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Milazzo Città del florovivaismo




Dare voce ai produttori del comprensorio, ascoltando i titolari delle aziende agricole site nel ridente golfo tra Tindari e Milazzo -

DUOMO ANTICO – CASTELLO DI MILAZZO –“COLTIVIAMO SVILUPPO IN SICILIA, LA TERRA DEL TUO FUTURO”GIORNATA INFORMATICA SUL FUTURO DEL FLOROVIVAISMO VERSO IL 2020 SABATO 18 APRILE 2015 ORE 9.30
Tanti gli ospiti: 
Antonino Caleca – Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea
Rosaria Barresi - Dirigente Generale Assessorato Regionale dell’Agricoltura, delloSviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - Dipartimento Agricoltura
Vincenzo Donadono -Dirigente Responsabile della SOAT di Spadafora
Salvatore Bottari Capo Ispettorato Agrario di Messina
Bursi Giuseppe - Dirigente Responsabile – Servizio 2° per lo sviluppo e ladiversificazione delle attività aziendali
Domenico Carta Cerrella – Dirigente Responsabile Unità Operativa 39 –Coordinamento Attività Fitosanitaria
Felice Genovese – Presidente Ordine Provinciale dei dottori Agronomi e Forestale di Messina
Calogero Ferrantello - Dirigente Servizio VI - Assessorato Regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - Dipartimento Agricoltura

Quale il messaggio che parte dell'incontro milazzese del florovivaismo? Un settore che in Sicilia annovera quasi 1.500 imprese, per una superficie agricola investita di circa 2.500 ettari e un numero di addetti stimato 9-10 mila unità considerando anche l’indotto. Sono questi i numeri del florovivaismo siciliano, un comparto di grande importanza per l’agricoltura dell’Isola, ma che vede la propria azione frenata dalla mancanza di una strategia adeguata relativa all’export, purtroppo ancora ostacolato da troppe barriere doganali. «L’export del florovivaismo italiano è in crescita negli ultimi tre anni, ma deve trovare il modo di avere più forza all’estero, superando le barriere doganali»
Nell'incontro di Milazzo si coglie tanta voglia di fare, tanto sano ottimismo stemperato, purtroppo, da reali preoccupazioni, problemi concreti. Il tessuto agricolo del nostro territorio è composto da tante aziende che hanno voglia di fare, di crescere e di migliorare la qualità del loro prodotto. Tanti sono i giovani imprenditori agricoli, uomini e donne, che con sempre maggiore professionalità e capacità stanno rivitalizzando il territorio. Queste sono senz’altro le risorse su cui si deve scommettere per ridare all’agricoltura il ruolo che le compete; la valorizzazione delle risorse, umane e non, e del territorio ove esse si trovano sono gli obiettivi primari che politiche serie ed attente dovrebbero perseguire. Anche se la realtà presenta spesso difficoltà varie, determinate da un altrettanto vario ventaglio di fattori (crisi di mercato, massiccio e crescente andamento delle importazioni, gap infrastrutturale, eccessivo appesantimento burocratico), occorre guardare avanti per uscire dalla crisi, guadagnare altre fasce di mercato e dare redditività all’impresa agricola. 
Una bella lezione in tal senso l’hanno data, di recente, le numerose aziende del messinese che alla fiera di Padova hanno rappresentato al meglio il florovivaismo siciliano, dando risalto alle nostre specialità agrumicole. Tante idee e nuove sfide imprenditoriali hanno animato gli stands e incoraggiato gli operatori del settore. L’innovazione nel campo dei substrati di coltivazione -fibra di cocco- e il florovivaismo eco-compatibile sono stati gli argomenti di maggiore interesse durante le tre giornate fieristiche. Molte sono oggi le aziende interessate all’utilizzo della fibra di cocco, un materiale di riciclo, ecocompatibile, quasi-inerte (privo cioè di nutrimenti propri, per questo addizionabile liberamente con i nutrimenti impiegati per la pianta) che presenta numerosi vantaggi per i produttori agrumicoli. Questo substrato favorisce, infatti, la radicazione della pianta che impiegherà minor tempo a svilupparsi… gli esperti quantificano in mesi 10 il tempo necessario ad ottenere una pianta finita… forse sono pochi ma, di certo, i tempi di produzione, risultano notevolmente ridotti con l’impiego della fibra di cocco. La sua consistenza light, per dirla all’inglese, favorisce i produttori anche nella fase di consegna, infatti, ciascun carrello, utilizzato per la spedizione delle piante, avrà un peso minore e conterrà un numero maggiore di piante, cosa che si tradurrà in risparmio per chi vende e di conseguenza per chi acquista. La vetrina fieristica padovana, si è rivelata, ancora una volta un importante appuntamento per gli operatori del settore e, sfatando vecchi “miti” che, la volevano ormai superata, è stata foriera di interessanti novità.
Perchè tanto interesse per " La fiera di Padova" nasce con la prima edizione della Fiera Campionaria nel 1919, quando, in occasione della festività di S.Antonio, pellegrini provenienti da ogni dove accomunavano acquisti e devozione. Oggi, sempre più internazionale ed in linea con le esigenze del mercato, è divenuta, per l’Europa mediterranea, la principale rassegna nel settore. Il salone internazionale del florovivaismo, ogni sei mesi porta a Padova, operatori da tutti i mercati europei. Numerosi gli incontri e le manifestazioni professionali, molteplici i settori in mostra (florovivaismo, hobby flora, flortecnica) organizzati su di una superficie di 72.000 mq, in grado di accogliere 1.200 espositori e 35.000 visitatori. Certo sono queste le belle realtà con cui gli imprenditori agricoli vorrebbero sempre avere a che fare ma, purtroppo, non mancano i problemi, che a sentire i vivaisti sono soprattutto legati alla commercializzazione. Spesso si stenta a cogliere le tante opportunità che, un settore dinamico come questo, non manca certo di offrire. 
Parola d'ordine - rilanciare il florovivaismo in Sicilia, superando l’esperienza del distretto, che ha dato risultati inferiori alle attese.


Un modello possibile è quello già adottato per aprire alle arance siciliane la rotta del Giappone: condividere credenziali fito-sanitarie, attraverso un raccordo regione-stato-produttori, per stringere rapporti con i vari Paesi. Bisogna avviare una seria iniziativa perché si possa permettere ai nostri esportatori, con un prodotto di eccellenza, di guadagnare nuovi spazi di mercato senza divieti e ostacoli», 
«I numeri del settore non più piccoli, dimostrano che il florovivaismo, dal punto di vista industriale e commerciale, occupa una posizione importante all’interno dell’agricoltura italiana. Il mondo delle piante, in generale, coinvolge oltre 47 mila imprese per un giro d’affari di circa 4 miliardi di euro: si tratta del 7% dell’intera produzione lorda vendibile agricola. Il florovivaismo, nonostante faccia i conti con la grave crisi economica, mostra un export in costante crescita negli ultimi tre anni: dopo il crollo del 2009, a 589 milioni, nel 2012 è salito a oltre 683 milioni di euro. L’interscambio mostra un saldo anch’esso positivo: l’anno scorso è stato di oltre 160 milioni, in crescita dal 2009, quando era precipitato rispetto all’anno precedente. Il fatturato del comparto florovivaistico italiano è di circa 3 miliardi di euro: è lo stesso fatturato del vino,



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