Al Consiglio non "piace" la diffida della Regione, ma nessuno fa nulla per creare un'alternativa al dissesto
Fonte la Città di Milazzo
News - Politica
Scritto da Nunzio De Luca
Lunedì 25 Giugno 2012
Prendere tempo a quale scopo? Posticipare la dichiarazione di dissesto, per prolungare l'agonia di un Comune ormai in tilt? Una larga parte del Consiglio Comunale, non riconosce la diffida inviata dall'Assessorato Regionale alle Autonomie Locali, si appella a codici e codicilli e minaccia il ricorso il TAR. Con nove voti favorevoli (Napoli Santo, Alesci, Andaloro, Bagli, Maisano, Doddo, Cusumano, Saraò Orazio e Scicolone) e 3 astenuti (Abramo, Capone, De Pasquale) i consiglieri approvano un documento inviato all’assessorato alle Autonomie locali della Regione col quale si contesta la diffida fatta dal responsabile del Servizio Ispettivo, Margherita Rizza, al Consiglio comunale di deliberare entro 30 giorni – a far data 7 giugno – il dissesto del Comune di Milazzo.
I consiglieri invitano la dottoressa Rizza “a ritirare in autotutela, la diffida fatta al consiglio”, contestando la legittimità del suo provvedimento “adottato in applicazione del decreto legislativo 267/2000” per difetto di giurisdizione, atteso che la legge n.149/2011 affida la competenza, in sede di dichiarazione di dissesto, alla Corte dei Conti, chiamata ad avviare tali procedure”. E in tal senso richiamano anche una nota del 2 marzo del Magistrato istruttore della Corte dei Conti, dottore Paolo Bertozzi, che rispondendo al presidente del consiglio Rosario Pergolizzi, testualmente afferma: "La disposizione di cui all’art.6, comma 2, d.lgs.149 (impropriamente definita "dissesto guidato") potrà trovare applicazione nei confronti degli enti locali siciliani soltanto all’esito della prescritta procedura di recepimento da parte della Regione (al momento non ancora pervenuta), oppure, in ogni caso, quando sia decorso il termine previsto dall’art.13 del medesimo decreto".Ammesso che si riesca a far cadere il limite dei 30 giorni, cosa propone questo Consiglio in alternativa al dissesto? Non lo abbiamo ancora capito. Facile è riempirsi la bocca della parola "risanamento", ma nessuno è disposto a rinunciare a niente e di proposte "serie" non se ne vedono. Questa questione, come al solito, si risolve tutta in una guerra di fazioni, improduttiva e sfiancante per i cittadini. L'amministrazione che fa il solito gioco di dare la colpa a chi c'era prima; il Consiglio che accusa l'amministrazione di ogni male al mondo; i Revisori dei Conti che, a loro volta, rapiti dal clima di euforia, decidono di "dare i numeri". Ci avevano insegnato che la matematica non è un opinione, ma a quanto pare così non è. Se, infatti, chiedessimo oggi ad ogni Consigliere quali sono i numeri di questo dissesto, ognuno "sparerebbe" cifre differenti, a seconda del "revisore" di riferimento. Abbiamo nelle mani la lunga relazione dell'ultimo Ragioniere Generale del Comune, che ci pare l'unico documento, finora prodotto, degno di nota; lo stiamo analizzando e ne pubblicheremo ampi stralci sul giornale di carta, in uscita questo fine settimana. Qualche assessore ha già proposto di essere disponibile a rinunciare alle indennità di carica: lo faccia, subito, e lo seguano anche i colleghi. I consiglieri, invece, fino a quando continueranno a percepire il "gettono d'oro" peccheranno di credibilità, per rinunciarci non serve un ricorso al Tar, basta un attimo: rimaniamo in attesa.
Il consigliere Formica, proprio oggi, ricorda di una sua mozione in cui chiedeva: 1) che il gettone di presenza dei consiglieri comunali di Milazzo fosse ricondotto alla cifra di 33 euro lordi, ovvero quanto previsto dalla legge; 2) riduzione del 50% degli stipendi di tutto l’apparato politico milazzese (sindaco , assessori, presidente del consiglio; 3) di istituire capitolo ‘’ad hoc’’ per devolvere la cifra risparmiata dall’ente ad aumentare il monte orario dei precari del comune di Milazzo; 4) che cifre residue, da quantificare, siano destinate alla refezione degli asili nido e alle scuole primarie ed agli anziani. Bellissime proposte, ma D'Amore e Formica, facciano una cosa: da oggi, comunichino a questo giornale e alla cittadinanza la propria volontà di rinunciare, da subito, personalmente, a indennità e gettoni gonfiati. Chissà che dando l'esempio gli altri non li seguino per invidia.
