(Le tappe del cammino di Gioacchino) |

Sulle strade percorse dall'abate Gioacchino, un gruppo di volontari immagina un percorso culturale e turistico alla scoperta della Calabria e dei suoi borghi. Si parte dall'abbazia di Corazzo
Domenica, 30 Agosto 2015 10:00
CARLOPOLI L'abbazia di Corazzo è entrata a far parte dei "Luoghi del cuore" del Fai (Fondo ambiente italiano) grazie alle firme di coloro che hanno votato questo luogo come meta prediletta, bene da salvare. La notizia non è nuova, la vera novità sta nel fatto che i ruderi del vecchio monastero fondato da monaci benedettini nell'XI secolo, per anni abbandonati a se stessi, sono diventati un polo di attrazione turistica non indifferente. Nell'estate del 2014 l'abbazia di Santa Maria di Corazzo, incastonata tra i monti della Sila Piccola catanzarese, sulle rive del fiume Corace, ha avuto 3.000 visitatori. Nel 2015, 3.000 presenze sono state raggiunte nei primi mesi dell'anno, in pieno inverno, in un luogo che fino a poco tempo fa veniva ignorato dai più anche in alta stagione. Il merito è di un manipolo di volontari che hanno deciso di dare vita a un sogno e far rivivere non solo Corazzo ma tutti i paesi del circondario presilano. Sono dei folli? Anche, se si pensa che tra i promotori dell'iniziativa, oltre al Comune di Carlopoli nel quale ricade l'abbazia, ci sono i componenti della onlus "New Day" un'associazione formata dalle famiglie e dagli stessi pazienti del Centro di salute mentale del Reventino che si trova a Decollatura, a pochi chilometri da Carlopoli. Altri promotori sono i volontari della cooperativa sociale Ss Pietro e Paolo di Lamezia Terme e l'azienda agricola Miceli. Queste realtà, insieme, hanno dato vita al progetto "Gedeone", una sorta di "impresa sociale" – come la definisce il presidente della Ss Pietro e Paolo, Antonio Mangiafave – destinata a far rinascere questo luogo del cuore. Ma non solo. La rinascita di Corazzo rappresenta una ripresa anche per tutti coloro che stanno dando il loro contributo al progetto. Gedeone nasce «per realizzare un percorso di agricoltura terapeutica, turismo sociale e di valorizzazione dei beni ambientali. In questo iter – scrivono i responsabili del progetto – si cerca di favorire l'inclusione di persone con disabilità psichiche o che vivono situazioni di disagio economico e sociale di vario genere. Si tratta di uno dei pochi casi in cui esiste una forte sinergia e dialogo tra le istituzioni locali e il mondo associazionistico e del terzo settore. Ad un anno dall'inizio dell'esperienza, il gruppo di lavoro si è rivolto all'ente Parco che sarà d'ora in poi partner attivo nella progettazione, sviluppo e manutenzione dei sentieri che, attraversando l'Appennino calabro, congiungeranno i mari Tirreno e Ionio».
IL CAMMINO DI GIOACCHINO Oggi i tursiti possono essere accompagnati attraverso i ruderi e la storia dell'abbazia da una guida che racconta loro come vivessero tra quelle mura i monaci benedettini nel XI secolo e i cistercensi nel secolo successivo. Ma, soprattutto, la storia di Santa Maria di Corazzo si incrocia con quella di Gioacchino da Fiore, che qui vestì l'abito monacale, divenendone subito dopo abate. Proprio a Corazzo Gioacchino da Fiore scrisse le sue opere principali, aiutato dagli scriba Nicola e Giovanni. È lui, il terzo filosofo più studiato al mondo, una delle colonne portanti del progetto Gedeone. Il suo nome riecheggia tra le pareti antiche del monastero e, in suo nome, ci si mette in cammino. Lui, infaticabile camminatore, ha ispirato "il cammino di Gioacchino", una sorta di cammino di Santiago alla scoperta della Calabria, dei suoi borghi, della frescura dei suoi alberi e dell'accoglienza riservata ai pellegrini. Sono tappe di circa 20/25 chilometri.
La prima tappa del cammino parte dalla storica chiesa della Veterana di Lamezia Terme e giunge a Corazzo. La seconda prevede il percorso Corazzo – Tirivolo (porta sud del parco nazionale delle Sila). Qui il percorso si divide: chi preferisce la via tranquilla – per quanto si tratti di 50 chilometri divisi in due tappe chilometri – può intraprendere la strada che porta a Lorica facendo sosta a Bocca di piazza (frazione del Comune di Parenti). Il percorso selvaggio per i più avventurosi porta, invece da Tirivolo a San Giovanni in Fiore dove Gioacchino fondò la sua abbazia. «Le persone devono fermarsi nei paesi, mangiare, dormire, vedere cosa c'è», dice Pietro Scardamaglia, medico nel Csm di Decollatura e tra i promotori del "cammino di Gioacchino". L'attività portata avanti dal progetto Gedeone non è sfuggita alla dottoressa Ada Occhiuzzi che è membro dell'Endas, L'ente nazionale democratico di azione sociale, punto di riferimento nel mondo dell'associazionismo italiano e protagonista del fenomeno dell'auto-organizzazione dei cittadini che vogliano rispondere al bisogno di attività culturali, turistiche, ambientalistiche, sportive ed artistiche. Attraverso l'Endas, i cui rappresentanti lavorano come a fianco dei politici nel Parlamento europeo, Gedeone ha ricevuto i complimenti dell'Unione per le attività che sta portando avanti.
IL CAMMINO DI SAN GIACOMO Santiago de Compostela non è lontana. A Perugia risiede la confraternita di Santiago in Italia e a Reggio Calabria si trova il capitolo calabrese. Il desiderio dei membri di Gedeone è quello di sviluppare il percorso di san Giacomo (Santiago, appunto) in Calabria partendo dalla chiesa dedicata al santo apostolo a Tropea fino ad arrivare a Paola. Un cammino di devozione sul quale, accompagnati dalla confraternita e sulla scia del famoso cammino spagnolo, si sta lavorando all'interno del gruppo. Il successo del percorso dedicato a Gioacchino fa ben sperare. L'intento è quello di sperimentare la scoperta, la fede, l'accoglienza, l'amore per la Calabria attraverso i suoi sentieri e i piccoli borghi. Partendo dal basso, è il messaggio che trasmette Gedeone, si possono raggiungere grandi traguardi. Perché, come soleva dire San Francesco d'Assisi: «Non è il cammino che è difficile, è il difficile che è cammino».
Alessia Truzzolillo