Autore: Elena Grasso. Pubblicato il 24 luglio 2014.
Venerdì 25 luglio, alle ore 21,00, all’interno del Chostrio di S.Papino, a Milazzo, il prof. Alessandro Di Bella terrà una conferenza sul tema “L’estate nella letteratura siciliana da Verga a Tomasi di Lampedusa”. La manifestazione è organizzata in collaborazione con l’associazione culturale Italia Nostra e la Libera Università per la Terza Età (sezioni di Milazzo). Giovanni Verga è considerato come uno dei maggiori rappresentanti del verismo siciliano, nato alla fine del 1800 in nome di un’arte ispirata alla concretzza del mondo reale, ma dopo lui anche Mario Rapisardi (1844 – 1912) e Luigi Capuana (1839 – 1915), per il quale l’arte per essere tale deve indagare le leggi della natura e cogliere il senso concreto della vita. Giacinta e il Marchese Verdina sono i capolavori di Capuana che più rendono la rappresentazione impersonale della realtà. Al centro delle opere veriste (vedi il capolavoro di Verga “I Malavoglia”) vi la descrizione della realtà con occhio oggettivo, ma ricco di pietà per il destino degli umili, che si esprime tramite una scrittura sobria e un linguaggio che riproduce. all’interno della lingua italiana, ritmi e la parlata del dialetto. Al verismo si ispirarono anche romanzieri come Federico De Roberto (1861 – 1927), autore de “I Vicerè” e de “L’illusione”, nonchè diversi poeti fra cui Giuseppe Aurelio Costanzo (1843-1913) e Giovanni Alfredo Cesareo (1861-1937). La letteratura del nostro secolo deve alla Sicilia uno dei suoi più importanti esponenti, il premio Nobel (1934) Luigi Pirandello (1867-1946). Dopo aver esordito come poeta e autore di romanzi ancora legati al verismo, incentra la sua opera narrativa sulla tematica dell’isolamento dell’individuo in una società che gli è estranea (il fu Mattia Pascal, Novelle per un anno). Lo smascheramento pirandelliano della relatività della condizione umana trova la migliore espressione nel teatro, di cui l’autore siciliano è grande innovatore nei contenuti e nella forma. Fra i capolavori di Pirandello ricordiamo Liolà, Pensaci Giacomino, Cosi è (se vi pare), Sei personaggi in cerca di autore.
Grande importanza per la storia della cultura italiana ha anche l’opera del filosofo Giovanni Gentile (1875-1944). Fautore di un ritorno all’idealismo hegeliano, dopo aver collaborato con Croce alla “Critica”, aderisce al partito fascista e, in qualità di ministro della pubblica istruzione, diviene promotore della riforma della scuola italiana. Sul fronte politico opposto, Concetto Marchesi (1878-1957), antifascista e deputato del PCI, è autore di studi sulla storia della letteratura latina tutt’oggi considerati dei classici. Infine, il ritratto amaro, veristico-decadente, dell’aristocrazia siciliana del risorgimento è al centro del romanzo postumo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957), Il Gattopardo.