Passa ai contenuti principali

A Milazzo si è parlato di cinema “Il set delle meraviglie",del giornalista e saggista Luciano Mirone, un libro che è anche un viaggio particolare nella Sicilia del cinema.




Presentato sabato 24 giugno 2017  nella prestigiosa cornice di Palazzo D'Amico, Milazzo dall'associazione Culturale Teseo “Il set delle meraviglie", libro del giornalista e saggista Luciano Mirone; un libro che è anche un viaggio particolare nella Sicilia del cinema: 



E' stata   l'occasione per rivedere, rivivere e valorizzare la nostra bella Sicilia, vista con gli occhi dei registi che l'hanno scelta per importanti film e, attraverso le parole dell'autore, ascoltare le incredibili avventure vissute da attori famosi come Anna Magnani, Al Pacino, Mastroianni, Ingrid Bergman, ecc, ma anche tante storie.


Riflettendo su quello che è il cinema italiano oggi si può notare senza difficoltà un filo rosso che lo lega alla nostra terra.
Oggi il cinema italiano appare  senza effetti e tutto prostrato verso le tematiche che assillano ormai il nostro paese. L’Italia, forse più degli altri, è un paese che è stato veramente assorbito da quella che ormai tutti chiamano la “crisi” e questo sembra riflettersi in ampio modo nel cinema.
 Il cinema è da sempre l’arte che parla del popolo, si potrebbe tranquillamente guardare un film degli anni 40 e capire cos’è stata la guerra mondiale. In fondo esso risulta quasi sempre un documento attendibile anche se spesso bisogna giudicare dalla fonte. Quello che accade oggi sugli schermi è sicuramente lo specchio di ciò che accade nelle vite degli italiani.

Ancora una volta, anche non volendo, occorre ripartire  dalla Sicilia e da Sciascia che nel suo mai troppo citato saggio sulla Sicilia e il cinema, fra le ispirazioni fondamentali che l’isola aveva portato al cinema 
Quello che manca al cinema italiano non sono gli effetti speciali di Hollywood ma un po’ di serenità. Uno sguardo verso il futuro che possa essere al minimo anche un po’ ottimista a volte, questo ci aspettiamo e questo vogliamo. Se l’Italia non si alzerà nemmeno da questo vorrà dire che è davvero finita. 
Un cinema, quello di oggi, pieno di malinconia e di tristezza che pervade su tutti gli aspetti le catastrofi socio-famigliari che stanno aleggiando in questo periodo. Ogni volta di fronte all’entrata di una sala cinematografica facendo il gesto per entrare a vedere un film italiano in tanti sentiamo  partire un morso che mi arriva fino alla gola.
 E’ semplicemente la malinconia che ci porta a provare questo. E la cosa che porta di più verso questa direzione è la mancanza totale di aria dato che ormai anche i così detti film di videocassetta tendono anche loro ad andare per la stessa tangente, discorso a parte per i cinepanettoni ma quello non è cinema, infrangendosi dietro la battuta a un profondo malessere interiore. 

Se la Sicilia di “mondo offeso” nasceva all’ombra di Vittorini e la Sicilia luogo del mito poteva essere sintetizzata dal nome di Quasimodo, il genius loci dell’eros era ovviamente Vitaliano Brancati. Oggi dobbiamo dire grazie alla Letteratura Andrea Camilleri:
Il papà  novantenne 90 anni del  personaggio  Montalbano un grande scrittore dalla cui penna è nato il commissario di polizia più amato che da 21 anni che  conduce indagini serrate tra Vigàta e Montelusa. Un successo da 30 milioni di copie: 

In realtà, il modello di Sciascia sembrava quasi predire una realtà più che riscontrarla. Nel 1963, i film di derivazione brancatiana nel senso della commedia erotica erano in fondo solo Il bell’Antonio (1960) di Bolognini e soprattutto il figliastro Divorzio all’italiana (1964) di Pietro Germi. (film nati dalla collaborazione con Zampa: infatti riguardano più la corda civile e politica dello scrittore catanese). 

