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L'Europa e lo sviluppo del territorio". l'incontro a palazzo D'amico di ieri moderato da Antonio Foti



Interessante, purtroppo non tanto seguito causa la giornata feriale  il convegno " L'Europa e lo sviluppo del territorio". l'incontro a palazzo D'amico di ieri moderato da Antonio Foti, consigliere comunale di Mdp, e si proponeva di far comprendere l'importanza dello strumento offerto dai fondi comunitari per fare sviluppare il territorio.
La crisi che attanaglia le casse comunali in generale e quelle Statali spingono a trovare soluzioni in quei finanziamenti che l'Europa mette a disposizione delle cosiddette zone depresse, tra cui rientra la Sicilia.
I Fondi Europei vengono considerati come unica fonte per poter sviluppare il territorio e progettare e programmare il futuro.

Invece c'è da chiedersi , perchè i fondi europei, cosa sono e perché l’Italia non li sa usare ?

Si sente spesso parlare dei così detti fondi europei ma pochi sanno cosa sono e per molti rimangono solo una leggenda metropolitana. Quando vengono nominati, soprattutto in Italia, assumono un carattere negativo in quanto viene posto l’accento sul fatto che non siamo capaci di usarli diventando quasi un peso, come se avere dei soldi in tasca costituisse un problema perché troppo difficile pensare a come spenderli. 
Vediamo innanzitutto cosa sono questi fondi, da dove arrivano, come spenderli e soprattutto perché l’Italia fatica a farlo. 
Cosa sono i fondi europei? 









Quando si parla di fondi europei ci si riferisce per l’esattezza ai fondi strutturali cioè degli strumenti di intervento creati e gestiti dall’Unione europea con lo scopo di finanziare progetti di sviluppo all’interno dell’UE. Questi fondi nascono con tre principali obiettivi: aumentare la competitività e l’occupazione, ridurre la disparità tra le regioni in termini economici, aumentare la cooperazione transfrontaliera. Il motivo principale per il quale questi fondi sono stati istituiti è l’intento di rendere gli Stati dell’UE il più omogenei possibile, avvicinandoli dal punto di vista economico al fine di realizzare un’unione non più solo economica ma anche politica (se gli Stati sono più simili sarà più semplice praticare politiche comuni). I fondi europei hanno una ciclo di sette anni, al loro scadere verranno rifinanziati e riscritti in base alle necessità che nel frattempo possono essere mutate, oppure a seguito dell’entrate di nuovi Stati nell’Unione. 


Da dove arrivano i soldi? 



Attualmente i fondi europei costituiscono il 37% del bilancio dell’intera Unione, cioè più di un terzo dei soldi spesi dall’UE sono investiti nei fondi strutturali. Ma da dove arrivano i soldi? Di certo non cadono dal cielo e nemmeno vengono stampati a piacimento dalla BCE come sostengono alcuni. L’intero bilancio dell’UE, e quindi anche i soldi che vengono investiti nei fondi, provengono dagli stessi Stati europei i quali finanziano l’UE principalmente tramite: dazi doganali che vengono riscossi sulle merci che entrano nell’UE, prelievi sui prodotti agricoli importati, contributi basati sulle entrate dell’IVA e sul prodotto nazionale lordo di ogni Stato membro. 

Per le politiche di coesione del periodo 2014-2020 ecco come sono stati divisi i Paesi dell’UE: le aree in rosso sono quelle considerate le più bisognose perché meno sviluppate delle altre. 

L’Italia e i fondi europei 
L’Italia, oltre ad essere tra i maggiori contribuenti, è anche tra i paesi che maggiormente usufruiscono dei fondi, almeno della teoria. Nel 2013 ha elargito l’11% dei versamenti posizionandosi al quarto posto dopo Germania, Francia e Regno Unito, mentre ha ricevuto 27,92 miliardi di euro occupando il terzo posto dopo Polonia e Spagna. 
Come l’Italia (non) spende i fondi europei 

