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Foto Stefano Lo Presti |
L'ottima relazione esposta dalla dottoressa Barbara La Rosa, responsabile del terzo settore del PSI e referente del progetto "Ti amo da morire", campagna di sensibilizzazione contro il femminicidio, ha gettato le basi nella penisola mamertina di un progetto importante atto alla tutela dei diritti umani. Ieri, sabato 20 dicembre nella sede del Circolo MCL "Giorgio La Pira" presieduta dal Sig. Carmelo Porcino, dopo l'introduzione del giornalista Lo Presti Stefano, che ha evidenziato in maniera chiara e sintentica la cronostoria della campagna di sensibilizzazione "Ti amo da morire", è seguito l'esposto della relatrice Barbara La Rosa, che ha sottolineato, come alle parole devono seguire le giuste direttive politiche e sociali, come solo un impegno forte e costante può aprire nuovi scenari nel panorama locale e nazionale, atti a mutare una cultura non all'altezza delle aspettative; ha sottolineato come in tutti noi c'è una forte preoccupazione per l'elevata prevalenza della violenza nei confronti di donne e bambini, italiane, migranti, per l'allarmante numero di donne uccise dai propri partner o ex-partner (femminicidi) e per il persistere di tendenze socio-culturali che minimizzano o giustificano la violenza domestica. Il dibattito, arricchito dagli interventi qualitativi dell'avvocato Giovanni Formica, dell'avvocato Giuseppe Capone, del consigliere comunale Franco Scicolone, e dal gruppo "Orgoglio e cuore Milazzese", rappresentati per l'occasione da Peppe Foti, Franco Imbesi, Luciano La Mattina, e Sofia Antonino, ha sigillato una comunione di intenti e visualizzato prospettive di mobilitazione già a breve scadenza. Le tracce salienti che hanno formalizzato la condivisione di un progetto, sono esposte nelle seguenti affermazioni:
- La violenza maschile sulle donne non è una questione privata, ma politica, è un fenomeno di pericolosità sociale per donne e uomini, per bambini e bambine.
- Tale violenza maschile non è un fenomeno occasionale, ma un'espressione del potere diseguale tra donne e uomini, di cui il femminicidio è l'estrema conseguenza.
- La chiave del contrasto alla violenza sulle donne in ogni sua forma, sono da ricercare nel cambiamento radicale di cultura e mentalità, nella rappresentanza appropriata delle donne e degli uomini, in ogni ambito della società, nell'uso non sessista del linguaggio, anche di media, al fine di promuovere un rapporto rispettoso e un livello di potere equo tra uomini e donne.
- Nell'intervento delle istituzioni, che non possono lasciare i cittadini e le cittadine solo davanti a un tale fenomeno, siano esse italiane o straniere. Le istituzioni sono tenute a prevenire, contrastare e proteggere con politiche attive coerenti e coordinate, l'intera popolazione con il sostegno delle reti locali a partire dai centri antiviolenza.
In particolare per estinguere il fenomeno, è necessario ascoltare e coinvolgere quanti da anni praticano politiche e culture di genere, nel rispetto della differenza, con risultati importanti, attuando il Piano Nazionale Antiviolenza del dipartimento Pari opportunità. Sul piano locale, favorire un confronto, aperto ad assumere le proprie responsabilità, a porre in essere politiche adeguate e rispettose della dignità e dei diritti umani delle donne.
Il lavoro di coordinamento strutturale e funzionale richiede un grosso impegno e una collaborazione coscienziosa e importante.... ieri sera un primo mattone è stato posto, e questo cari amici è un segno di rinnovamento culturale e sociale che ci fa ben sperare; un grazie a tutti coloro che sono intervenuti.
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Foto Stefano Lo Presti |