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CAMPAGNA RIFIUTI ZERO: Meno discariche, meno incenerimenti, più lavoro.



Rete Rifiuti Zero Sicilia – MESSINA
Risorse, non combustibili!

Comunicato
Fra gli spropositi scientifici più eclatanti, propalati da chi vede la gestione dei rifiuti come un redditizio e poco rischioso business e non come un servizio per i cittadini, c’è la truffa del cosiddetto recupero energetico. Questa dizione potrebbe far pensare che insieme ai rifiuti si butti via preziosa energia, ovvero che sia possibile trasformare la massa in energia bruciandola tal quale, o sotto forma di combustibile solido secondario (CSS) o derivato da rifiuti (CDR). Ciò è falso: le trasformazioni massa-energia possono avvenire solo per brevissimi istanti in enormi laboratori scientifici e nelle stelle, ma certamente non negli inceneritori (detti solo in Italia termovalorizzatori), né nei cementifici, né nelle centrali elettriche. Quello che si può fare sulla Terra è solo trasformare dei materiali (nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma) bruciandoli, cioè far reagire il carbonio presente nei combustibili con l’ossigeno dell’aria, ottenendo CO e CO2 e dell’energia termica, successivamente trasformabile a basso rendimento in energia elettrica.
Tanto meno carbonio nel combustibile (come nel CSS/CDR, a differenza del metano), tanto meno energia se ne ricava e, dipendendo da cosa si brucia, tante più sono le emissioni di altri materiali climalteranti, tossici, cancerogeni e/o dannosi (diossine, furani, ossidi di azoto, metalli pesanti, polveri sottili e ultrasottili, ecc.): un buon affare per chi brucia (specie se ci sono incentivi statali), un pessimo affare per chi respira vicino agli impianti. E’ anche per questo che Rete Rifiuti Zero Sicilia è contraria al progetto di trasformazione di linee di produzione della centrale Edipower di S. Filippo del Mela in una a CSS, che mette pure a rischio posti di lavoro. In alternativa noi suggeriamo la Strategia Rifiuti Zero 2020, che è invece tesa al massimo recupero possibile di materia, sotto forma di Materie Prime Seconde (MPS), procedura che assume, invece, un alto valore strategico per una moderna politica industriale. 
La Sicilia e l'Italia non dispongono di materie prime sufficienti ad alimentare il loro sistema industriale. Le materie prime reperibili sul mercato internazionale scarseggeranno sempre più in futuro, sia come fatto assoluto (stiamo scriteriatamente saccheggiando il pianeta), sia perché i paesi emergenti (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, ecc.) che dispongono di risorse punteranno ad usarle sempre più per il proprio sviluppo, e ne esporteranno sempre meno in futuro. Quindi una previdente politica industriale dovrebbe tener conto del fatto che qualunque grosso investitore internazionale per scegliere la Sicilia dovrà valutare, insieme ad altri parametri, la reperibilità ed i costi di approvvigionamento delle materie prime, quale parametro sempre più decisivo.
E' pertanto strategico, in questo scenario, che la Sicilia si attrezzi per recuperare il massimo possibile di MPS dai materiali post-consumo e quindi favorire il riciclo e il recupero di materia anziché avviare i rifiuti alla produzione di combustibili inquinanti, e meno che mai sversandoli in discarica. Si aggiunga che i rifiuti annualmente prodotti in Sicilia (2,6 milioni di tonnellate) hanno un valore di oltre €95.000.000 e potrebbero condurre alla creazione di almeno 5000 posti di lavoro stabile (stime UE), quando invece solo il loro ingresso in discarica costa ai siciliani all'incirca €260.000.000 (più i costi di biostabilizzazione, trasporto e gestione) con l’odiosa TARES.

Meno discariche, meno incenerimenti, più lavoro.

Beniamino Ginatempo consiglio scientifico nazionale L.I.P. Rifiuti Zero, R.R.Z.Sicilia e R.R.Z.Messina (cell.3287547423, beniamino.ginatempo@libero.it)
Egidio Maio, Lia Bernava responsabili provinciali ME L.I.P. Rifiuti Zero, R.R.Z.Sicilia e R.R.Z.Messina

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