Comune di Milazzo – Ufficio Stampa – Comunicato n° 71 del 14/3/13.
Carmelo Pino
Il sindaco Carmelo Pino interviene sulla
forte crisi nel settore commerciale che sta portando alla chiusura di
diversi negozi soprattutto nel centro storico.
“Provo amarezza nell’attraversare il centro cittadino e vedere parecchie saracinesche chiuse. E’ vero che stiamo attraversando un periodo di forte crisi del settore, ma ritengo che proprio per questo bisogna avere un diverso approccio al problema. Penso ad esempio al rapporto tra proprietari di immobili e affittuari.
Mi risulta che ad esempio per l’affitto di un locale in via Medici o in marina Garibaldi si pagano dai 2 ai 3000 euro, mentre per la stessa tipologia di immobile, nella via Umberto I, ovvero nella strada parallela, si praticano canoni due volte inferiori. E’ chiaro che nel libero mercato della domanda e dell’offerta non ci sono vincoli ma penso che i proprietari dei locali alla luce delle mutate condizioni del mercato potrebbero, anche per un periodo limitato allo stato di crisi rinegoziare i contratti di affitto per andare incontro ad un reciproco vantaggio. Sarebbe un modo intelligente per i proprietari di rendere produttivi i loro immobili e soprattutto evitare dispendiosi contenziosi legali derivanti da situazioni di insolvenza da parte degli inquilini.
Un altro aspetto da considerare è quello che l’attività economica, specie in centro, spesso viene svolta in prevalenza all’esterno dei locali, su suolo pubblico, comportando quindi ulteriori oneri per il commerciante. Certo in passato questa voce non era considerata, come se per il Comune mettere a disposizione un’area fosse un fatto scontato, tant’è che ci sono commercianti che mai hanno versato questo tributo. E’ indubbio che tale costo dovuto, aggiunto all’affitto, alle spese vive per la gestione dell’attività e al pagamento anche di una sola commessa, fa saltare ogni equilibrio”.
Il sindaco concorda anche sul fatto che la grave crisi in cui versano le attività commerciali operanti a Milazzo sia conseguente “alla mancata ripresa della domanda di beni di consumo e anche ad alcune scelte poco oculate autorizzate nel passato dalla Regione (Grande distribuzione) ma proprio per questo in un’ottica di salvaguardare l’identità cittadina, occorre stabilire una sorta di “solidarietà attiva” tra proprietari ed inquilini, affinché in questo momento di grande difficoltà, si consenta al titolare dell’attività commerciale di contenere le cosiddette spese di funzionamento evitando così di arrivare all’estrema decisione di abbassare per sempre la saracinesca”.
“Provo amarezza nell’attraversare il centro cittadino e vedere parecchie saracinesche chiuse. E’ vero che stiamo attraversando un periodo di forte crisi del settore, ma ritengo che proprio per questo bisogna avere un diverso approccio al problema. Penso ad esempio al rapporto tra proprietari di immobili e affittuari.
Mi risulta che ad esempio per l’affitto di un locale in via Medici o in marina Garibaldi si pagano dai 2 ai 3000 euro, mentre per la stessa tipologia di immobile, nella via Umberto I, ovvero nella strada parallela, si praticano canoni due volte inferiori. E’ chiaro che nel libero mercato della domanda e dell’offerta non ci sono vincoli ma penso che i proprietari dei locali alla luce delle mutate condizioni del mercato potrebbero, anche per un periodo limitato allo stato di crisi rinegoziare i contratti di affitto per andare incontro ad un reciproco vantaggio. Sarebbe un modo intelligente per i proprietari di rendere produttivi i loro immobili e soprattutto evitare dispendiosi contenziosi legali derivanti da situazioni di insolvenza da parte degli inquilini.
Un altro aspetto da considerare è quello che l’attività economica, specie in centro, spesso viene svolta in prevalenza all’esterno dei locali, su suolo pubblico, comportando quindi ulteriori oneri per il commerciante. Certo in passato questa voce non era considerata, come se per il Comune mettere a disposizione un’area fosse un fatto scontato, tant’è che ci sono commercianti che mai hanno versato questo tributo. E’ indubbio che tale costo dovuto, aggiunto all’affitto, alle spese vive per la gestione dell’attività e al pagamento anche di una sola commessa, fa saltare ogni equilibrio”.
Il sindaco concorda anche sul fatto che la grave crisi in cui versano le attività commerciali operanti a Milazzo sia conseguente “alla mancata ripresa della domanda di beni di consumo e anche ad alcune scelte poco oculate autorizzate nel passato dalla Regione (Grande distribuzione) ma proprio per questo in un’ottica di salvaguardare l’identità cittadina, occorre stabilire una sorta di “solidarietà attiva” tra proprietari ed inquilini, affinché in questo momento di grande difficoltà, si consenta al titolare dell’attività commerciale di contenere le cosiddette spese di funzionamento evitando così di arrivare all’estrema decisione di abbassare per sempre la saracinesca”.