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CRISI POLITICA Monforte San Giorgio. Si dimette il consigliere Stefania Polito





La compagine “Insieme si può” , a più di due anni dalla vittoria alle elezioni, perde un altro tassello: a rassegnare ledimissioni è il consigliere Stefania Polito che questa mattina, con una propria lettera, ha spiegato le motivazioni del suo gesto.

Giovedì, 17. Settembre 2015 - 
Scritto da: Serena Sframeli
Categoria: tirreno

La crisi politica della compagine “Insieme si può” ha portato alle dimissioni del consigliere Polito, l’unica che non si era legata ad un gruppo nel consiglio comunale sempre più frammentato.
Sempre più frammentata e in crisi l’ormai ex maggioranza a sostegno del sindaco Giuseppe Cannistrà.
Alla base di tutto c’è sicuramente la morte del progetto iniziale della compagine e la mancanza di un tentativo di ricompattare il tutto e provare un nuova strada per il bene del paese.
“Le motivazioni- si legge nel documento-che mi hanno spinto a questa decisione sono state svariate, e devo ammettere che sono arrivata a questa decisione dopo un periodo molto complesso e dopo aver fatto un'attenta disanima sia del mio operato che di tutta la situazione politica. Sono stata molto orgogliosa di essere stata eletta, di aver ricoperto questa carica per 2 anni e 3 mesi e di essermi impegnata, nei limiti delle mie possibilità, nel dare il mio contributo a questa importante assemblea elettiva, ma purtroppo con l'andare avanti e a causa anche di molti eventi che si sono susseguiti in questi anni che hanno destabilizzato l'assetto politico che era nato dopo le elezioni, mi sono resa sempre più conto che, per quanto armata di tanta buona volontà, le mie azioni da consigliere comunale non sono state così incisive e fattive come era nelle mie aspettative”.
Il consigliere parla poi di alcune decisioni “prese dal capo di questa amministrazione, che a mio avviso hanno definitivamente chiuso le porte al progetto che era maturato prima delle elezioni e che aveva fatto nascere una compagine che doveva lavorare assieme per il bene della comunità. Sono convinta che l'attuale esecutivo stia facendo del suo meglio per soddisfare le necessità della collettività ma la mia breve esperienza e la mia visione forse un po' utopistica, mi suggeriscono che non si può operare distaccati dall'organo politico che è il consiglio comunale, si doveva e poteva lottare insieme contro tutte le avversità dettate sopratutto dai tagli regionali e dal crescente carico fiscale che grava sui cittadini, e dalla burocrazia che molto spesso blocca il normale iter delle pratiche che in teoria dovrebbe scorrere tranquillo, invece di camminare molte volte in solitaria o di perdersi in inutili e controproducenti polemiche”.
Non manca poi un ringraziamento ai colleghi consiglieri con cui Stefania Polito si è sempre confrontata, anche se a volte le posizioni e gli atteggiamenti non erano condivisi, ma soprattutto il consigliere ringrazia “tutti coloro che mi hanno votato, aiutato e sostenuto, perché è grazie a loro che ho potuto intraprendere qualche iniziativa e realizzare qualche evento ed è soprattutto per loro che questa mia decisione risulta molto pesante e per me molto difficoltosa, ma così non mi sento di andare avanti, perché non mi sono candidata né per stare a guardare ciò che succede né per fare solo recriminazioni sull'operato altrui. Un' ultimo ringraziamento va all'assessore Battaglia che mi ha aiutato a gestire le vicissitudini della mia frazione, a lui va la mia preghiera di continuare a portare avanti alcuni progetti già avviati e che mi stanno particolarmente a cuore, come la realizzazione della rete fognaria ad oggi ancora mancante in una parte del paese”.
La crisi interna alla maggioranza era iniziata nel settembre del 2014 con la costituzione del gruppo “La linea continua” con i consiglieri Visalli, Nastasi e Casella; dopo pochi mesi si erano distaccati i consiglieri Maimone, Pinizzotto e Merlino. Stefania Polito era rimasto l’unico consigliere indipendente visto che non si era legata a nessun gruppo. Nell’opposizione invece due i gruppi presenti: “Sicilia Democratica” con l’ex sindaco Romanzo e Viviana Cannistrà e “Movimento Monfortese” composto da Cattafi, Di Toro e Merlino.
Un consiglio frammentato quindi che più volte ha chiesto al sindaco di provare a superare questa situazione conflittuale e riavviare un nuovo dialogo per il bene del paese. Diversi poi gli incarichi revocati e le dimissioni per quanto riguarda gli assessori: attualmente la giunta è composta da Antonino Battaglia, Piera Basile, Claudia Cecchi e lo stesso sindaco.
Il consigliere Polito sarà ora sostituito dalla giovane Katia Formica.

