- LA COMMEDIA DEL PALLONE (ma è una cosa seria)
Bruno Bernardi & Massimo Novelli, da Rivera a Del Piero - LA COMMEDIA DEL PALLONE (ma è una cosa seria), Torino, Graphot Editore, 2000, pp.205
Bruno Bernardi (Torino, 1941), inviato speciale della "Stampa". In gioventù praticò il calcio, come dilettante. Ha chiuso la...carriera con la Nazionale giornalisti segnando un goal d'autore, su assist del 'collega' Michel Platini. Ha pubblicato: "Rombo di tuono, Storia e leggenda di Gigi Riva", Oscar Mondadori 1977; "Tardelli, il re dei jolly", FI, Edigrafica, 1978; "Boniek, la furia dell'Est", SIAD, 1986; "Juventus regina di Coppe" (1986), "Juventissima" (1986), "Michael Laudrup" (1986), "Stefano Tacconi" (1987), "Gaetano Scirea" (1987), "Sergio Brio" (1987), "Juventus 1987-1988" (1987), "Ian Rush" (1987), "Michel Platini, 5 anni di Juventus" (1987), "Noi della Juve, pensieri in bianconero" (1989), "Salvatore Schillaci" (1989), tutti con Forte Editore; "Juventus, gli anni del Re", Ascoli, Diemme, 2007; "Magica Roma", "Pavel Nedved, il leone di Praga", "Tre re per la Signora (Boniperti, Charles, Sivori)", "Inter, bella e misteriosa" (2005), "Pinturicchio" (2006), tutti con Graphot Editore; e con Massimo Novelli: "Il Toro -una storia d'amore" (Graphot). Massimo Novelli (TO, 1955) ha lavorato a lungo al quotidiano 'L'ora' di Palermo e al settimanale 'Il Mondo'. Dal 1990 scrive su 'Repubblica'. E' autore di: "Bruno Neri, il calciatore partigiano", Graphot, 2002 e di: "Bracconieri di storie" - Lettere fra Giovanni Arpino e Osvaldo Soriano", TO, Spoon River, 2007, pp.109 e ha in preparazione un romanzo su Giacomo Inaudi, celeberrimo calcolatore mentale prodigio vissuto a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento.
Dopo quella: Maurizio Iorio - Adalberto Scemma, che, nel 2001, con "Calciatori - non solo pallosi" ha scritto il manuale del calcio, di cui nel 1998 Sconcerti, in "Baggio, vorrei che tu Cartesio e io..." lamentava la mancanza, eureka per l'altra coppia terribile: Bernardi-Novelli, specialista in "memorie d'adolescenza, brandelli che resistono all'usura del tempo" (p.53): "..Ecco, una cosa piacevole del calcio, come stiamo facendo noi adesso, è recuperare la memoria. Fare memoria di quello che si è visto e raccontarlo agli altri. Senza romanzare, senza ingigantire, senza deformare, ma semplicemente narrare queste cose vissute, per divertire e divertirsi, senza annoiare": p.101. Già le "provocazioni" di Novelli (E allora, Bibì, cosa capitò ancora? - Vorrei saperne ancora una..- Ci siamo, o Bibì - Continua la storia, o Bibì - O Maestro, risolvi questo enigma e ti renderò omaggio come a un Edipo - Sei una miniera di ricordi, caro Maestro - Racconta, o Maestro, racconta - E' ora di tirare le somme, o Bibì) creano un'atmosfera stile 'caminetto'. E il prosieguo spesso trascina, a differenza di quanto m'accade con qualche altra "firma" sportiva, corriva come contenuto e anfanante come forma. "..Sivori era uno che dormiva fino a tardi, che s'allenava poco..Quel giorno arrivò con gli occhi gonfi, in tuta, mentre i compagni stavano già girando intorno al campo da un buon quarto d'ora. Si sdraiò dolcemente sull'erba, era primavera..Dopodichè Gren, che era uno psicologo, vedendolo sdraiato, gli si accovacciò vicino e gli passò il pallone sul piede. Sivori sentì il pallone, aprì gli occhi e si mise a palleggiare. Si passò il pallone dal destro al sinistro, dal sinistro al destro, sempre da coricato. Poi lo passò a Gren, sdraiato pure lui. E diedero vita a un numero da circo equestre, da autentiche foche calcistiche, davvero. Era impressionante quanto erano bravi, quanto avevano i piedi sensibili, l'allenatore e il suo giocatore. In quel modo, naturalmente, Sivori iniziò ad allenarsi. Pian piano, quindi, entrò in campo": pp.62-63. "Oh, Moschino. Un nome che mi evoca tante domeniche al Comunale, tutti assiepati nei distinti centrali, con l'omino che si faceva largo sulle gradinate gridando: 'Chi vuol bere? Caffè, Ramazzotti, Stock...'