Sono passati 40 anni dal rapimento di Aldo Moro, politico di spicco della Dc e già Presidente del Consiglio. Un fatto di cronaca che squarciò la politica negli anni più difficili della Repubblica.
Per parlarne e ricordarne l’importanza nel processo democratico italiano, si è tenuto , venerdì 31 marzo alle ore 18,00 nella Sala Consiliare del Palazzo Municipale l’incontro
“Chi e perché ha ucciso Aldo Moro – il racconto della vicenda del Presidente Dc rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse, attraverso i documenti di Stato e gli atti della Commissione Moro 2”. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Milazzo, èaperta alla cittadinanza e agli studiosi della tematica.
“Chi e perché ha ucciso Aldo Moro – il racconto della vicenda del Presidente Dc rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse, attraverso i documenti di Stato e gli atti della Commissione Moro 2”. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Milazzo, èaperta alla cittadinanza e agli studiosi della tematica.
Tra i relatori l’On. Gero Grassi, vicepresidente Gruppo PD Camera dei Deputati e componente della Commissione d’inchiesta sul caso Moro e il parlamentare del PD, On. Tommaso Currò.
I lavori sono stati aperti dagli interventi del sindaco Giovanni Formica e del Presidente del Consiglio Comunale Gianfranco Nastasi.
Aldo Moro: un uomo giusto, mite e saggio, queste le parole, nel discorso di S.E. Mons. Giovanni Marra che pronunciò la mattina del 21 settembre 2003 nel piazzale del Duomo Moderno di Milazzo , quando giunse a Milazzo la
vedova di Aldo Moro, sig.ra Eleonora, una donna gracile, anziana, composta nel suo lutto e l'inseparabile la figlia Agnese, che la accompagna, una signora distinta, coi i capelli brizzolati ricciuti, che ci ricordano il padre, come lui sorridente e disponibile, che più in là, si intratterrà affettuosamente con la gente.
La Signora Eleonora vedova dell'On Moro |
Il Sindaco Nino Nastasi consegna una targa alla figlia Agnese |
La figlia Agnese, come si dirà nell’omelia, era assai cara al padre e più volte ricordata nelle sue ultime lettere. Insieme ad esse entrano numerose le Autorità civili e religiose, fra cui S.E. Mons. Giovanni Marra, don Gaetano Modesto e don Santino Colosi.
In una Chiesa Madre gremita di folla, l'ingresso della famiglia Moro fu salutato da scrosciante applauso dei fedeli di Milazzo, raccolti in preghiera con i familiari del grande Statista.
Toccherà al Vescovo, traccerà la figura del grande Statista ed amico, Aldo Moro.
E’ una sofferenza – ieri ed ancora oggi – per tutti, per il popolo italiano ma anche e soprattutto per la famiglia ricordare la perdita dell’Uomo, che è ancora nel cuore di tutti, di colui che dimostrò particolare sensibilità al problema del terrorismo. Memoria che non può essere taciuta, né dimenticata – se la storia è maestra di vita, noi dobbiamo partire da quel tempo di sofferenza e di travaglio che fu il ’68, anno che doveva portare novità, ma che, invece, nel ’70 è degenerato: infatti alcuni giovani, che sembrava dovessero nutrire alti ideali, invece intrapreso la strada sbagliata, che ha portato solo dolore e morte. Ecco perché la storia è maestra di vita ed ecco perché dobbiamo ricordare quel tempo in cui la figura di Aldo Moro si elevava sopra tutti, per la struttura morale e culturale dell’uomo".
Dalla sua prigione, lì 27.3.78
(lettera del'On Moro alla moglie) Mia Carissima Noretta,
(lettera del'On Moro alla moglie) Mia Carissima Noretta,
Milazzo (nel 2003 intitolata una Via all'On Aldo Moro |