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Milazzo . Festa di San Paolino , tutto pronto per la tradizionale festa del 22 giugno che rende omaggio a San Paolino di Nola.







Milazzo . Festa di San Paolino la parrocchia della Trasfigurazione si prepara con tre appuntamenti.
Tutto pronto per la tradizionale festa del 22 giugno che rende omaggio a San Paolino. Per l’occasione la parrocchia della Trasfigurazione ha organizzato una serie di appuntamenti che anticiperanno un evento importante per la comunità della zona del Ciantro.
Come ogni anno, i devoti, vogliono tenere viva la memoria del santo Vescovo che dà il nome del quartiere e imparare da lui ad affidarci a Dio e fare la sua volontà.
Oggi Lunedì 20 e domani, martedì 21, alle ore 19, ci saranno due momenti di preparazione alla festa, attraverso un momento di raccoglimento in preghiera e di riflessione sulla vita di San Paolino, con la celebrazione di una messa.

Mercoledì 22, invece, sempre alle ore 19, nella chiesa della Trasfigurazione sarà celebrata una Santa Messa solenne, presieduta da don Bartolo Saltalamacchia, segretario personale dell’Arcivescovo di Messina. Al termine della Messa saranno affidati all’intercessione di San Paolino la comunità parrocchiale e l’intero quartiere che da lui prende il nome. Sarà anche possibile venerare la reliquia, che sarà esposta in chiesa. Quest’anno a causa delle precarie condizioni in cui si trova il simulacro del Santo non sarà trasferito in chiesa, ma sarà presente una preziosa reliquia che la Diocesi di Senigallia ha donato alla giovane parrocchia circa un mese fa.
Paolino era un giovane dal temperamento d’artista, iniziato alla retorica e alla poetica dal maestro Decimo Magno Ausonio. Nato nel 355 a Bordeaux, discendeva da ricca famiglia patrizia romana (il padre era funzionario imperiale) e, favorito nella carriera politica da amicizie altolocate, divenne consul suffectus, cioè sostituto, e governatore della Campania. Incontrò anche il vescovo Ambrogio di Milano e il giovane Agostino di Ippona, dai quali fu avviato sulla strada della conversione a Cristo.
Ricevuto il battesimo verso i venticinque anni, durante un viaggio in Spagna conobbe e sposò Therasia. Dopo la morte prematura dell’unico figlioletto, Celso, entrambi decisero di dedicarsi interamente al servizio di Dio, sul modello di vita monacale in voga in Oriente. Così, di comune accordo, si sbarazzarono delle ingenti ricchezze che possedevano un po’ ovunque, distribuendole ai poveri, e si ritirarono nella Catalogna per dare inizio ad un’originale esperienza ascetica. Verso i quarant’anni, Paolino era ammirato nell’alta società e amato dal popolo, che a gran voce chiese al vescovo di Barcellona di ordinarlo sacerdote. Paolino accettò con la clausola di non essere incardinato tra il clero di quella regione, e declinò anche l’invito di Ambrogio che lo voleva a Milano. Egli accarezzava sempre l’ideale monastico di una vita devota e solitaria. Si recò quasi subito in Campania, a Nola, dove la famiglia possedeva la tomba di un martire, san Felice, e qui diede inizio alla costruzione di un santuario, preoccupandosi anzitutto di erigere un ospizio per i poveri, adattandone il primo piano a monastero, dove si ritirò con Therasia e alcuni amici in comunità monastica.

I contatti con il mondo li manteneva con le lettere (ne sono pervenute 51) ad amici e personalità di maggior spicco nel mondo cristiano, tra cui Agostino. Per gli amici buttava giù epitalami e poesie di consolazione. Nel 409 fu eletto vescovo di Nola. Si stavano preparando per l’Italia anni tempestosi: Genserico aveva passato il mare alla testa dei Vandali e si apprestava a mettere a sacco Roma e le città della Campania. Paolino si rivelò un vero padre, preoccupato del bene spirituale e materiale di tutti. Morì a 76 anni, nel 431, un anno dopo l’amico S. Agostino.

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