. Moschino era l'uomo che dava un senso alla recita, la regolava, ne curava la regia..Giobatta Moschino, detto il Professore di Vigevano, certo. C'era il Maestro di Vigevano di Lucio Mastronardi e c'era il Professore. Era un ottimo giocatore. Un geometra del centrocampo, direi. Aveva una visione di gioco panoramica, sapeva distribuire, con quel bellissimo sinistro, dei palloni importanti. Nestor Combin mi disse che uno che lo sapesse lanciare come lui, non l'aveva mai trovato. Poi nel Milan Combin ha avuto anche Rivera. Moschino era il vero regista. Rivera era un rifinitore, più geniale, sicuramente. Mentre Moschino era un onesto geometra, che faceva bene la sua parte. Ha avuto qualche problema al ginocchio, altrimenti sarebbe arrivato magari alla Nazionale. Cosa che gli è riuscita solo in parte, con Nazionali minori": p.106. "..Il calcio azzurro, il calcio italiano in generale, ha avuto un cantore mitico, una Voce, The Voice of Football, che risponde al nome di Nicolò Carosio..Lui, pur avendo una voce straordinaria, immaginifica, una voce ricca di pathos e di aggettivazioni che rendevano straordinaria una partita magari mediocre, è logico che, con l'avvento della televisione, non ha più potuto arricchire il suo lessico con delle immagini quasi epiche, dovendo essere più aderente alla realtà. Ma è stato grande anche come telecronista..E aveva una sua umanità. La tastai con mano proprio in quell'ultima sua telecronaca, in occasione d'una partita di Lega fra Italia e Belgio a Charleroi..Ricordo che al mattino andai a Bruxelles per far un giro turistico.Tornai a mezzogiorno a Charleroi e seppi da Orfeo Pianelli, capo delegazione e vicepresidente della Lega, che Claudio Sala non avrebbe giocato in quanto febbricitante..Io dovevo coprire 'Stampa Sera' e cercai d' attaccarmi subito a un telefono. Purtroppo, per cinque minuti di ritardo, la notizia non venne pubblicata. Allora Carosio mi disse: 'Bruno, non ti preoccupare. Io, stasera, quando comincerò la telecronaca, dirò testuale: Apprendiamo in questo momento dal collega Bernardi, della Stampa, che Claudio Sala febbricitante non giocherà'..Non so cosa disse, ma sicuramente disse quello che mi aveva promesso": pp.176-177
Bruno Bernardi & Massimo Novelli, da Rivera a Del Piero - LA COMMEDIA DEL PALLONE (ma è una cosa seria), Torino, Graphot Editore, 2000, pp.205
Bruno Bernardi (Torino, 1941), inviato speciale della "Stampa". In gioventù praticò il calcio, come dilettante. Ha chiuso la...carriera con la Nazionale giornalisti segnando un goal d'autore, su assist del 'collega' Michel Platini. Ha pubblicato: "Rombo di tuono, Storia e leggenda di Gigi Riva", Oscar Mondadori 1977; "Tardelli, il re dei jolly", FI, Edigrafica, 1978; "Boniek, la furia dell'Est", SIAD, 1986; "Juventus regina di Coppe" (1986), "Juventissima" (1986), "Michael Laudrup" (1986), "Stefano Tacconi" (1987), "Gaetano Scirea" (1987), "Sergio Brio" (1987), "Juventus 1987-1988" (1987), "Ian Rush" (1987), "Michel Platini, 5 anni di Juventus" (1987), "Noi della Juve, pensieri in bianconero" (1989), "Salvatore Schillaci" (1989), tutti con Forte Editore; "Juventus, gli anni del Re", Ascoli, Diemme, 2007; "Magica Roma", "Pavel Nedved, il leone di Praga", "Tre re per la Signora (Boniperti, Charles, Sivori)", "Inter, bella e misteriosa" (2005), "Pinturicchio" (2006), tutti con Graphot Editore; e con Massimo Novelli: "Il Toro -una storia d'amore" (Graphot). Massimo Novelli (TO, 1955) ha lavorato a lungo al quotidiano 'L'ora' di Palermo e al settimanale 'Il Mondo'. Dal 1990 scrive su 'Repubblica'. E' autore di: "Bruno Neri, il calciatore partigiano", Graphot, 2002 e di: "Bracconieri di storie" - Lettere fra Giovanni Arpino e Osvaldo Soriano", TO, Spoon River, 2007, pp.109 e ha in preparazione un romanzo su Giacomo Inaudi, celeberrimo calcolatore mentale prodigio vissuto a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento.
Dopo quella: Maurizio Iorio - Adalberto Scemma, che, nel 2001, con "Calciatori - non solo pallosi" ha scritto il manuale del calcio, di cui nel 1998 Sconcerti, in "Baggio, vorrei che tu Cartesio e io..." lamentava la mancanza, eureka per l'altra coppia terribile: Bernardi-Novelli, specialista in "memorie d'adolescenza, brandelli che resistono all'usura del tempo" (p.53): "..Ecco, una cosa piacevole del calcio, come stiamo facendo noi adesso, è recuperare la memoria. Fare memoria di quello che si è visto e raccontarlo agli altri. Senza romanzare, senza ingigantire, senza deformare, ma semplicemente narrare queste cose vissute, per divertire e divertirsi, senza annoiare": p.101. Già le "provocazioni" di Novelli (E allora, Bibì, cosa capitò ancora? - Vorrei saperne ancora una..- Ci siamo, o Bibì - Continua la storia, o Bibì - O Maestro, risolvi questo enigma e ti renderò omaggio come a un Edipo - Sei una miniera di ricordi, caro Maestro - Racconta, o Maestro, racconta - E' ora di tirare le somme, o Bibì) creano un'atmosfera stile 'caminetto'. E il prosieguo spesso trascina, a differenza di quanto m'accade con qualche altra "firma" sportiva, corriva come contenuto e anfanante come forma.