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Santa Marina di Milazzo



Santa Marina

Ricorrenza: 18 giugno

Santa Marina nacque in Bitinia tra il 714-15 ca., una regione dell'Asia minore da parenti cristiani. Trascorse i primi anni dell'infanzia secondo gli insegnamenti cristiani dei genitori, modesti economicamente, ma molto religiosi e timorati di Dio. A dieci anni la colse il primo grande dolore della sua breve vita: la morte della madre. Dopo poco tempo Eugenio decise di realizzare un antico sogno: ritirarsi in un convento per vivere nella solitudine e nella preghiera. Marina, al pensiero di restare sola, chiese al padre di portarla con sé, ma egli la dissuase, facendole presente che in quel luogo non erano ammesse donne. Affidata la figlia ai parenti, dunque, Eugenio andò a Canobin, in Siria, dove c'era il Cenobio, un monastero fatto di celle e grotte scavate nella roccia, in cui i frati vivevano nella contemplazione di Dio e nella penitenza, secondo le regole di San Basilio. Pur essendo convinto della scelta fatta, Eugenio aveva nel cuore un cruccio che non gli dava pace: la figlia lontana. L'abate, accortosi della tristezza che traspariva dal volto del nuovo frate, lo chiamò a colloquio per conoscerne i motivi. Eugenio, che ben sapeva del divieto assoluto di ammettere donne in convento, ricorse ad un innocente ed innocuo stratagemma: disse all'abate che aveva un figlio a casa e che non poteva starne lontano; aggiunse che più di una volta il figlio gli aveva espresso il desiderio di seguirlo in convento. L'abate, nel sentire quelle parole, se ne dispiacque e rispose ad Eugenio che poteva andare a prenderlo e portarlo al monastero. A14 anni, dunque, Marina entrò in convento con il nome di Fra' Marino. Né l'abate, né gli altri frati si accorsero che fosse una donna; d'altronde non era molto difficile per Marina dissimulare il sesso, dal momento che i monaci vivevano per lo più chiusi nelle loro celle ed indossavano un saio munito di grande cappuccio che copriva bene anche il viso. Marina visse i primi anni nella preghiera e nella penitenza. Aveva 17 anni quando le morì il padre. Marina affrontò questo nuovo, immenso dolore intensificando il suo rapporto con Dio attraverso la preghiera, la meditazione ed il digiuno. Ma doveva ancora abbattersi su di lei il vento impetuoso e violento della calunnia che avrebbe sconvolto la sua vita.
Un giorno Marina, recatasi con altri monaci in un luogo lontano, dovette passare la notte in una locanda. L'albergatore, che si chiamava Pandasio, aveva una figlia che conduceva una vita disordinata. Era solito bazzicare nell'albergo anche un giovane dissoluto, che sedusse la ragazza, rendendola incinta. Volendo scaricare le proprie responsabilità e contemporaneamente salvare l'amante, la figlia di Pandasio, dopo qualche tempo, disse al padre che era stata messa incinta da uno di quei monaci che quella sera avevano pernottato in albergo: Fra' Marino. Pandasio, accecato dall'ira, corse al convento, dall'abate, il quale convocò subito Fra' Marino. Davanti a quella calunniosa accusa, Marina andò col pensiero a Cristo e, anziché discolparsi, si autoaccusò di una colpa non sua. L'abate cacciò immediatamente Marina dal convento: per la Santa si aprì un lungo periodo di sofferenze. Andò a vivere in un grotta vicino al monastero, cibandosi di erbe selvatiche e accettando qualche elemosina. Dopo un anno di questa vita, la figlia di Pandasio, desiderando liberarsi completamente di ogni responsabilità, portò a Santa Marina il "figlio della colpa", Fortunato. Marina accettò di tenere con sé quel bambino e insieme trascorsero cinque anni di esilio e di privazioni, tutto sopportando con religiosa rassegnazione. Finalmente, dietro intercessione dei frati che forse mai avevano creduto all'accusa contro il confratello, l'abate riammise in convento Fra' Marino ed il bambino. Ma troppi e troppo duri erano stati i sacrifici dell'esilio, tanto che avevano colpito profondamente il fisico di Marina. Dopo poco tempo nel 740 ca, infatti, morì. Aveva circa 25 anni. L'abate ordinò di seppellire Fra' Marino fuori dal convento. I monaci, mentre lo svestivano per lavarlo, prima della sepoltura, fecero la sorprendente scoperta, capirono allora di quale grossa diffamazione fosse stata vittima, e l’ammirarono per la sua grande rassegnazione Grande fu la commozione dell'abate e dei confratelli davanti al corpo di Santa Marina, che svelava la sua innocenza. La notizia si sparse in tutta la regione e giunse fino all'albergo di Pandasio. La figlia, di cui si era da tempo impossessato il demonio, corse subito al monastero: su di lei la santa compì il suo primo miracolo, liberandola dalle forze maligne. Santa Marina fu sepolta nel monastero di Canobin, da dove fu trasferita, dopo qualche tempo, in Romania, per sottrarla alle devastazioni dei barbari. Il corpo della Santa fu portato, quindi, per volere degli imperatori, a Bisanzio ed infine, il 17 luglio del 1228 a Venezia, da un mercante veneziano, dove si trova tuttora.
Fonte
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