Eppure un buon metodo di lettura e di conoscenza dell'isola è senza ombra di dubbio il cinema. 

La Sicilia, con le sue tradizioni, la sua storia millenaria, i suoi paesaggi sconfinati in cui già si trovano le prime contraddizioni isolane costituite dall'alternanza tra speroni rocciosi e distese pianeggianti, i suoi abitanti che tendono più che mai ad esser in simbiosi con la propria terra, è tutto un mondo da scoprire. 

In effetti, la Sicilia è una fonte inesauribile di storie nuove ed atmosfere sempre suggestive e coinvolgenti che interessano non solo il cinema, ma anche la letteratura, due forme espressive che spesso si uniscono, pur mantenendo sempre la propria identità, nel tentativo di offrire delle piacevoli rappresentazioni dell'isola stessa. 

Parlare di cinematografia in relazione alla Sicilia vuol dire ricordare una serie di film spesso ineguagliabili, dei capolavori realizzati grazie alla partecipazione di grandi interpreti italiani e stranieri e che hanno trattato varie tematiche, da quelle comiche a quelle d'amore, da quelle storiche a quelle mafiose. 

La cinematografia italiana e straniera si è molto interessata alla Sicilia ed i nomi ricorrenti e celebri che hanno rappresentato l'isola sono Visconti, Germi, Rosi, Taviani, ai quali si aggiungono quelli di artisti più "giovani" del calibro dei "Premi Oscar" Tornatore e Benigni e di Gianni Amelio. 

Affrontare il binomio Sicilia-Cinema vuol dire anche adottare criteri di scelta nel ricordare i numerosissimi film ed interpreti che hanno contribuito a rendere molto ricco tale settore. 

Le bellezze paesaggistiche siciliane hanno ospitato vari set cinematografici, a partire dalla cittadina di Aci Trezza - Ct - che nel 1948 ospitò Luchino Visconti ed il suo gruppo di lavoro per la realizzazione de "La terra trema". 

La città dei faraglioni collaborò non solo come teatro della rappresentazione con chiari contorni urbani e con le sue bellezze, ma anche con alcuni dei suoi abitanti, circa una trentina, che furono coinvolti nel film come attori, i cui nomi non furono però citati nei titoli di coda ma che comunque restarono nella memoria cittadina e che sognarono spesso un rifacimento del film. Anche il film di Francesco Rosi "Salvatore Giuliano", realizzato nel 1962 con gli attori Salvo Randone, Frank Wolff e Pietro Cammarata, è completamente girato in Sicilia e precisamente nei luoghi legati al famoso bandito (Montelepre - Pa -, dove il bandito nacque, e l'ambiente circostante costituito in prevalenza da montagne, a partire da Montedoro dove spesso il bandito si rifugiava, e Castelvetrano - Tp - dove egli visse l'ultimo periodo della sua vita e dove fu trovato morto). 
La scelta dei luoghi è spesso obbligata   per ottenere un maggiore coinvolgimento emotivo alla vicenda che si stava narrando. 

Il regista genovese Pietro Germi (1914-1974)  scelse di ambientare alcuni dei suoi film a Sciacca - Ag - e precisamente per realizzare "In nome della legge" nel 1949 e "Sedotta ed abbandonata" nel 1964. 

I vari luoghi della cittadina sono stati ripresi nei due film per intrecciarsi meravigliosamente con le vicende narrate tanto da confondersi con esse. Pensare di rivedere oggi gli stessi luoghi è un'impresa ardua perché il tempo e soprattutto l'azione dell'uomo li ha notevolmente modificati. 

Da citare, ancora, "Nuovo Cinema Paradiso" realizzato nel 1988 da Giuseppe Tornatore, film premiato con l'Oscar. Il film va ricordato come una testimonianza d'affetto nei confronti del cinema. 

