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Presentato "Diaro di classe degli anni sessanta" Autore: Ennio Magliarditi

Chi, dopo tanti anni, non è andato a rileggersi sorridendo quelle pagine completamente sgualcite da infiniti viaggi dentro lo zaino?

A questo avrà pensato il Dott Ennio Magliarditi, oggi un affermato odontoiatra, ex studente dell’Impallomeni di Milazzo, quando ha rimesso in ordine e si èaffidato  alla competenza della storica  “Lombardo edizioni” con 70 anni di storia tipografica ha stampato centinaia e centinaia di titoli e dal 2012 ha dato un nuovo impulso all'editoria.per la diffusione della cultura  con il preciso intento di diffondere il più possibile , la storia, le tradizioni, soprattutto quelle del nostro territorio, attraverso la pubblicazione e la relativa distribuzione in campo nazionale ed estero.

Diario di classe degli anni sessanta Autore: Ennio Magliarditi è una testimonianza onesta e obiettiva, non ha nascosto nulla dei suoi meriti o demeriti:



Onesto e obiettivo, non ha nascosto nulla dei suoi meriti o demeriti: svela il suo soprannome, dandone una spiegazione abbastanza esauriente; descrive le lacune vistose in alcune materie, che obbligavano i genitori a mandare gli studenti a lezioni private (che puntualmente offrivano la possibilità di scoprire un ambiente diverso dalla scuola, e di memorizzare vizi e virtù dei professori di doposcuola…);
Tutto questo ed altro racconta con dovizia di particolari episodi divertentissimi e esilaranti che accadevano in classe, nel libro che è stato presentato lunedi 11 sicembre 2017 alle ore 17,00 presso l'aula Magna dell'ITET “LEONARDO DA VINCI” di Milazzo
, istituto che ha concesso il patrocinio all’iniziativa.“Diario di classe“, dice il titolo, con chiaro riferimento a quanto ha visto protagonisti gli alunni di quella classe del Liceo Ginnasio “G.B. Impallomeni”, dal IV fino al III liceo; ma non è detto che i lettori, di altri istituti o di anni precedenti o successivi non possano riconoscersi! 
Gli anni Sessanta o, se preferite, i "mitici" anni Sessanta come spesso molti amano definirli, hanno rappresentato certamente il decennio caratterizzato dal più importante rinnovamento generazionale che il secolo scorso abbia mai visto. Gli eventi socio-politici e culturali di quegli anni avrebbero infatti inevitabilmente influenzato e modificato profondamente valori, aspirazioni e stile di vita delle future generazioni.
Il mondo giovanile  - Eravamo quelli scanzonati, qualcuno più burlone qualche altro più riflessivo, che Ennio descrive con l’effervescenza di ricordi intatti nella memoria, a volte un po’ amplificati ma sempre aderenti al carattere dei singoli protagonisti, mettendo a fuoco, efficacemente, una stagione ricca di promesse e attese.

Pagina bianca che ancora doveva essere scritta, e in tutti c’era, com’è giusto sempre a quell’età, la speranza di un futuro diverso, ma, in anni ancora così condizionati da inflessibili regole sociali dure a morire, con una marcata percezione dell’imminenza di una svolta, “il tempo di una straordinaria rivoluzione culturale” promossa “dalle coscienze delle nuove generazioni, cioè da noi”.
Ed è proprio questa fiduciosa aspettativa che spiega irriverenza e guasconate che caratterizzano la narrazione, con bersagli ben precisi, i professori, i genitori più severi, le ragazze più disinibite, i compagni meno audaci… una voglia di trasgressione espressa con freschezza e impetuosa volontà di sorprendere e scherzare, ma anche con l’intento di affrettarsi a scalare il muro di cui si avvertivano “incima cocci aguzzi di bottiglia”, perciò la pellicola si svolge con un orizzonte più ampio e le rapide incursioni nel mondo della musica e del cinema, i riferimenti a personaggi che hanno fatto la storia dei “favolosi anni Sessanta”, rimandano un clima che sa di nostalgia, bozzolo in cui si era avvolti prima di diventare farfalle, e impongono pure di fare un bilancio.
Per qualcuno, forse, “il calcolo dei dadi più non torna”; più di uno, purtroppo, ci ha già lasciati; qualche altro è rassegnato o ancora non si rassegna.
La vita dipana, inesorabilmente, l’ingarbugliata matassa di eventi privati e collettivi. Ciascuno trovi perciò le risposte dentro di sé. Ma questo spumeggiante “Diario di classe”, dopo che “volarono anni corti come giorni”, ha il merito di restituire una suggestiva impronta di come eravamo, indomita tenerezza che riscalda e consola. Grazie, Ennio! -
Filippo Russo

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