News -Fonte la Città di Milazzo
Scritto da Santo Laganà
Venerdì 10 Febbraio 2012
Rappresentanza e governabilità: non solo una questione di legge elettorale. Considerazioni sul convegno dei giovani di FLI È sicuramente da apprezzare il fatto che i gruppi giovanili dei partiti si interroghino su argomenti importanti che li riguardano da vicino e che riguardano, soprattutto, il loro futuro. È ancora più importante in una città come Milazzo dove, ormai da tempo immemorabile, i partiti sembrano svaniti nel nulla. Certamente il convegno organizzato dai giovani di Futuro e Libertà testimonia la volontà di alcuni giovani di mettersi in gioco e i temi affrontati nel convegno sono di estrema importanza: “Rappresentanza e governabilità”. Però, è pericoloso pensare che la colpa di tutto si possa far ricadere su una legge elettorale, definita “una porcata” non solo da chi si è sempre opposto alla stessa ma anche da chi l’ha scritta e da chi l’ha votata. Cambiare idea è nobile ma si corrono gravi rischi se si pensa che una legge elettorale, qualunque essa sia, possa da sola essere la causa del deficit di rappresentanza e di governabilità. I cittadini, per le elezioni di deputati e senatori, è vero, sono stati esautorati del loro diritto di scelta con i risultati negativi che tutti vediamo in tema di rappresentanza e di governabilità. Ma è anche vero che laddove la legge elettorale è più “vicina” ai cittadini (elezioni regionali, provinciali e comunali) non è che le cose siano messe meglio. Per non parlare poi dei deputati e senatori mafiosi, condannati, indagati ecc. Purtroppo un’ampia rappresentanza di questi ultimi esiste anche in quei consessi, dove gli eletti sono scelti dai cittadini (si guardi l’assemblea regionale siciliana, per esempio). E allora, una più giusta rappresentanza e governabilità non può passare solo da una legge elettorale ma può e deve passare da una rivoluzione culturale che prenda coscienza che l’eletto è al servizio dell’elettore e a lui deve rendere conto; ma non solo, passa anche e soprattutto da una nuova disciplina di partito che metta l’etica dell’agire al primo punto e che chiuda le porte dei partiti a personaggi discussi e discutibili ancorché portatori di voti. E questa rivoluzione non può che essere fatta dai giovani che militano nei partiti e nei movimenti, perché i giovani di oggi saranno la classe dirigente dei loro partiti e del paese di domani. Se i giovani non avranno il coraggio di cambiare prima in casa loro non vediamo come potranno cambiare le cose in casa degli altri.
Scritto da Santo Laganà
Venerdì 10 Febbraio 2012
Rappresentanza e governabilità: non solo una questione di legge elettorale. Considerazioni sul convegno dei giovani di FLI È sicuramente da apprezzare il fatto che i gruppi giovanili dei partiti si interroghino su argomenti importanti che li riguardano da vicino e che riguardano, soprattutto, il loro futuro. È ancora più importante in una città come Milazzo dove, ormai da tempo immemorabile, i partiti sembrano svaniti nel nulla. Certamente il convegno organizzato dai giovani di Futuro e Libertà testimonia la volontà di alcuni giovani di mettersi in gioco e i temi affrontati nel convegno sono di estrema importanza: “Rappresentanza e governabilità”. Però, è pericoloso pensare che la colpa di tutto si possa far ricadere su una legge elettorale, definita “una porcata” non solo da chi si è sempre opposto alla stessa ma anche da chi l’ha scritta e da chi l’ha votata. Cambiare idea è nobile ma si corrono gravi rischi se si pensa che una legge elettorale, qualunque essa sia, possa da sola essere la causa del deficit di rappresentanza e di governabilità. I cittadini, per le elezioni di deputati e senatori, è vero, sono stati esautorati del loro diritto di scelta con i risultati negativi che tutti vediamo in tema di rappresentanza e di governabilità. Ma è anche vero che laddove la legge elettorale è più “vicina” ai cittadini (elezioni regionali, provinciali e comunali) non è che le cose siano messe meglio. Per non parlare poi dei deputati e senatori mafiosi, condannati, indagati ecc. Purtroppo un’ampia rappresentanza di questi ultimi esiste anche in quei consessi, dove gli eletti sono scelti dai cittadini (si guardi l’assemblea regionale siciliana, per esempio). E allora, una più giusta rappresentanza e governabilità non può passare solo da una legge elettorale ma può e deve passare da una rivoluzione culturale che prenda coscienza che l’eletto è al servizio dell’elettore e a lui deve rendere conto; ma non solo, passa anche e soprattutto da una nuova disciplina di partito che metta l’etica dell’agire al primo punto e che chiuda le porte dei partiti a personaggi discussi e discutibili ancorché portatori di voti. E questa rivoluzione non può che essere fatta dai giovani che militano nei partiti e nei movimenti, perché i giovani di oggi saranno la classe dirigente dei loro partiti e del paese di domani. Se i giovani non avranno il coraggio di cambiare prima in casa loro non vediamo come potranno cambiare le cose in casa degli altri.