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Morti sul lavoro: a cura di Peppe Foti.


Milazzo
La perdita di vite umane nell'ambito lavorativo, rappresenta una drammatica piaga sociale del nostro paese, condizione purtroppo esistente perchè vengono meno valori costituzionali e coscienziosi, che dovrebbero garantire l'incolumità del lavoratore e la tutela di una dignità annebbiata sempre di più dal senso  di irresponsabilità. Lo sconforto diventa rabbia quando criteri di prevenzione e rispetto delle normative vengono mortificati da atteggiamenti imprenditoriali e istituzionali, atte a logiche di mercato.
A farne le spese di questa macabra realtà è quasi sempre la classe lavoratrice, minacciata dall'ombra della disoccupazione e umiliata dalle accise sulla vita. Il profilo che si delinea, permettetemi questo sfogo, è quello di una condizione, nel pubblico e nel privato,  non particolarmente attento nella difesa della dignità dell'uomo. La morte accompagna tutti i giorni impiegati e operai quando entrano nelle vecchie fabbriche che non sono ristrutturate con le normative antisismiche del 2005; accompagna quei lavoratori che per paura di dire NO (spesso causa d' inclinazione di rapporti di lavoro o addirittura la  perdita del  proprio lavoro), proseguono il loro itinerario. 
Sono,quindi, da biasimare tutti quegli  atteggiamenti di leggerezza al diritto alla vita;. Dove sono gli ideali di correttezza, di dovere e di amore verso il prossimo osannati a livello istituzionale?
Dove sono i programmi per provare a cambiare tendenza? Io amo il mio paese, i suoi decori artistici, le sue rappresentazioni culturali, la sua storia,  ma uomini corretti e onesti come Giuseppe Tusa, come i ragazzi del molo di Genova, come Salvatore Bongiovanni, Marco Gamberini, come gli operai della Thissenkrupp (strappati dalle loro famiglie la notte del 5 dicembre del 2007), non hanno perso la vita da eroi di stato, come qualcuno asserisce, ma sono vittime di un sistema poco attento e irresponsabile; e non possiamo farli morire una seconda volta nell'indifferenza e nell'omertà;  
i loro nomi, debbono vivere nelle coscienze di tutti, debbono essere gridati nelle piazze, nei comizi, nelle TV. Loro ci hanno rappresentato e ci rappresentano come lavoratori;  la loro passione e la dedizione che li hanno contraddistinti devono esortare tutti ad un senso di responsabilità collettiva. Con questo senza presunzione e senza competenza, ma da semplice cittadino offeso e privato dei propri diritti, vorrei invitare i sindacati  ad essere più incisivi, a denunciare dove necessita, l'inadeguatezza delle misure di sicurezza. Vorrei invitare un pò tutti ad una riflessione coscienziosa e a rileggere  i principi della costituzione italiana negli articoli 2, 32 e 41, dove si prevede la tutela della persona umana nella sua integrità psico-fisica come principio assoluto ai fini della predisposizione di condizioni ambientali sicure e salubri.

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