Al Segretario Regionale del PD Fausto Raciti
Al Segretario Provinciale del PD Basilio Ridolfo
Agli Organi di Stampa
Il Comitato Milazzo con Civati ritiene doveroso intervenire nel dibattito che ha investito il Partito Democratico sugli organi di stampa e all’interno del Consiglio Comunale, precisando che tale dibattito non è stato avvalorato da valutazioni e scelte maturate nelle sedi deputate a determinare l’indirizzo politico e programmatico del partito.
La diatriba che ha visto negli ultimi quattro anni contrapporsi i consiglieri comunali del PD eletti nella lista DEM e l’Amministrazione Comunale, ha subito un’accelerazione nel momento in cui, al reintegro del Consiglio Comunale, i consiglieri del gruppo DEM e quelli del gruppo ufficiale del PD si sono riunificati e hanno manifestato una comune volontà critica nei confronti della Giunta, fino al punto di ufficializzare nella seduta consiliare del 18/03/2014 la richiesta di ritiro dei propri assessori.
La rappresentazione pubblica di un partito spaccato e incapace di offrire una sintesi unitaria ai cittadini ha naturalmente disorientato gli elettori e nuociuto gravemente alla credibilità e affidabilità del PD, minando le basi per la costruzione di un quadro politico di centro sinistra chiaro e trasparente.
Questa vicenda è frutto di una persistente e patologica assenza di Politica intesa come luogo di elaborazione e di confronto nell’interesse superiore del bene comune.
La delegittimazione costante, da parte dei suoi dirigenti, di organi statutari del partito come l’Unione Comunale e la Segreteria, ha alla lunga portato alla decapitazione dei vertici locali del PD , che sconta l’assenza di un segretario cittadino da oltre due anni, impedendo di fatto il dispiegarsi del confronto politico non solo tra i dirigenti del partito ma anche con gli iscritti, gli elettori, i cittadini e i c.d. “corpi intermedi” (Associazioni, Sindacati e altre formazioni sociali) che operano in città.
L’assenza degli organismi legittimati a rappresentare il partito nei rapporti con le altre forze politiche e con l’Amministrazione Comunale, ha indebolito il partito stesso sia nel compito di coagulare intorno a sé le altre componenti per la costruzione di un quadro di riferimento di centro sinistra, sia nel suo potere di condizionamento e di indirizzo delle scelte di governo, lasciate in questo modo, solo alla discrezionalità del Sindaco e dei singoli assessori. Offrendo così all’esterno la rappresentazione riduttiva e fuorviante del c.d. “Partito degli eletti” (Assessori e Consiglieri Comunali) in continua competizione tra loro.
Nel vuoto pneumatico della politica anche l’Amministrazione Comunale ha mostrato tutti i limiti dell’autoreferenzialità sganciando la propria azione amministrativa da ogni contesto di confronto e condivisione, sia con le forze che l’avevano sostenuta in prima battuta che con quelle che l’avevano appoggiata al secondo turno attraverso un accordo di programma, come successo per il PD.
La tentazione di considerare il confronto con gli alleati un intralcio per le scelte di governo della città si è appalesata al momento del rimpasto di giunta, della cui notizia abbiamo appreso dai giornali, avvenuto nel chiuso delle stanze del Palazzo senza che fosse preceduto da una doverosa verifica politica. Si è perduta così l’occasione per il rilancio di un’esperienza amministrativa in grado di assumere un profilo strategico per il superamento dell’ordinaria amministrazione. Miopia, questa, che rischia di compromettere anche ciò che di buono è stato fatto nei singoli assessorati ma che rimane privo di un orizzonte politico condiviso e di prospettiva.
Il rischio più alto di tale mancanza di dialogo è quello di vanificare l’accordo con il quale il PD aveva inteso, al ballottaggio, scongiurare il ritorno della destra, e del suo pervasivo sistema di potere, al governo della città. L’assenza di un confronto chiaro e trasparente, da ambo le parti, alimenta la confusione dei ruoli in una lotta di tutti contro tutti in cui si sfumano persino i confini tra componenti di destra e di sinistra, a tutto vantaggio, noi pensiamo, della destra stessa.
Il Comitato Milazzo con Civati pertanto, fa richiamo alla responsabilità di tutte le parti in causa per il ripristino di percorsi democratici che restituiscano al PD la dignità riconosciuta dalla Costituzione Italiana ai partiti politici come luogo di formazione collettiva della volontà politica e mediazione di interessi generali e non di parte.
Chiede nel contempo la ripresa del processo, avviato qualche settimana fa alla presenza del segretario Provinciale Basilio Ridolfo, di unificazione dei circoli al fine di procedere all’individuazione degli organismi politici di rappresentanza del partito per una corretta gestione dei rapporti tra partito, eletti e Amministrazione Comunale.
Crede urgente e non più derogabile dare avvio ad una fase che riduca la distanza tra politica e cittadini, attraverso l’individuazione di percorsi partecipativi e trasparenti che coinvolgano iscritti, simpatizzanti, singoli cittadini e formazioni sociali e politiche con i quali costruire una piattaforma politico programmatica per la città di Milazzo.
Per Il Comitato Milazzo con Civati
Pina Miceli
Guglielmo Maneri
Antonio Foti
Paolo Miroddi