In questo film si hanno numerosi riferimenti a film celebri, a partire da "La terra Trema", i cui titoli di coda scorrono nel cinema colpendo gli analfabeti e curiosi clienti, e "Catene". 

Il film va ricordato come uno squarcio della storia del costume, cioè di come il cinema ha saputo coinvolgere e far sognare chi vi si accostava e come un buon strumento di aggregazione. 

Alcune scene del film furono girate a Cefalù - Pa -, ed esattamente quelle riguardanti il porticciolo e le distese di case abbandonate, riprese che riguardano alcune fasi della crescita del protagonista del film. 

Il film "L'avventura", realizzato da Michelangelo Antonioni nel 1960, fu girato nelle Isole Eolie, ed esattamente a Lisca Bianca. 

Inizialmente l'isola è il teatro per l'incontro dei protagonisti del film che in treno giungono a Milazzo   per raggiungere i loro amici nelle Eolie
Ma ben presto la vacanza  si tramuta nel luogo della perdita. In effetti, durante una sosta, "Anna" (Lea Massari) scompare e "Sandro" (Gabriele Ferzertti) e "Claudia" (Monica Vitti) iniziano a cercarla. Nel frattempo tra i due nasce un sentimento, che però si rivelerà effimero quando, raggiunta Taormina, Claudia scoprirà Sandro tra le braccia di una prostituta. 
Sempre nel 1996, lo stesso scenario fu scelto dal regista Nicola Simone per realizzare il suo film "Colpo di Luna" interpretato da Nino Manfredi. 

Un successivo aspetto della cinematografia isolana riguarda gli attori nati in Sicilia e che hanno contribuito ad accrescerne la popolarità. 

Un primo esempio è l'attore comico d'origine catanese Angelo Musco (1872-1937). L'attore lavorò molto come canzonettiere e come "buffo" in numerose operette. Lavorò molto anche per il teatro a tal punto da ricevere, da Pirandello stesso, la possibilità di lavorare rappresentando "Liolà", "La Giara" ed "Il berretto a sonagli". 

Tra i suoi film occorre ricordare opere del calibro di "L'eredità dello zio buonanima" di Amleto Palermi - realizzato nel 1934 dalla Capitani Film -, "L'aria del continente" - film ispirato dal lavoro di Nino Martoglio, realizzato per la regia di Gennaro Righelli nel 1935 dalla Capitani Film -,"Fiat Volutas Dei" - realizzato sempre nel 1935 per la regia di Amleto Palermi e con la produzione di Artisti Associati - e "Pensaci Giacomino" - dal famoso lavoro letterario di Pirandello, il film fu realizzato nel 1936 per la regia di Gennaro Righelli e per la Capitani Film -. 

Turi Ferro (1921) è stato un altro attore siciliano molto famoso. Il suo impegno lavorativo maggiore è rappresentato dal teatro, ma ha lavorato spessissimo anche per il cinema. 
Si possono citare, infatti, film come "Un uomo da bruciare" (realizzato dai fratelli Taviani e da Valentino Orsini nel 1965), "Malizia" (film del 1973 realizzato dal regista Salvatore Samperi), "Il lumacone" (film del 1975 realizzato da Paolo Cavara e con gli attori Agostina Belli e Ninetto Davoli), "Il Turno" (realizzato da Tonino Cervi nel 1981 e con gli attori Laura Antonelli, Vittorio Gassman e Paolo Villaggio) e "Novella Siciliana" (opera realizzata da Wolf Gaudlitz nel 1988 per la Salafilm & Duofilm Munchen e con gli attori Hilmar Thate e Massimo Bonetti). 
Indimenticabile è la coppia di attori comici palermitani Franco Franchi (all'anagrafe Francesco Benenato) e Ciccio Ingrassia che realizzarono insieme più di cento film. 

