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Province, queste sconosciute. Noi candidiamo il sindaco di Milazzo Giovanni Formica

Avv.to Giovanni Formica  Sindaco di Milazzo
Da settimane è partita una campagna elettorale più o meno sotterranea per la gestione dell’ex provincia regionale che per la prima volta non sarà guidata da un presidente eletto dai cittadini. 

Domenica 29 novembre saranno eletti i sindaci metropolitani di Palermo, Messina e Catania e dei presidenti dei Liberi consorzi dei comuni siciliani. . Se a livello nazionale, infatti, la Legge Delrio assegna la guida dell’area al sindaco del capoluogo, in Sicilia a scegliere saranno sindaci, consigli comunali e presidenti di circoscrizioni. 
29 Novembre 2015 potrà definirsi giorno certamente storico perché concluderà quel lungo percorso durato 63 anni, iniziato con l’istituzione delle province d’Italia per come le abbiamo conosciute sino ad oggi.
Ma cosa cambierà con l’attuazione della riforma? 
Partendo dal presupposto che i dipendenti delle provincie rimarranno alcuni come sono, altri passeranno alla Regione, altri ancora ai comuni, le cariche elettive saranno di secondo grado ed a titolo gratuito: il “taglio” ai 3700 politici italiani tra presidenti, consiglieri e assessori provinciali si tradurrà in 32 milioni di euro di risparmio. Una bazzecola, però, se paragonati ai 2,3 miliardi di euro costo complessivo annuo delle province. La riforma prevede anche l’istituzione delle città metropolitane che in Italia saranno dieci a partire dal 2016 (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Roma, Napoli, Reggio Calabria, alle quali dovrebbero aggiungersi Cagliari, Palermo, Messina e Catania): subentreranno alle province omonime e succederanno ad esse in tutti i rapporti attivi e passivi, esercitandone le funzioni nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e degli obiettivi del patto di stabilità interna. 
Gli organi saranno il sindaco, il Consiglio metropolitano e a conferenza metropolitana. Le nuove province, durante questa fase transitoria, manterranno le funzioni di area vasta e quelle di pianificazione di territorio, ambiente, trasporto, rete scolastica. Il trasferimento delle funzioni e del personale a regioni e comuni vedrà la redistribuzione del patrimonio e del personale con lo stesso compenso.
Gli organi dei nuovi enti saranno il presidente, il Consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, con incarichi tutti a titolo gratuito. Il presidente è eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della Provincia. Il consiglio provinciale, a seconda del numero degli abitanti, è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali. L’assemblea dei primi cittadini è composta dai sindaci dei comuni della Provincia. Il sistema dovrebbe incentivare le unioni e le fusioni tra comuni più piccoli, è per un altro conseguente taglio della spesa pubblica. 
Insomma,siamo alla vigilia di una piccola grande rivoluzione interna al nuovo ente intermedio, attraverso l’elezione del presidente del consiglio. Chi la spunterà tra i tre candidati in lizza Chi siederà sullo scranno più alto del nuovo Consiglio provinciale di Messina
L’occasione della prossima elezione del Sindaco della Città Metropolitana di Messina, ovvero il nuovo Ente intermedio che andrà a sostituire la disciolta Provincia Regionale, sollecita i canditati alla sindacatura della città metropolitana a rendere noti i programmi di sviluppo che essi intendono realizzare. 
Ovvero i princìpi di partecipazione, di sussidiarietà orizzontale e verticale impongano un coinvolgimento, già nella fase preliminare di presentazione delle proposte di pianificazione territoriale indirizzata a un progetto di possibile sviluppo economico sociale, di tutta la comunità metropolitana e delle sue organizzazioni sociali, portatrici di interessi economici generali e di istanze di interesse collettivo. Partecipazione e consenso costituiscono infatti le pre-condizioni essenziali per avviare un effettivo processo innovativo di sviluppo economico sociale di un’area metropolitana vasta estesa, nel nostro caso, da Tusa fino a Giardini Naxos. 
La città Metropolitana non è solo un’istituzione, un nuovo complesso di procedure, di norme e di regole, una diversa configurazione di confini amministrativi, ma è anche e soprattutto l’occasione per creare un modo nuovo e diverso di governare il territorio e di attuare strategie (ambientali, sociali, economiche, produttive, commerciali, culturali, dei trasporti ecc.), le cui dinamiche e i cui effetti vanno al di là dei semplici confini amministrativi dei comuni come oggi li conosciamo. 
L’interesse dei Comitati Territoriali per queste tematiche è soprattutto dettato dal fatto che la “funzione Metropolitana” sottolineata con maggior forza dalla L.R. 5/2015 è quella dello “sviluppo strategico del territorio metropolitano”, che si declinerà con il Piano Strategico Triennale e con le politiche attive di “promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della città”. 
«La scelta di tale data è legata alla necessità di rendere nota la prima applicazione delle nuove procedure e alla necessità di dare ai sindaci un periodo più ampio possibile, per consentire loro di preparare le candidature e raggiungere gli accordi necessari». 
Potranno essere eletti quei sindaci il cui mandato non scade entro i prossimi 18 mesi. Il sindaco metropolitano rimarrà in carica fino a quando sarà amministratore della città di provenienza, mentre la giunta sarà successivamente eletta fra i nominativi che lo stesso sindaco proporrà una volta insediato. Nello specifico il futuro numero uno dell’area metropolitana stilerà una lista pari a tre volte il numero degli assessori della Città metropolitana e alla carica potranno concorrere anche i consiglieri comunali. 



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