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Si è svolta, sabato scorso,  a Palazzo D’Amico un’interessante serata culturale, nella quale il noto poeta milazzese Rocco Amato ha presentato al pubblico la sua opera dal titolo “Come riflesso sull’acqua”, 

Dopo la raccolta di poesie "Il Silenzio nel Cuore", Rocco Amato ritorna in libreria con un altra collana dal titolo "Come riflesso sull’acqua“ 
La presentazione ufficiale, patrocinata dal Comune di Milazzo è avvenuta,sabato 10 dicembre 2016, Palazzo D'Amico ore 17,00. 
In tanti al Palazzo D'amico per il poeta Rocco Amato che dà voce a situazioni autobiografiche, legate a presenze familiari… al territorio … alla normale quotidianità della vita…L’umanità che traspare è cordiale e diretta…“. 
E’ il suo piccolo mondo, compone poesie, non parla mai dei tanti riconoscimenti che negli anni gli sono s stati tributati.

Rocco, garbato e semplice, silenzioso e schivo, tiene dentro di sè quel prezioso dono che lo accompagna da decenni, la composizione poetica! 
Non ha avuto mai bisogno di ispirazioni trascendentali o di immagini costruite ad arte per comporre i suoi versi: il mare, la famiglia, la natura, la vita di ogni giorno sono stati in grado di fornirgli lo spunto per affidare alla poesia i suoi sentimenti. Semplice e sincero nativo del Tono, appartenente alla nostra generazione, che vive la sua vita circondato dagli affetti familiari e dalle cose di ogni giorno, inesauribile fonte alla quale si disseta, con intensa e genuina devozione.
Rocco Amato disarma con la sua candidezza e la sua generosità, rendendosi autentico agli occhi di quanti vivono nel solco degli insopprimibili valori umani e religiosi. Il correlatore, prof. Vito Natoli, ha evidenziato che Rocco Amato, malgrado certe ingenuità dal sapore ermetico, possiede uno spartito scritto con la nitidezza del disegno breve con cui si fa capire. Le sue odi prendono corpo quando è lui stesso a recitarle; è una scrittura poetica e le sue opere rispecchiano il suo modo di vivere, vicino al mare, ai pescatori, alla brava gente, valori non bisognosi di assonanze e di rime, poesie originate dall’animo buono che sa trasmettere e offrire emozioni. Il poeta «intercorre» la sua interiorità di uomo semplice e non s’illude, né giustifica la rassegnazione, avendo una tanto grande capacità di criticare che stupisce a volte chi legge dal profondo del cuore.
Eseguire una recensione letteraria non è mai semplice, questo perché capire esattamente il genere, riuscire a comprendere adeguatamente il testo e i significati e i messaggi che l'autore vuole trasmettere non è sempre facile. E' toccato alla
conduttrice della manifestazione  la prof.ssa Graziella Giorgianni, peraltro autrice della prefazione, e le cui parole vibranti e significative hanno tracciato la personalità letteraria di Rocco Amato: “La sua poesia è improntata alla semplicità". 
Gli stili di scrittura sono molto variabili e quindi necessitano di attenzioni e conoscenze diverse per poter procedere con una recensione. Nel caso si debba recensire una silloge poetica il problema si complica, visto che il genere è ancora meno conosciuto e comunque necessita di attenzioni molto particolari. La poesia deve essere controllata nel suo insieme, nella musicalità, nella trasmissione delle emozioni e del messaggio. 

 “La sua poesia è improntata alla semplicità. ha osservato la la relatrice – Dietro le sue liriche ci siamo noi con il nostro sentire: egli elabora i versi con una semplicità, nella quale ciascun essere umano si ritrova avvinghiato mediante un rapporto d’esperienza individuale e collettivo dinanzi ai temi esistenziali, quali la vita o la morte”. La prof.ssa Caterina Barresi, presidente dell’associazione “FilicusArte”, sodalizio artistico-culturale operante sul territorio tirrenico della provincia di Messina, si è così espressa: “Rocco Amato è conosciuto ed apprezzato dalla gente e traspare in lui il senso della socievolezza. Rocco artista è come Rocco persona: due persone dalla medesima etica e sensibilità, attento ai problemi sociali contemporanei per i quali vede sempre in fondo al tunnel una luce di speranza e di pace”. 