Tra essi si può citare "L'Onorata Società" di Riccardo Pazzaglia girato nel 1962 insieme ad attori del calibro di Vittorio De Sica, Domenico Modugno e Rosanna Schiaffino.
Nando Buzzanca

Nato a Palermo in una famiglia di attori (attori erano lo zio Gino e in seguito lo divenne anche il padre Empedocle, il quale in origine, era professionalmente, un proiezionista[1]), compie i suoi studi nella città natale e a 17 anni parte alla volta di Roma, dove, mentre frequenta corsi di recitazione all'Accademia Sharoff (di cui è divenuto poi presidente onorario), si adatta a lavori precari prima di realizzare il sogno di intraprendere la carriera dell'attore, dapprima in ambito teatrale e poi per il cinema.

Dopo alcuni film girati come comparsa, tra cui Ben-Hur, in cui interpretava uno degli schiavi della galea in cui è costretto Ben-Hur, il debutto ufficiale arriva nel 1961 con Pietro Germi, che lo sceglie per il ruolo di Rosario Mulè in Divorzio all'italiana, e successivamente per la grottesca figura di Antonio, il fratello della protagonista, in Sedotta e abbandonata.

La scelta dei successivi copioni non sarà sempre fortunata, e Buzzanca si troverà spesso a interpretare ruoli stereotipati di maschio siciliano, perennemente assatanato ma un po' tonto, e la critica cinematografica lo relega alla schiera dei caratteristi e degli interpreti del cinema di serie B, con l'eccezione del ruolo di protagonista nel brancatiano Don Giovanni in Sicilia (1967), di Alberto Lattuada.

Anche se la critica continua a non essere benevola, la sua vena comica e la sua recitazione spontanea incontrano un vasto consenso di pubblico. Nel 1970 interpreta in televisione Signore e signora, in coppia con Delia Scala, una divertente carrellata di personaggi e situazioni incentrate sul tema del matrimonio e della vita di coppia, che riscuote enorme successo. La sua battuta "mi vien che ridere" rimarrà un tormentone ricordato e ripetuto dal pubblico per anni.
Anche sull'onda del grande consenso televisivo i suoi film cominciano a riscuotere un rilevante successo commerciale. La vera svolta arriva quindi con Il merlo maschio, commedia erotica all'italiana del 1971 diretta da Pasquale Festa Campanile


Forte del suo successo commerciale, Buzzanca comincia anche a scegliere da solo i ruoli da interpretare: sue sono ad esempio le idee di film come L'arbitro, Il sindacalista e All'onorevole piacciono le donne, in cui tratteggia gustose parodie di personaggi realmente esistenti e facilmente riconoscibili.

Indimenticabili sono anche le trasposizioni di alcuni testi letterari in opere cinematografiche. 



Molto spesso sono gli stessi scrittori siciliani che si accostano in prima persona al cinema, come nel caso di Verga che nel 1909 cedette "Cavalleria Rusticana" alla Association Cinèmatographique des Auteurs Dramatiques di Parigi. 

Verga collaborò spesso nella sceneggiatura di alcuni film, a partire da "Caccia alla volpe" e "Storie e leggende del castello di Trezza". 

Tra le trasposizioni cinematografiche delle sue opere si possono citare, ad esempio, quelle riguardanti "Storia di una capinera" realizzata nel 1917 per la regia di Giuseppe Sterni per la Silentium Film e quella del 1945 realizzata per la regia di Gennaro Righelli con gli attori Marina Berti, Claudio Gora e Tina Lattanzi per la Titanius. 

Indimenticabili sono, inoltre, le trasposizioni cinematografiche de "La cavalleria Rusticana". L'opera verghiana è ricordata soprattutto per la sua drammaticità. Santuzza, compromessa per la sua relazione con Turiddu Macca, scopre d'esser stata tradita dal compagno che ha avuto un incontro amoroso con Lola, la moglie di Alfio di Licodiano. Lo stesso Turiddu, in realtà, era stato a sua volta tradito perché era innamorato di Lola, ma, quando ritorna dal servizio militare, scopre che la donna si era già sposata. Mentre tutta la cittadinanza sta seguendo la messa della mattina di Pasqua, Santuzza rivela tutto ad Alfio ed i due uomini si scontrano in un duello che decreterà la morte di Turiddu. 

