"Giardino Bizantino " Tindari - Appuntamento con la lettura , presentazione del libro "Alle porte dell'Alba di Giovanni Albano
Nell’ambito del calendario “Il Maggio dei Libri” organizzato dalla Pro Loco di Tindari avrà luogo giovedi 30 maggio 2024 , presso il giardino bizantino, in collaborazione con l'associazione Teseo . la presentazione del Libro: ALLE PORTE DELL'ALBA di Giovanni Albano, edito da Kimerik .
L'autore , il Dott Giovanni Albano, di professione medico - nonostante il titolo poetico e benaugurante, punta l'attenzione sulla crisi dell’uomo moderno, quella crisi che già si profilava alla fine dell’Ottocento e che si sarebbe via via allargata nei primi decenni del Novecento, in concomitanza con gli eventi tragici che avrebbero travolto il nuovo secolo.
"Luca Montelli, protagonista del romanzo - noto scrittore di bestseller è afflitto da una terribile malattia. Agli sgoccioli della sua vita, si rifugia nella grande casa sul mare, dove si abbandona alle memorie di un passato che diviene unica àncora di salvezza nel delirio tragicamente lucido della sua mente. Devastato nel fisico, ripercorre la sua vita fatta di successi e riconoscimenti ma priva dell'unico valore che scoprirà essenziale: l'amore per la bella Marie.
Sarà proprio questo sentimento a trascinarlo in un tormento che si perderà lungo il sentiero dell'incompiuto. Il vissuto si rivelerà, agli occhi di Luca, vuoto, se paragonato alle possibilità offerte dalla vita che gli prospettava un futuro luminoso ma un tempo ritenuto ordinario. Il protagonista ha dedicato la sua esistenza ai libri incrociando amori, illusioni e successi alla ricerca di una verità che gli si svelerà solo alla fine. Il ricordo di Parigi e di quella piccola mansarda dove ha lasciato che non si compisse forse l'unico miracolo che valesse la pena di vivere, diviene il punto centrale di un rimuginare su miserie umane nell'accettazione dignitosa della morte a volte invocata e inseguita come soluzione alla grande sofferenza.
E quel che resta di un'esistenza che si dilata in un tempo scandito da medicine e visite mediche, ultimi fogli e memorie. L'universo femminile sfaccettato che ha attraversato ma non compreso l'anima inquieta di Luca, alla ricerca continua della libertà trovata solo nella letteratura e nei suoi amati autori, è al tempo stesso conforto e sofferenza e appare balsamo fugace ai tormenti del corpo e della mente. Il tempo fugge via, mentre nell'ultima opera, Luca compie il suo vero capolavoro.
Figura complessa, dunque, quella di Montelli , uno scrittore-filosofo che richiama personaggi di matrice decadente: per raffinatezza, sensualità, amore per la musica e la letteratura, e per quella cornice di malattia e morte in cui, di solito, essi sono incastonati.
La morte aleggia sulle pagine del libro, la sua ombra ha sempre accompagnato Luca, che ne ha preso coscienza fin da quando, ancora giovane, alla ricerca di un libro di Beckett, guardò “dalle finestre della biblioteca la luce scarna e fatua” e l’odore dei libri gli fece pensare alla sua “fine precoce, come un presentimento” . Un presagio di morte avrebbe letto anche nel dipinto, citato dal suo amato Sartre, “La morte del celibe”, che rappresenta la desolante solitudine di un uomo vissuto solo per se stesso.
“Perché si muore?”, Luca se l’era chiesto anche di fronte al corpo esanime del padre, come il pastore errante del Leopardi lo chiede alla luna, che forse sa, “che sia questo morir, questo supremo/scolorar del sembiante, /e perir dalla terra, e venir meno/ad ogni usata, amante compagnia” (“Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”).
La letteratura, dunque, non dà risposte, non offre salvezza, anzi, se ne rileva anche il fallimento, nella misura in cui essa ha allontanato dalla vita reale il protagonista, incapace di valutare il dono d’amore di una donna, Marie, desiderosa di avere un figlio da lui, e nulla, si sa, è più struggente di ciò che si è perduto.
In quel tempo, scrivere era tutto per lui, ma la malattia gli ha insegnato che nulla può sostituire la vita vissuta. Così, più volte, nel libro, torna, inesorabile, il rimpianto: “Avrei dovuto spendere meglio i miei anni, frequentando meno biblioteche e offrirmi più alla vita”. Le biblioteche, tuttavia, sono nel destino di Luca, a cominciare da quando, ancora giovane studente, frequentava la biblioteca scolastica di Alassio, fino alla scelta di scrivere una tesi di laurea su “La storia delle biblioteche a partire dal ’500”
Ma, addentrandosi nella conoscenza del protagonista, sorge il dubbio che la letteratura sia per lui un alibi che maschera l’inadeguatezza alla vita e, come per tanti personaggi dannunziani, essa è messa in luce proprio dal rapporto fallimentare con una donna.
Un location ideale per presentare il Libro ALLE PORTE DELL'ALBA piena di storia l’area archeologica di Tindari un’ antica città greco-romana fondata da Dionigi di Siracusa nel 397-6 a.C. come fortezza ed avamposto militare. Occupata dai Cartaginesi, guidati da Annibale, nel 264 a.C., conquistata dai romani dieci anni dopo, deve la fine della sua epoca ad una frana prima, poi ad un terremoto intorno al 365 d.C., ed infine alla devastazione degli Arabi nell'836 d.C.
Il teatro greco-romano costruito con blocchi di pietra arenaria dai greci nel III° secolo a.C., modificato dai romani per adattarlo ai giochi circensi, parte dell’impianto urbano della città che era percorso da tre grandi arterie parallele (decumani) in direzione est-ovest, intersecate perpendicolarmente da strade più strette (cardines) in direzione sud-nord;
i resti di due abitazioni del tipo a peristilio con tablinium;
le terme composte di un cortile, un frigidarium con vasca da bagno, due tepidari, un calidarium;
il propileo monumentale costruito dai romani con grosse basilica pietre arenarie e destinato a Basilica per le pubbliche riunioni, o a Ginnasio per lo svolgimento di esercizi atletici;
i resti delle mura ciclopiche, fatte costruire da Dionigi; una torre (XVI - XVII sec.), situata nei pressi del teatro.
l’Antiquarium, situato all'ingresso degli scavi, in cui sono esposte statue marmoree di personaggi togati, una testa dell'imperatore Augusto, un capitello corinzio, ceramiche dell'età del bronzo, lucerne romane di età repubblicano-imperiale, attrezzi da lavoro e tanti altri reperti storici ritrovati in loco.
(Fonte Web)