Cannistrà aveva battuto alle elezioni la lista “Uniti per Monforte” con Antonio Cannistrà sindaco con il 63,50% dei voti; all’interno della compagine avversaria vi era l’uscente sindaco Nino Romanzo.
Gli assessori designati erano Rosangela David, l’avvocato con delega alle politiche sociali, alle pari opportunità, alla cultura e beni culturali e paesaggistici, al contenzioso e alle politiche comunitarie; in rappresentanza della frazione Marina c’era Domenico Grasso con delega allo sviluppo economico, alle attività produttive, al turismo, allo sport, al tempo libero e allo spettacolo. L’esecutivo venne poi completato con la nomina, per la frazione Pellegrino, di Nicolò Chillè, con delega al decoro urbano, ai servizi cimiteriali, al verde pubblico, all’ambiente e politiche ambientali, e con Giovanni Giorgianni, che ottenne la delega al demanio, al patrimonio, alla viabilità comunale ed intercomunale e alle politiche energetiche. Venne poi eletto Presidente del consiglio Antonino Vianni, e vice presidente Rosalia Nastasi.
Domenico Grasso venne nominato vice-sindaco, mentre il sindaco Cannistrà iniziava con la nomina di alcuni esperti a titolo gratuito: Francesco Basile per l’attuazione del programma politico-amministrativo con particolare riferimento agli aspetti economico-finanziari, e l’architetto Pietro Casella dopo.
Il primo taglio nell’amministrazione si registra a febbraio 2014, con la revoca dell’assessore Chillè a seguito di un’inclinazione dei rapporti di fiducia e di un’azione in antitesi con l’amministrazione. Le deleghe passarono nelle mani del sindaco.
Nell’aprile 2014 venne nominato assessore ed è tutt’ora in carica Antonino Battaglia, che non ha subito ricevuto deleghe ma ha parlato di un assessorato a tempo legato al raggiungimento degli intenti prefissati. Nel luglio 2014 il primo abbandono: il vice sindaco ed assessore Grasso rassegna le dimissioni per incompatibilità di natura politico-amministrativa.

L’esecutivo resta quindi composto dalla David, Giorgianni e Battaglia che intanto riceve le deleghe ai lavori pubblici, turismo e spettacolo. Ad agosto la frazione Marina trova un nuovo rappresentante in Piera Basile, attuale vice sindaco e assessore, che riceve la delega alle attività produttive, sport, patrimonio comunale, servizi cimiteriali, demanio e beni demaniali.
Dopo una calda estate, il mese di settembre continua a mantenersi abbastanza rovente: tre consiglieri si distaccano dalla maggioranza. Rocco Visalli, Rosalia Nastasi e Cettina Casella decidono di prendere le distanze dal modo di fare politica del’amministrazione: la politica del fare sempre e comunque non viene più accettata ed avallata. Questo distacco colpisce l’assessore David che ha condiviso, soprattutto con Casella e Nastasi, questa esperienza politica fin dalla nascita del gruppo “Insieme si può”: a fine settembre la David lascia l’assessorato, parlando di come è mancata l’azione di squadra, ritenuta uno dei punti fermi nell'azione politico-amministrativa.
L’esecutivo è quindi ora composto da Giorgianni, Battaglia e Basile.Durante una seduta consiliare di novembre si registra un altro scossone nella maggioranza di Cannnistrà, che vede il distacco dei consiglieri Antonio Pinizzotto e Maria Rosa Maimone del gruppo Pd: la crisi politica e il mancata processo rivoluzionario decantato in campagna elettorale alla base di questa decisione. Anche il consigliere Merlino lascia la maggioranza nella stessa seduta, deluso dal progetto “Insieme si può”, a suo dire miseramente fallito dopo alcuni mesi.
Il consiglio a questo punto non ha più una maggioranza, la crisi politica è sempre più forte e porta, a dicembre 2014, alle dimissioni del presidente del consiglio Antonino Vianni. Le motivazioni sembrano derivare proprio dalla crisi interna alla maggioranza; Vianni rimette la propria carica nelle mani del consiglio per avviare una valutazione politica-amministrativa che possa portare a nuovi scenari.
Il 2015 inizia con un nuovo abbandono: a febbraio lascia anche l’assessore Giovanni Giorgianni, che aveva le deleghe a viabilità comunale ed intercomunale, bilancio, innovazione tecnologica, verde pubblico, politiche energetiche. Giorgianni giustificò le dimissioni con propria lettera con l’assenza di “una proficua azione politica condivisa con il gruppo Insieme si può”.
Il primo cittadino Cannistrà resta quindi con due assessori: Piera Basile e Antonino Battaglia. Piera Basile, che ricopre anche la carica di vice sindaco, ha le deleghe a attività produttive, patrimonio comunale, demanio e beni demaniali, servizi cimiteriali, personale e contenzioso, mentre Battaglia detiene l’assessorato ai lavori pubblici, illuminazione ed efficientamento energetico, acquedotto, tutela beni storici, artistici e paesaggistici, sport, turismo e spettacolo.
Il consiglio trova a fine febbraio un nuovo presidente in Mimmo Di Toro, consigliere del gruppo di opposizione, che viene eletto alla seconda votazione: il neo presidente afferma subito che il suo è un impegno a tempo, in assenza di condizioni si va verso le dimissioni.
Il consiglio è più frammentato che mai: quattro gruppi consiliari e un consigliere indipendente. L’elezione di Di Toro porta alla nascita, dopo i gruppi nella ex maggioranza del Pd e “La linea continua”, al “Movimento Monfortese” composto dai consiglieri di opposizione Cattafi e Di Toro e dal consigliere di ex maggioranza Merlino.Nasce poi anche il gruppo “Sicilia democratica”, composto dai consiglieri Romanzo e Cannistrà, di opposizione. L’unico consigliere a non essere legata ad un gruppo è Stefania Polito, ex maggioranza.
L’ultimo scossone arriva qualche giorno fa con le dimissioni del Presidente del consiglio Mimmo Di Toro, subentrato al dimissionario Vianni. Di Toro sperava di poter ricompattare il consiglio e lavorare per il paese, ma la candidatura di servizio verso l’istituzione e verso i cittadini è andata ad infrangersi “nelle poliedriche sfaccettature di questa amministrazione”.

Serena Sframeli

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