L'opera letteraria divenne un film per ben due volte nel 1916, la prima per la regia di Ubaldo Maria del Colle per la Flegrea Film e la seconda per la regia di Ugo Falena per la Tespi Film. Ci furono altre rappresentazioni di tale opera, a partire da quella realizzata nel 1924 per la regia di Mario Gargiuolo per la Film d'Arte Italiana/Lombardo Film e quella del 1939 per la regia di Amleto Palermi, per la Scalera Film e con gli attori Isa Pola, Carlo Ninchi, Doris Duranti e Leonardo Cortese. 

Impossibile da dimenticare è l'incontro tra Verga ed il regista Luchino Visconti. Ciò si ha brillantemente nel film "La terra trema" realizzato nel 1948. 

Il film è tratto dal celebre romanzo verghiano "I Malavoglia" e parla della storia di 'Ntoni Valastro e della sua famiglia di pescatori. Il ragazzo è amareggiato dal fatto che il guadagno del suo duro lavoro finisca nelle mani dei grossisti, fatto che non gli permette di coronare i suoi sogni di matrimonio con Nedda e di sistemare il resto della sua famiglia. 

I suoi sogni crollano del tutto quando la rivolta dei pescatori fallisce, la salatura del pesce non gli consente di ottenere i giusti guadagni e la barca di famiglia cade vittima di una tempesta. Ciò decreta la dispersione della famiglia e la sottomissione di 'Ntoni che va a mendicare un lavoro ai grossisti. 
L'opera del regista milanese è degnamente ricordata come un capolavoro dagli alti echi epici e lirici, un esempio della forza della realtà popolare. 

L'agrigentino Luigi Pirandello si interessò al cinema in maniera sempre crescente. L'autore collaborò attivamente dando spunti originali per la realizzazione di vari film come "Acciaio" del 1933 realizzato da Walter Ruttmann, con articoli e conferenze aventi come soggetto sempre il cinema e con la messa in scena di sue numerose opere e novelle. 

Da citare, in quest'ultimo caso, sono le trasposizioni cinematografiche di "Liolà" - celebre commedia che narra delle alterne vicende amorose dell'anziano Zio Simone Palumbo e del gaio Liolà rappresentato nel 1964 per la regia di Alessandro Blasetti con gli attori del calibro di Ugo Tognazzi, Pierre Brasseur e Giovanna Ralli - e "Kaos" - realizzato nel 1984 per la regia di Paolo e Vittorio Taviani con gli attori Margarita Lozano, Claudio Bigagli e Massimo Bonetti -. 

Non si possono trascurare, inoltre, film come "L'uomo, la bestia e la virtù" tratto dalla commedia omonima di Pirandello e realizzato per la regia di Steno, film che riunisce attori del calibro di Totò, Orson Welles, Viviane Romance, Franca Faldini, Mario Castellani, Giancarlo Nicotra e Clelia Matania, ed ancora le varie rappresentazioni de "Il fu Mattia Pascal", come quella realizzata nel 1925 da Marcel L'Herbier e quella più recente realizzata da Mario Monicelli dal titolo "Le due vite di Mattia Pascal". 
Successivo esempio del felice connubio tra scrittori siciliani e cinema è rappresentato dalle trasposizioni cinematografiche di alcune opere di Leonardo Sciascia, a partire da "A ciascuno il suo" - realizzato nel 1967 per la regia di Elio Petri, per la casa Cemo Film e con gli attori Gian Maria Volontè, Irene Papas e Gabriele Ferzetti - e "Il giorno della civetta" - realizzato nel 1968 per la regia di Damiano Damiani per la Panda Cinematografica e con gli attori Franco Nero, Claudia Cardinale e Lee J. Cobb -. 

