittruice Jessica Schillaci e l'assessore Benedetto Merulla 




Una serata che ha toccato il cuore di tutti noi
Ieri sera la Sala Santa Maria dell’Arco si è riempita di emozioni, ricordi e lacrime.
Jessica Schillaci ha regalato ai cittadini luciesi e tanti sportivi e non , un momento indimenticabile, presentando il suo libro “Solo io posso scrivere di te” - un tributo d’amore al papà campione, al mito Totò Schillaci.Tra le sue parole abbiamo ritrovato l’uomo dietro al numero 19, il padre dietro all’eroe di Italia ‘90.
Jessica ha saputo raccontare con una delicatezza e una forza straordinaria quelle “notti magiche” che tutti ricordiamo, ma soprattutto l’uomo che nessuno dimenticherà mai.
Il bomber di Italia '90, Totò Schillaci, raccontato attraverso le parole della figlia
Un libro in uscita a metà settembre per raccontare il padre: che la giovane Jessica Schillaci, figlia di Totò che ad un anno dalla sua scomparsa, ha voiluto raccontanyare attraverso le parole della figlia. Il libro, composto da 19 capitoli, è edito da Cairo Libri con la collaborazione del giornalista Gianluca di Marzio.
"Solo io posso scrivere di te" vuole anche raccontare Totò Schillaci, tra i calciatori siciliani più importanti della storia e rimasto nell’immaginario collettivo di tutti gli italiani grazie al mondiale di Italia ’90, attraverso il punto di vista della figlia, che un anno fa ha dovuto dire addio al padre dopo una lunga malattia.
Il caso Sicilia: il vuoto dopo Schillaci

Totò Schillaci è stato l'ultimo siciliano proveniente da un vivaio siciliano (l'AMAT Palermo, nel suo caso), a giocare un Mondiale o un Europeo con l'Italia. E dal 1990, non c'è una spedizione azzurra che presenti un calciatore nato e cresciuto calcisticamente nell'isola. A parte Balotelli , per il resto ci sono stati dei cameo in amichevoli o partite di qualificazione. Il trapanese Galia, così come il catanese Coco (che andò ai Mondiali del 2002) hanno lasciato la Sicilia da bambini, tant'è che uno iniziò nelle giovanili del Como e l'altro, da Legnano, finì ben presto al Milan. Da Alcamo a Milano è stato anche il percorso di Tonino Asta, una presenza in azzurro prima di quel Mondiale nippo-coreano. Per ritrovare un siciliano emerso da un club siciliano, bisogna aspettare il 2004: Alessandro Parisi è nato a Palermo, ha iniziato col Palermo e ha esordito tra i professionisti col Palermo, ma è a Messina che è diventato il Roberto Carlos dello Stretto. Una presenza in azzurro per lui, proprio a Messina, contro la Finlandia. Nel 2009, toccherà a Gaetano D'Agostino (nato a Palermo, cresciuto nel Palermo) e Giuseppe Mascara (nato a Caltagirone, cresciuto nel Comiso). La lista termina qui, con buona pace delle origini agrigentine di Grifo e Retegui e delle 36 presenze di Balotelli a partire dal 2010.
Eppure, quando si guarda al calcio in Sicilia nel ventennio 1990-2010, non si pensa certo ad una crisi. Il Palermo ha ritrovato la A dopo 31 anni e c’è rimasto per un decennio, il Catania è stato promosso nel 2006 e ha giocato otto stagioni di fila in massima serie, il Messina ha disputato tre campionati di A dal 2004 al 2007. Ma l’eredità lasciata da questa era dorata del calcio professionistico, qual è? Da Messina, praticamente nulla, mentre dalla Primavera del Catania ne sono venuti fuori pochissimi: Fabio Sciacca (una ventina di presenze in A) e Alfredo Donnarumma (una stagione in A col Brescia alle soglie dei 30 anni). La Primavera del Palermo qualche calciatore l’ha lanciato, sia in quegli anni che dopo, ma nel migliore dei casi si tratta di giocatori importati (Sirigu, giunto in Sicilia dopo il fallimento del Venezia) oppure di ragazzi che hanno fatto carriera altrove: Pietro Accardi ha lasciato i rosanero dopo una B da protagonista per farsi un nome in A alla Sampdoria, il mazarese Terranova è stato un punto fermo del Sassuolo e della squadra che ha vinto lo scudetto nel 2009 gli unici con almeno una decina di presenze in A sono Antonio Mazzotta (tra Cesena e Crotone) e Abel Hernandez. Insomma, Abel Hernandez.
Gli anni successivi hanno visto produrre qualche talento in più: sotto la gestione di Dario Baccin, oggi ds dell’Inter, e con Giovanni Bosi in panchina, il Palermo ha perso la finale del Torneo di Viareggio 2016 contro la Juventus, ma ha vinto tutti i premi individuali. Antonino La Gumina golden boy e capocannoniere, ha giocato l’ultima stagione al Mirandes in Segunda spagnola e in Serie A vanta 40 presenze condite da 2 gol, più due presenze in Under 21; Simone Santoro, miglior giovane (classe ’99), in Serie A non c’è ancora arrivato e da quest’inverno gioca al Modena, in Serie B; Leonardo Marson miglior portiere, altro caso alla Sirigu di giocatore prelevato da un altro vivaio (dal Milan, nello specifico), 11 presenze in B nelle ultime due stagioni a Cosenza. Dalla stessa Primavera emerge il napoletano Giuseppe Pezzella, l’unico habitué della Serie A con 146 presenze. Ma di siciliani che possano stare stabilmente in massima serie, di fatto, ne verrà prodotto solo uno - il già citato Gallo.
"Solo io posso scrivere di te". Ma tutti noi possiamo continuare a ricordarti, perché Totò non è stato solo un campione. È stato, e continuerà a essere, parte della nostra storia.

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