Fonte la Città di Milazzo
News - Politica
Scritto da Nunzio De Luca
Lunedì 25 Giugno 2012
Prendere tempo a quale scopo? Posticipare la dichiarazione di dissesto, per prolungare l'agonia di un Comune ormai in tilt? Una larga parte del Consiglio Comunale, non riconosce la diffida inviata dall'Assessorato Regionale alle Autonomie Locali, si appella a codici e codicilli e minaccia il ricorso il TAR. Con nove voti favorevoli (Napoli Santo, Alesci, Andaloro, Bagli, Maisano, Doddo, Cusumano, Saraò Orazio e Scicolone) e 3 astenuti (Abramo, Capone, De Pasquale) i consiglieri approvano un documento inviato all’assessorato alle Autonomie locali della Regione col quale si contesta la diffida fatta dal responsabile del Servizio Ispettivo, Margherita Rizza, al Consiglio comunale di deliberare entro 30 giorni – a far data 7 giugno – il dissesto del Comune di Milazzo.
I consiglieri invitano la dottoressa Rizza “a ritirare in autotutela, la diffida fatta al consiglio”, contestando la legittimità del suo provvedimento “adottato in applicazione del decreto legislativo 267/2000” per difetto di giurisdizione, atteso che la legge n.149/2011 affida la competenza, in sede di dichiarazione di dissesto, alla Corte dei Conti, chiamata ad avviare tali procedure”. E in tal senso richiamano anche una nota del 2 marzo del Magistrato istruttore della Corte dei Conti, dottore Paolo Bertozzi, che rispondendo al presidente del consiglio Rosario Pergolizzi, testualmente afferma: "La disposizione di cui all’art.6, comma 2, d.lgs.149 (impropriamente definita "dissesto guidato") potrà trovare applicazione nei confronti degli enti locali siciliani soltanto all’esito della prescritta procedura di recepimento da parte della Regione (al momento non ancora pervenuta), oppure, in ogni caso, quando sia decorso il termine previsto dall’art.13 del medesimo decreto".Ammesso che si riesca a far cadere il limite dei 30 giorni, cosa propone questo Consiglio in alternativa al dissesto? Non lo abbiamo ancora capito. Facile è riempirsi la bocca della parola "risanamento", ma nessuno è disposto a rinunciare a niente e di proposte "serie" non se ne vedono. Questa questione, come al solito, si risolve tutta in una guerra di fazioni, improduttiva e sfiancante per i cittadini. L'amministrazione che fa il solito gioco di dare la colpa a chi c'era prima; il Consiglio che accusa l'amministrazione di ogni male al mondo; i Revisori dei Conti che, a loro volta, rapiti dal clima di euforia, decidono di "dare i numeri". Ci avevano insegnato che la matematica non è un opinione, ma a quanto pare così non è. Se, infatti, chiedessimo oggi ad ogni Consigliere quali sono i numeri di questo dissesto, ognuno "sparerebbe" cifre differenti, a seconda del "revisore" di riferimento. Abbiamo nelle mani la lunga relazione dell'ultimo Ragioniere Generale del Comune, che ci pare l'unico documento, finora prodotto, degno di nota; lo stiamo analizzando e ne pubblicheremo ampi stralci sul giornale di carta, in uscita questo fine settimana. Qualche assessore ha già proposto di essere disponibile a rinunciare alle indennità di carica: lo faccia, subito, e lo seguano anche i colleghi. I consiglieri, invece, fino a quando continueranno a percepire il "gettono d'oro" peccheranno di credibilità, per rinunciarci non serve un ricorso al Tar, basta un attimo: rimaniamo in attesa.
Il consigliere Formica, proprio oggi, ricorda di una sua mozione in cui chiedeva: 1) che il gettone di presenza dei consiglieri comunali di Milazzo fosse ricondotto alla cifra di 33 euro lordi, ovvero quanto previsto dalla legge; 2) riduzione del 50% degli stipendi di tutto l’apparato politico milazzese (sindaco , assessori, presidente del consiglio; 3) di istituire capitolo ‘’ad hoc’’ per devolvere la cifra risparmiata dall’ente ad aumentare il monte orario dei precari del comune di Milazzo; 4) che cifre residue, da quantificare, siano destinate alla refezione degli asili nido e alle scuole primarie ed agli anziani. Bellissime proposte, ma D'Amore e Formica, facciano una cosa: da oggi, comunichino a questo giornale e alla cittadinanza la propria volontà di rinunciare, da subito, personalmente, a indennità e gettoni gonfiati. Chissà che dando l'esempio gli altri non li seguino per invidia.