L'incontro tra Sciascia ed il cinema si ha anche con il film di Gianni Amelio "Porte Aperte" - realizzato nel 1990 per l'Istituto Luce Ucrania Film e con gli attori Gian Maria Volontè, Ennio Fantaschini e Vitalba Andrea - e con il film di Emidio Greco "Una storia semplice" - realizzato nel 1991 per la BBE Internatinal-Claudio Bonivento Production e con gli attori Gian Maria Volontè, Ennio Fantaschini, Ricky Tognazzi e Massimo Ghini -. 

Lo stesso Sciascia ammise di sentirsi molto debitore nei confronti del cinema grazie al caratteristico modo di raccontare che ha tale strumento di comunicazione, così come il cinema, del resto, è debitore nei confronti di questo genio letterario siciliano dal quale attinse molto quando si voleva parlare di mafia, politica, giustizia, di intrighi dal chiaro riferimento a tematiche civili e sociali. 

Vitaliano Brancati può esser degnamente ricordato come un illustre figlio della Sicilia e come un intellettuale che si distinse per le sue attività di letterato, critico cinematografico, commediografo e sceneggiatore. 

Come autore teatrale, soprattutto nella maturità, si distinse per la trattazione di alcuni temi ricorrenti come l'osservazione dei costumi e la trasposizione, spesso esagerata, dei vizi della provincia. 

Lo scrittore nativo di Pachino - Sr - aveva pubblicato il racconto "Il vecchio con gli stivali" da quale si ottenne l'idea per la sceneggiatura del famoso film "Anni Difficili" realizzato nel 1948 dal regista Luigi Zampa, girato a Modica - Rg -ed interpretato dagli attori Ave Ninchi, Umberto Spadaro e Massimo Girrotti. 


Tale lavoro è l'esempio classico della massima fedeltà tra cinema ed opera letteraria, è la testimonianza di come il protagonista Aldo Pisciatello è un antieroe, un uomo destinato a sottostare alla mentalità della sua Modica per esser successivamente e nuovamente sconfitto quando i tempi cambiano sotto il vento del fascismo e della democrazia. 

Il binomio Brancati-Zampa merita d'esser ricordato non solo per questo film, ma anche per "Anni Facili" del 1953 e "L'arte di arrangiarsi" del 1955, film che costituiscono una chiara testimonianza della forza della Sicilia e primi esempi di satira sociale e politica. 
Infine, dal felice connubio Brancati cinema nacque uno splendido film, "Il bell'Antonio", interpretato dall'indimenticabile Marcello Mastroianni insieme a Claudia Cardinale e Perre Brasseur e realizzato nel 1960 dal regista Mauro Bolognini per l'Arco Film. 

Tra le altre trasposizioni cinematografiche di opere letterarie occorre citare quella del romanzo di Luigi Capuana "Il Marchese di Roccaverdina" realizzata da Fernardo M. Poggioli nel 1943; il film è intitolato "Gelosia", ha come interpreti Luisa Ferida, Ronaldo Lupi ed Elena Zareschi e fu prodotto da Cines-Universalcine. 

"Il Gattopardo", film del regista milanese Luchino Visconti (1906 -1976), è tratto dal classico di Tommasi Di Lampedusa e fu realizzato nel 1963 per la Titanius e con gli attori Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. 
Il film va ricordato come uno spaccato della società siciliana al tempo dell'impresa dei garibaldini, dell'avvicinamento di due differenti classi sociali attraverso una proposta di matrimonio (da una parte c'è Tancredi-Alain Delon, esponente della vecchia classe nobiliare siciliana che dalla sua parte ha solamente il buon nome ed il rango e Angelica - Claudia Cardinale, esponente della nuova classe media emergente che non possiede cultura ma che può contare su un ingente patrimonio. Il film è un tipico specchio dei travolgimenti sociali che riguardarono la Sicilia in quegli anni ed il tutto è reso ancora più vivo dai discorsi disincantati del Principe di Salina che denunciano, con il loro pessimismo, la fine di un'epoca con la dissoluzione che il ceto nobiliare si appresta a vivere. 


