
I molini Lo Presti
Fonte Oggimilazzo
Nessun
residence con centinaia di appartamenti al posto dei Molini Lo Presti.
Il 22 febbraio il tribunale metterà all'asta l'ennesima volta l'opificio
che si affaccia sul porto. Fino ad oggi le aste sono andate deserte. Il
costo era troppo alto. Ma c'è dell'altro. Come rivela il sindaco
Carmelo Pino, infatti, “i
Molini Lo Presti rappresentano un pezzo di storia della città e per
questo sull’opificio industriale grave ope-legis il vincolo di interesse
architettonico, etno-antropologico previsto dal vigente codice dei
BB.CC.” In sostanza chi l'acquista non può utilizzare l'area per
realizzare abitazioni e uffici, ma, come successo alla Montecatini, si
può solo recuperare l'esistente. Pino ha risposto con un comunicato
stampa all'interrogazione del consigliere Alessio Andaloro che chiedeva
perchè l'amministrazione aveva tolto dal Piano delle alienazioni
deliberato nel 2008 dal consiglio comunale, l’immobile di via dei Mille,
e non aveva tolto i "gravami" sul bene (i pignoramenti) per evitare
l’asta e chi aveva portato avanti tale strategia.
“E’
giusto che il consigliere sappia come stanno le cose – spiega Pino – ed
è giusto che lo sappiano i cittadini. Innanzitutto diciamo che questa
Amministrazione non ha tolto i Molini da alcun Piano delle alienazioni
di immobili in quanto gli stessi ad onor del vero, non erano stati
inseriti. Ma quello che è importante è chiarire perché si è arrivati a
questo punto. E come sempre a parlare sono le carte.Nel gennaio del 2010
– quindi ai tempi della precedente Amministrazione – il legale
incaricato dal Comune per seguire la vicenda dei Molini Lo Presti, avv.
prof. Marcello Parrinello, ha inviato al sindaco dell’epoca una lettera
nella quale comunica di essere contrario al pagamento del debito alla
Fondazione Lucifero – che aveva anche pignorato i Molini -
in quanto “il venir meno di un creditore così imponente incoraggerebbe
qualsiasi altro creditore del Comune ad insinuarsi nella procedura
esecutiva dando vita ad un meccanismo perverso ed infinito”. In buona
sostanza – a detta del legale - limitarsi a pagare la Fondazione
Lucifero senza saldare anche gli altri creditori, avrebbe solo
“aggravato il debito comunale senza conseguire il beneficio della
restituzione dell’immobile libero da pesi e vincoli”.A questa
comunicazione – prosegue Pino – l’Amministrazione del tempo non solo non
ha risposto al prof. Parrinello, ma anzi ha proceduto a pagare però
soltanto la Fondazione Lucifero. E così tutti gli altri creditori che
avevano avviato azione esecutiva sui Molini Lo Presti sono rimasti
titolari del pignoramento impedendo all’immobile di tornare nella
disponibilità del Comune. Eppure bastavano, al tempo, - come si legge
nella missiva dell’avv. Parrinello - circa 450 mila euro, per liberare i
Molini da ogni vincolo di pignoramento. E’ chiaro che nei mesi e negli
anni successivi si sono inseriti altri creditori che hanno portato oggi
al rischio di vendere all’asta il bene ad un prezzo di gran lunga
inferiore rispetto alla sua originaria valutazione”. “Si tratta
dell’ennesima dimostrazione di superficialità ed incapacità
amministrativa – conclude il sindaco di Milazzo – con l’aggravante che
si è disatteso un parere circostanziato espresso non da un avversario
politico ma dal proprio legale. Se si voleva liberare i Molini dalla
procedura esecutiva, occorreva pianificare il pagamento di tutte le
posizioni debitorie interessate e contemporaneamente occorreva destinare
i Molini Lo Presti a pubblico uso, inserendoli automaticamente tra
quelli indisponibili dell’Ente. A quel punto nessuno avrebbe potuto più
pignorarli. Ma la “strategia” per usare le parole del consigliere
Andaloro, adottata dalla precedente Amministrazione è stata ben diversa e
oggi si è confermata perdente”. Inoltre il sindaco ricorda che “i
Molini Lo Presti rappresentano un pezzo di storia della città e per
questo sull’opificio industriale grave ope-legis il vincolo di interesse
architettonico, etno-antropologico previsto dal vigente codice dei
BB.CC.”