La ricorrenza dell'otto marzo: giornata mondiale sulla donna, celebra le conquiste sociali, politiche e paritarie ottenute del gentil sesso, e rivendica purtroppo in molti paesi del mondo il diritto alla vita,
alla libertà, alla dignità, ammonendo e condannando mentalità retrograde, quali la discriminazione, la violenza e l'oggettività: macabre realtà odierne. Volendo presentare un piccolo percorso storico sull'itinerario che ci ha accompagnato fino ad oggi dobbiamo menzionare in primis la data del 23 febbraio 1909 negli Stati Uniti dove ha sede il primo congresso come giornata ufficiale sulla questione femminile. Tema
di studio, il diritto al voto delle donne, e l'atteggiamento poco professionale da parte dei datori di lavoro nei confronti delle stesse con retribuzioni offensive e degradanti che infangavano le dignità. Da li in poi i diritti sacrosanti furono gridati nelle piazze in Svizzera, Austria, Germania e Danimarca con l'intento di riqualificare il ruolo della donna e rivendicare questioni politiche e sindacali che deturpavano l'immagine femminile. In Russia il 3 marzo 1913 a Pietroburgo su iniziativa del partito bolscevico partorisce la prima rivoluzione femminile, ma gli arresti della polizia zarista e gli impedimenti forzati rimandarono la questione al 1917. Anche in Germania le questioni vennero rinviate, infatti dopo il 1911 fu riproposta nel 1914. In Francia organizzata dal partito socialista riproposta il 9 marzo 1914. Dopo il congelamento degli
eventi a causa della prima guerra mondiale, l'otto marzo 1917 a San Pietroburgo le donne della capitale istigate da una condizione lontana dalle loro aspettative, danno vita ad una grande manifestazione di piazza che sanciva la fine della guerra e dello zarismo; gli sterili tentativi avallati dai cosacchi non ostacolarono più il mutamento generazionale, cosicché l'otto marzo, divenne l'inizio della "Rivoluzione russa di febbraio". Solo nel 1922 in Italia prese corpo la giornata della donna e fu un idea portata avanti dal partito comunista italiano; con la fine della seconda guerra mondiale l'otto marzo 1946 prese vigore la forma e l'ideale del contenuto e fu scelto come simbolo di questa celebrazione: la mimosa. La scelta ebbe come madrine Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Motta, i quali asserivano che la mimosa è un fiore che sboccia nel mese di marzo e si sposa per questo con i dati storici. A Roma l'otto marzo 1972 si svolse una manifestazione in piazza campo de' fiori; oggetto della rivalsa prodigata da una cinquantina di manifestanti in maniera inconsueta, questioni quali l'aborto la liberalizzazione dell'omosessualità e il matrimonio. Concludo con un pensiero che formulo guardando foto di donne sfigurate dai propri mariti e da una mentalità inaccettabile.... ancora viva in paesi arabi . I fanatismi religiosi, l'ignoranza culturale che ci rende simili alle bestie, il considerare la donna come oggetto di possesso e di consumo, devono essere condannati in tutte le parti del mondo; bisogna sradicare culture barbare, incivili e comodiste. La donna è il seme della vita, è la mamma delle nostre coscienze, il cuore dove le sofferenze gridano in silenzio. Rispettiamole in nome di un Amore che non è solo parola.