Tanti i personaggi del mondo della cultura per prof. Filippo Russo: “Prendendo spunto da un’affermazione di Francesco De Sanctis, posso parafrasare che il contenuto riflette Rocco Amato come se stesso nelle sue odi. – ha rilevato il noto critico letterario – La sua vena religiosa è dotata di una leggerezza che lo fa aleggiare come una farfalla. Molto considerevole è la similitudine del ramo spezzato in rapporto a lui, una calorosa allegoria fra la sua solitudine e la voglia di luce. Senza alcuna remora potrei accostare la visione di Rocco Amato per la sua anima genuina e buona al poeta francese Paul Verlaine, che propugnava la dolcezza malinconica dell’essere. La poesia è un dono e le sue sono un’aura rappresentanti il proprio io asserragliato nell’anima”. 
L’antologia di Rocco Amato rappresenta dunque uno slancio interiore verso una dimensione religiosa fuggente dai tumulti di un’umanità immemore di quei sentimenti alla base del lieto convivere. In lui troviamo l’anelito di pascoliana memoria a vedere il tutto con quella schiettezza tipica del “Fanciullino” da costituire un’esortazione al ritorno d’una visione di vita fatta di quei sentimenti positivi in via d’estinzione nel corso degli ultimi decenni. Il simbolismo della sua aspirazione è contrassegnato dalla famiglia e dalla natura, che lo avvolgono e lo proiettano in un regno idilliaco per proteggerlo fortemente dagli assalti minacciosi d’una realtà sempre più crudele. La sua soluzione sta nella seconda parte dell’ode: infatti, soltanto “con la voglia di sognare” egli ritrova il desiderio di elevarsi verso una beatitudine eterna “tra le tracce della via del Signore”. L’esistere di Rocco Amato è un sogno d’innocenza e di pace, incrociando in esso elementi individuali e sentimentali, sublimati in modo etereo: non a caso è il desiderio la sua ragione di vita, concepito come brama di ricerca, di studio, di approfondimento, di miglioramento della sua personalità, sempre aperta alle innovazioni del tempo, ma consapevole della ciclicità: sono le stagioni, infatti, a scandire le azioni e le opinioni come un orologio dall’acuta ed indicibile precisione sotto l’egida della Natura provvida e generosa, che per lui è un tempio, in cui le colonne viventi emanano parole scuotenti e l’uomo vi passa attraverso una foresta di simboli che l’osservano con sguardi familiari. Nella seconda parte del libro, ampio spazio è dedicato alle sue persone più care, nel ricordo delle loro virtù e dei buoni sentimenti, che hanno contribuito alla sua crescita intellettuale e personale: struggente è nella poesia “La notte degli angeli” la dedica al suo padre Natale negli ultimi istanti del suo vivere, concepito come un momento doloroso di dipartita verso la via dell’infinito, già percepito dai suoi occhi come l’eterno, dove la vita trionfa per sempre. Il florilegio si chiude con alcuni aforismi, frutto di un’immensa saggezza e di un buon senso anelante ad un modus vivendi moderato ed equilibrato a testimoniare che la sua poetica è contrassegnata dai temi dell’affetto familiare, della vera amicizia e della Natura benigna ed armoniosa, gli unici ad assurgere a sentimenti d’amore possibili in un mondo di insidie e di contrasti. 
La serata è proseguita da una coinvolgente performance di Eduardo Marchetti alla fisarmonica eseguendo “That’s amore”, 
In apertura il cantautore Francis Rivel, ha rivisitato il suo ricco repertorio canoro, tra cui particolare apprezzamento ha suscitato la canzone “Diamoci la mano”, denunciando i mali della nostra società e racchiudendo un’esortazione a fraterni rapporti umani. 
Enzo Paci ha recitato  “Il colore delle stagioni”, “Conchiglie”, “Dentro il riflesso”, per proseguire con Melania Amato, la quale ha letto “A mia madre”, “La notte degli angeli”, “Il riflesso dell’acqua”, e concludere con Rosetta Lo Vano, che ha interpretato “Ascolta”, “Vorrei”, “Preghiera”. 



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