Le primarie del Partito Democratico non si faranno. È questo l’ultimo atto del processo che avrebbe portato nella giornata di Domenica 15 Marzo alle votazioni atte a stabilire il candidato alla carica di primo cittadino della città di Milazzo.
A seguito delle contrastanti dichiarazioni susseguitesi nella scorsa giornata, i tre competitor hanno deciso di rimandare direttamente alle amministrative che si terranno in primavera la scelta del futuro sindaco. Pur concordando sulla decisione di fondo, diverse sono tuttavia le posizioni di Francesco De Pasquale, Giovanni Formica e Salvatore Presti, emerse nel corso della conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio.
De Pasquale ha deliberato di abbandonare la corsa, rimettendosi alle decisioni che prenderà il partito: “Quando ieri ho saputo quello che è successo sono stato il primo ad esprimere la mia posizione. Io ho la mia storia e non voglio farmela inquinare, le ingiustizie mi danno fastidio, per cui abbiamo stabilito che io non avrei partecipato e mi metto pertanto a disposizione del partito, che stabilirà come potrò essere d'aiuto.”
Formica pone invece l’accento sulla sua volontà di continuare il percorso elettorale intrapreso, affermando quanto segue: “credo che le posizioni del segretario regionale siano state chiare a sostegno dei circoli milazzesi, espressione del territorio. Voglio dire con chiarezza che nella situazione data io sono candidato a sindaco perché sento il dovere di non far disperdere l'entusiasmo e l'impegno di chi ha lavorato a questo progetto; sfiderò Carmelo Pino e credo che lo batterò. Invito pertanto i miei compagni a collaborare.”
Presti si riserva invece di ragionare sulla sua posizione, confrontandosi con i suoi sostenitori: “registro la candidatura a sindaco di Giovanni Formica e non posso non fare un passo indietro raccontando il nostro percorso condiviso, che da subito ha voluto le primarie. Il pronunciamento di Raciti è coerente ed è politico, ma lo è anche quello della commissione di garanzia per cui mi chiedo a chi credere, data l'espressione schizofrenica in merito alla prima questione elettorale; di fronte a una evidente divergenza e contraddizione sulle regole devo sentire tutte le persone che hanno pensato al mio ruolo. Sono stanco delle liturgie e delle alchimie politiche, mentre per strada ho registrato uno stato di prostrazione e un'affezione alla mia faccia come terminale di un progetto costruito e condiviso. La mia scelta è stata sofferta, ma prenderò una decisione seria e responsabile di fronte agli scenari che si aprono.”
Pubblicato laprovinciamessina.it
Mercoledì, 11 Marzo 2015
Scritto da Francesca De Gaetano