Post popolari in questo blog

MERI': DOPO UNA BRILLANTE CARRIERA VA IN PENSIONE IL COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE MARIANO BUCCA

MERÌ’ (ME):  Con un commuovente discorso, seguito da un rinfresco, si è concluso il 31 gennaio 2024, il percorso lavorativo del Comandante della Polizia Municipale, Mariano Bucca, in servizio presso il Comune di Merì,   fin dal lontano 1 Aprile del 1982. Da allora il suo percorso professionale   è stato sempre in salita, ricoprendo, per ben quattro anni, fino al 2017, l’incarico di Responsabile dell’Area Economico Finanziaria presso il Municipio di   Nell’agosto del 2017, il Comandante Bucca, pur rimanendo di ruolo presso lo stesso Comune, su sollecitazione del Sindaco di Torregrotta, Dott. Corrado Ximone, accetta l’incarico di Comandate del Corpo di Polizia Municipale e, qualche anno più tardi, accetta anche l’incarico di Responsabile del Settore “Amministrativo e Servizi alla Persona”.  A tal proposito, con un provvedimento di giunta municipale, lo stesso Bucca, riceve un encomio per gli ottimi obiettivi raggiunti, in seguito alla dirigenza per i suoi compiti d’ufficio. L’encomio d

MERÌ (ME): DUE AREE DI UFFICIO TECNICO PER 2.324 ABITANTI E L’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO DELLA SCUOLA PRIMARIA VETUSTO CON RISCHI PER LA SICUREZZA DEGLI OCCUPANTI

 Merì (Me): “ La scuola primaria di Via Mulino presenta diffuse perdite all’impianto idrico di adduzione ai bagni, con conseguente pericolo di ammaloramento delle strutture, e tracce di efflorescenze tali da comportare il sollevamento di alcune piastrelle di rivestimento con rischio di improvviso distacco. L’impianto di riscaldamento risulta, altresì, vetusto CON RISCHI PER LA SICUREZZA DEGLI OCCUPANTI ” . E’ quanto si legge nella Delibera di Giunta n. 25 del 17 Febbraio 2024, con la quale si richiede alla Regione un finanziamento per interventi di manutenzione straordinaria presso l’edificio scolastico di Via Mulino. Attualmente la Scuola è riscaldata con stufe elettriche acquistate e fornite dal Comune. A sollevare la questione della mancata fornitura di gas metano presso l’edificio scolastico, in primis, per ben due volte , è stata la Consigliera Comunale di opposizione, Giusi Cicciari. L’ex assessore e attualmente Consigliera Comunale indipendente, Rossana Alleruzzo, pr

MERI’ (ME): NOMINA DEL COMMISSARIO AD ACTA PER PROVVEDERE ALLA DEFINIZIONE DI TUTTI GLI ADEMPIMENTI NECESSARI AL PIANO REGOLATORE GENERALE

  Merì (Me) : In qualità di consiglieri dobbiamo chiedere scusa ai Cittadini di non essere stati abbastanza vigili, ma L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DOVREBBE CHIEDERE SCUSA PER QUESTA ENNESIMA MANCANZA DI EFFICACIA, EFFICIENZA, ECONOMICITA’, TRASPARENZA E SENSO DI RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DEI CITTADINI”. Si chiude così la dura nota dei consiglieri comunali indipendenti di Merì, Rossana Alleruzzo e Marco Raffa, indirizzata al Sindaco, dott. Gervasio Bonansinga, al Segretario Comunale, Dott.ssa Andreina Mazzù, ai consiglieri comunali e all’Assessore del Territorio Ambiente, avente come oggetto: Interrogazione Piano Urbanistico Generale (P.U.G.): stato dell’arte e commissariamento amministrazione. L’interrogazione dei due consiglieri nasce dalla scoperta causale, attraverso internet, della nomina del Commissario ad acta presso il Comune di Merì per provvedere alla definizione di tutti gli adempimenti necessari al Piano Regolatore Generale, del R.E. e delle eventuali PP.EE. I consi