“Aggiornare e rilanciare il piano nazionale del 2010
per lo sviluppo e la coltura del nocciolo. Lo chiedono i deputati Pd Tommaso
Currò e Giuseppe Lauricella in un’interrogazione al presidente del Consiglio
dei ministri e ai ministri di Politiche agricole, Salute, Ambiente, Istruzione,
Università e Ricerca, Sviluppo economico, Affari regionali”.
L’interrogazione è un primo
atto promosso dai parlamentari per accendere i riflettori sul settore,
aggiornare lo stato di attuazione del Piano nazionale corilicolo stilato nel 2010
e comprensivo di molteplici discipline normative . Un’azione politica congiunta
- nata dai parlamentari siciliani e condivisa in commissione agricoltura con i
deputati Oliverio, Palma, Capozzolo, Fiorio, Terrosi, cofirmatari - che mira ad
una strategia volta a fare rete e sostenere i produttori in un settore che
punta anche all’industria di trasformazione oltre che all’attuazione di misure
di contrasto alle problematiche presenti in alcuni territori specifici. “La coltura del nocciolo – spiegano Currò e Lauricella
- vive una fase di particolare fortuna, spinta dall’industria di
trasformazione. E’ un settore di grande interesse e brand italiano, di grandi
prospettive”. L’Italia d’altra parte è uno dei maggiori produttori mondiali di
nocciole insieme a Turchia , Spagna e Stati Uniti ed il più importante tra i
paesi dell’Unione. “Con quest’atto desideriamo promuovere azioni efficaci ed
adeguate nell’affrontare le problematiche di una coltura di rilevante interesse
nel panorama agricolo nazionale, al fine di tutelarne lo sviluppo e risolverne
le criticità”. Il Piano del 2010 - si legge nell’interrogazione parlamentare –
affrontava principalmente la concorrenza turca. L’ingresso nel mercato
comunitario di nocciole estere di dubbia qualità ed a prezzi inferiori rispetto
al prodotto italiano rendeva necessario un intervento nazionale da parte del MIPAAF
per il coordinamento delle politiche regionali. “Oggi - aggiungono Currò e
Lauricella - oltre ad essere competitivi sul mercato internazionale bisogna garantire
redditività aziendale, sviluppo sociale e stabilità economica in varie aree agricole
del Paese”. Nello specifico l’interrogazione a prima firma Currò richiede ai
ministeri competenti, di avviare una sollecita verifica sul Piano in merito
allo stato complessivo di attuazione, anche in riferimento alle azioni poste in
essere fino ad oggi. Viene inoltre richiesto al Ministro delle Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali di fornire riscontro agli interroganti circa la volontà di prosecuzione o di ripresa
politico programmatica del Piano sul breve e medio termine, avendo cura di aggiornare
i dati delle criticità del settore all’anno in corso ed aggiornare di
conseguenza le strategie.