Mentre ci sono Stati che si lamentano di pagare più di quanto ricevono, ci sono altri che pur avendo i soldi faticano a spenderli. Tra il 2007 ed il 2013 l’Italia ha speso meno della metà dei soldi che ha ricevuto facendo peggio solo di Croazia e Romania. Ma com’è possibile che ciò avvenga? Ebbene, una volta che i soldi vengono assegnati a ciascuno Stato, esso deve adoperarsi affinché vengano convogliati in progetti specifici e questo richiede una pianificazione “dal basso” che deve coinvolgere tutti gli attori politico-amministrativi, dal governo nazionale alle regioni, alle province, ai comuni fino ai sindacati, alle associazioni, alle imprese ecc.. e spesso in tutto ciò la burocrazia costituisce il più grande ostacolo. Spesso poi si prediligono progetti che mettono in ballo cifre molto elevate a discapito di quelle più modeste per paura di incappare in difficoltà organizzative, limitando però così l’accesso ai fondi stessi. Ora il Bel Paese si trova a dover spendere questi soldi in maniera affrettata rischiando veramente di mettere i soldi nelle mani sbagliate. 

È evidente che, ancora una volta, la scarsa organizzazione e l’eccessiva burocrazia dello Stato italiano, ci impediscono di fare passi avanti rischiando al contrario di perdere ancora più credibilità agli occhi dell’Europa intera. Semplificare l’accesso a questi fondi, senza ovviamente perdere il controllo sui destinatari, deve diventare una priorità perché è assurdo pensare che ci siano a disposizione dei soldi per migliorare la vita dei cittadini e che questi non vengano utilizzati. 

Ecco infine un esempio di come un’azienda di Praga, usufruendo dei fondi europei, è riuscita a crescere ed ad aumentare la propria produzione. 

Tanti Comuni italiani hanno istituito appositi Sportelli Europa , un servizio offerto dalle amministrazioni locali , mirato a fornire informazioni e monitoraggi dell’attività dell’Unione Europea, dalle possibilità di finanziamento alle leggi comunitarie, fino ai fondi europei gestiti dalla Regione . Il servizio è gratuito.
FINALITA' E SCOPI DI SPORTELLO EUROPA 
CHE COS’E’ SPORTELLO EUROPA? 
A CHI E’ RIVOLTO SPORTELLO EUROPA? 

Sportello Europa si rivolge alle imprese (in particolare le piccole e medie), alle associazioni, alle cooperative ed a tutti gli attori economici, sociali e culturali del territorio del Comune di Fonte Nuova e dei comuni limitrofi. Ma Sportello Europa è rivolto anche a tutti i singoli cittadini che desiderino conoscere le possibilità offerte dall’Unione Europea in termini di mobilità per studio o lavoro, incentivi alla ricerca, sostegno alla formazione professionale. 

COME FUNZIONA SPORTELLO EUROPA?

Sportello Europa utilizza un servizio di registrazione per coloro che desiderano usufruire, gratuitamente, del servizio; questo sistema permetterà la creazione di una banca dati delle esigenze e priorità degli iscritti, permettendo al personale dello Sportello di realizzare un’informazione periodica e puntuale di tutte le possibilità offerte dall’UE e dalla Regione in termini di bandi, appalti e concorsi pubblici. Inoltre saranno realizzati opuscoli informativi settoriali sui vari programmi tematici dell’Unione (Ambiente, Cultura, Istruzione, ecc.), che saranno a disposizione degli utenti presso i locali dello Sportello.

CHE AIUTO OFFRE SPORTELLO EUROPA? 

Oltre alle informative costanti sulle possibilità di finanziamento, Sportello Europa offre consulenza iniziale per i richiedenti che vogliano presentare un’offerta progettuale in risposta ad un bando evidenziato dallo Sportello. La consulenza prevede informazioni di massima sulla realizzazione di un progetto, in particolare per quanto riguarda l’ammissibilità del richiedente (requisiti formali) e la spiegazione degli obiettivi e delle finalità previste dal bando. Sportello 

Europa inoltre segnalerà agli utenti gli eventi rilevanti del settore, quali ad esempio le giornate informative (info-days) relative ai programmi di finanziamento comunitari, in calendario a Bruxelles o sul territorio nazionale. Sono infine evidenziati anche i corsi di formazione professionale, organizzati dalla Regione con l’utilizzo dei fondi europei. 

Presso il sito del Comune di Milazzo è consultabile 



(foto a cura prof Mento)

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