Riceviamo e rendiamo nota la vicenda di un nostro concittadino
Egregio Direttore,
Le scrivo questa lettera per esporle
la problematica che affligge me e tutte le persone interessate direttamente e
indirettamente dall’alluvione del 22 novembre 2011.
Io sono residente nel comune
di Milazzo e, durante l’alluvione abbattutasi il 22 novembre 2011, ho subito
danni all’abitazione, tanto da aver avuto l’ordine di sgombero assieme ad altre
famiglie residenti nel mio stesso complesso. Ma vorrei illustrarle la
situazione per gradi. Io sono proprietario di un’abitazione vicino la Grotta di
Polifemo (via Grotta Polifemo, 94), la stessa, insieme con numerose costruzioni
(tutte regolarmente con permesso di edificazione), è ubicata nella piccola
pianura dietro lo stadio e sovrastata da una grande ed alta rocca sulla quale è
posto il castello di Milazzo. Da subito (ma storicamente da sempre) questa
rocca ha preoccupato tutti gli abitanti delle numerose case poste ai suoi piedi,
tanto da indurre il comune, alla fine degli anni ’90, ad avviare uno studio con
relativo progetto e cantiere per la messa in sicurezza della montagna. Lo steso
però, senza ragione, prevedeva solo meno della metà della rocca in questione
(lato opposto casa mia), punto in cui vi è presente una concentrazione minore
di abitazioni. Negli anni seguenti, riuscirono a portare a termine, però, solo
metà dell’opera di messa in sicurezza, lasciando quindi più dei due terzi delle
abitazioni (circa 2500 persone) sotto la spada di Damocle di un possibile
crollo. Infatti, negli anni seguenti (2004 e 2010) avvennero dei distaccamenti
di roccia dal lato della montagna, vicino a casa mia, che non era stato
compreso nel progetto; Io, ovviamente avevo prontamente denunciato gli accaduti
al Comune senza però vedere alcun intervento da parte delle istituzioni. Con
l’alluvione del 22 novembre si è staccato, alle 13,30, un grandissimo costone
di roccia (grande quanto una station wagon) dalla rocca, che è rotolato fino ad
arrivare nel mio giardino, appoggiandosi al muro dell’abitazione, sfiorando la
tragedia poiché eravamo in cucina a pranzare. I danni del giardino sono ingenti
poiché ha spazzato via tutto, ma la casa, tranne qualche danno superficiale di
facciata, è perfettamente agibile ed abitabile. Subito dopo l’accaduto abbiamo
chiamato la protezione civile che arrivando sul luogo, con i vigili e tecnici
del comune, ci ha comunicato l’immediato sgombro per sopravvenuta inabitabilità
della zona. Insieme con noi sono state fatte allontanare altre cinque famiglie
che hanno subito danni da parte dei frammenti del costone stesso. In
contemporanea, a circa 100mt da questo crollo è caduto un altro masso
vicinissimo ad altre case, ma gli abitanti di queste non hanno denunciato
l’accaduto preferendo il rischio di morte allo sfratto. In questo momento mi
trovo, come anche le altre famiglie, in casa in affitto a nostro carico e nel
frattempo continuiamo a pagare il mutuo di una casa che non possiamo sfruttare.
Ci si aspettava con il decreto “mille proroghe” una mano (come ha fatto per la
Liguria, Toscana ecc) da parte del Governo ma sappiamo che siamo stati
dimenticati e declassati a cittadini di serie D. Abbiamo fatto la richiesta per
il pagamento dell’affitto della casa alla protezione civile, ma abbiamo
ricevuto come risposta che non ha fondi per questa finalità. Allora abbiamo
inoltrato richiesta al Comune di Milazzo per la sovvenzione della casa in
affitto, ma ci hanno fatto intendere che sarà molto difficile poiché il comune
non ha la disponibilità economica. Ma la mia famiglia mi ha sempre insegnato a
non mollare ed a combattere, cosi sono andato dall’Assessore ai lavori pubblici
Ing. Bucca per poter vedere la parte mancante del famoso progetto di messa in
sicurezza della rocca ed ho scoperto, dopo lunghe insistenze, che il progetto
stilato negli anni ’90 (R4) e presentato per il finanziamento Europeo (PIST),
prevede solo una piccola zona, lontana dall’accaduto e per giunta senza
abitazioni nelle vicinanze. Dopo aver fatto notare ciò all’assessore, mi sono
sentito rispondere che per fare un altro progetto (con studi annessi)
bisognerebbe incaricare dei costosi tecnici esterni per poi chiedere il
finanziamento all’Unione Europea. Ma il problema reale è che il Comune non
dispone, neanche lontanamente, del milione di euro che occorrerebbe solo per lo
studio di fattibilità e per la presentazione del progetto, senza contare il
successivo finanziamento del progetto stesso. In parole povere, mi hanno fatto
capire che, al momento, la messa in sicurezza della montagna non rientra
assolutamente tra le priorità ed i progetti a breve, lasciando migliaia di
cittadini con il rischio che il prossimo crollo coinvolga interi palazzi
provocando una strage. A quel punto tutti si chiederanno se si sarebbe potuto
evitare!!
Subito dopo l’accaduto, la protezione civile ci avevano assicurato che entro un
mese dall’accaduto (ne son passati oltre due) sarebbero venuti con geologi e
tecnici per valutare la situazione e prevedere (a spese della protezione civile
poiché il comune non ha soldi) l’impiego di una squadra di scalpellini per far
cadere le pietre pericolanti e ridarci cosi l’abitabilità, ma ho saputo che la
nomina o la riconferma a breve dei nuovi vertici della protezione civile
regionale e provinciale ha rallentato la programmazione degli interventi.
Nel frattempo, in questi due
mesi, sono venuti su mia insistente richiesta, lunedì 23 gennaio, dei tecnici
dell’ ”Ufficio tecnico del Comune”, diretto dall’Arch. Famà, solo per valutare
con un mio esperto i danni causati dal crollo, senza quindi interessarsi alla
pericolosità della rocca.
Mi domando, illustrissimo Direttore,
se esiste un modo o una strada burocratica da percorrere per permettere ad un
numeroso gruppo di cittadini di non esser abbandonati, di ottenere, nel più breve
tempo possibile, l’intervento della squadra di scalpellini-geologi e di
stimolare le istituzioni per la presentazione del progetto per l’apertura del
cantiere di messa in sicurezza della montagna (?).L’intervento degli
scalpellini-geologi, pagati dall’Unione Europea o dalla Protezione Civile
Regionale-Nazionale ci potrebbe ridare l’abitabilità nell’attesa che sia
stilato e presentato il progetto e sarebbe per noi tutti un grandissimo
successo. Personalmente mi sto già muovendo con il mio avvocato per tutelarmi in
ogni sede legale e nel mentre, insieme agli altri abitanti della zona ad alto
rischio (dalla grotta di Polifemo alle case poste ai piedi della rocca in
corrispondenza della chiesa si San Rocco..2500 persone circa), sto cercando di
organizzare un comitato ed una class action. Ma sono fortemente convinto che il
quarto potere (Mass-Media) possano giocare un ruolo chiave in questa partita
sui diritti civili. Nel frattempo i miei pensieri sono scossi dal presentimento
che non faremo mai più ritorno e che pagando contemporaneamente mutuo ed
affitto rischieremo, nel giro di poco, di infoltire il numero delle famiglie ad
alto rischio di povertà ed insolvenza.
La ringrazio anticipatamente per la Sua disponibilità e colgo l’occasione per
ben distintamente salutarLa.
Michele Gallo
Via Grotta Polifemo 94
98057 Milazzo