Da Fb
Sarò a Messina oggi pomeriggio non per dire semplicemente NO, ma per dire un SÌ più grande e consapevole: SÌ alla tutela del nostro territorio, SÌ alla scienza, SÌ alle vere priorità di Calabria e Sicilia, Sì alla dignità dei cittadini del Sud.
Io sono fortemente contraria al Ponte sullo Stretto di Messina (in verità potrei essere favorevole ad un ponte anche virtuale, come disse qualcuno, sul Canale di Sicilia
).

E non per ideologia, ma per conoscenza, per rispetto e per amore verso la mia terra. Ho letto dossier, pareri tecnici, analisi scritte da professionisti, geologi, scienziati, ingegneri: tutti concordano sui rischi altissimi di un'opera simile in un’area altamente sismica e geologicamente instabile.
Il ponte non risolverà alcun problema, perché i veri problemi non sono tra le due sponde, ma nelle due regioni: strade dissestate, ferrovie da terzo mondo, ospedali che chiudono, edifici scolastici che crollano, giovani costretti ad andare via per avere un futuro. Chi vive in Sicilia e in Calabria non chiede un ponte da 13,5 miliardi, chiede servizi essenziali, giustizia sociale e rispetto (dal latino "respicere" cioè voltarsi indietro e osservare con attenzione che cosa abbiamo alle spalle, prima di fare passi azzardati!).
Questa è un'opera demagogica, figlia di una politica ignorante e culturalmente povera, incapace di leggere i veri bisogni del territorio (per non parlare del principale promotore che, accompagnato da una folla di lacchè dalla memoria corta, si permette addirittura di lanciare baci su una folla che contesta).
È un arrogante trofeo da campagna elettorale, l’ennesima promessa che si trasformerà in cantiere eterno, come già troppe incompiute siciliane abbandonate a se stesse.
Inoltre permettetemi, come insegnante di Greco e Latino, come archeologa, come cittadina custode di quel patrimonio immenso che è la nostra civiltà classica, di dire qualcosa in più: lo Stretto di Messina non è solo un tratto di mare da colmare di cemento, è un luogo mitico, un paesaggio sacro, uno snodo millenario di culture. Qui Omero ha collocato Scilla e Cariddi, qui si incrociano miti, rotte antiche, storie che parlano al mondo da tremila anni.
Vogliamo davvero deturpare un simbolo così potente con una colata di ferro e asfalto? Vogliamo cancellare la profondità di questo paesaggio che parla di Mediterraneo, di identità, di memoria condivisa?
Difendiamo lo Stretto, che è patrimonio naturalistico, culturale e simbolico. Difendiamo la nostra dignità, perché noi cittadini non siamo spettatori, né sudditi siamo persone informate, consapevoli, attente.
Questo ponte non serve a nessuno, se non a chi vuole lucrare sull’illusione. Noi oggi diremo BASTA: basta sprechi, basta retorica, basta bugie.
Lo diremo forte, insieme: la vera modernità è rispettare il territorio, ascoltare la scienza, onorare la nostra storia, investire nelle persone. E il futuro si costruisce con testa, cuore e verità, non con cemento inutile.