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Convergenza bipartisan

Fonte La Città di Milazzo Online 
Scritto da Santo Laganà
Domenica 13 Novembre 2011
In tempi di crisi economica, in tempi nei quali da tutte le parti si chiede un ridimensionamento dei costi della politica, scoppia il caso Milazzo. Poteva il nostro comune essere fuori da polemiche di questo tipo? No certamente. Un altro segretario abbandona la carica - Dunque veniamo ai fatti: il segretario comunale dott. Matasso dopo qualche mese di permanenza nel nostro comune, saluta tutti e se ne va; ufficialmente per motivi personali legati ad esigenze di convenienza economica. Di fatto il dott. Matasso, uomo di grande esperienza di cose amministrative, se ne va sbattendo la porta, rifiutando di firmare una proposta di determina che dispone il pagamento dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali per un importo di poco più di 85 mila euro per il periodo giugno – agosto 2011. All’ uomo pratico di amministrazione pubblica, pare una cifra esagerata e vuole vederci chiaro; a occhio e croce, non ha mai visto nulla di simile in comuni della stessa consistenza di quello di Milazzo. Insomma, se ai milazzesi tre mesi di consiglio comunale costano 85 mila euro, un anno, grosso modo, costa circa 350 mila euro. Ma perché al dott. Matasso queste cifre sembrano esagerate? A ottobre 2001 il presidente della Regione pro tempore, Cuffaro, emana un decreto, ( il n° 19 del 18 ottobre 2001), nel quale si stabilisce l’importo massimo delle indennità di funzione dei Presidenti delle Provincie Regionali e dei sindaci e gli importi dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali; importi relazionati al numero di abitanti. Per Milazzo si stabilisce che l’indennità di funzione del sindaco è di Lire 7 milioni mensili (oggi circa 3500 euro) e per i consiglieri comunali il gettone di presenza e di 60 mila lire (oggi circa 30 euro). Il decreto è immediatamente esecutivo. Tale decreto viene pubblicato sulla gazzetta ufficiale il 27 novembre del 2001 e, udite udite, pare che lo stesso giorno il consiglio comunale di Milazzo, infischiandosene del decreto, o forse solo perché ne sconoscevano l’esistenza (non tutti leggono le gazzette ufficiali tutti i giorni), delibera l’aumento del gettone di presenza a circa 200 mila lire (circa 100 euro).
- Da allora ad oggi non se ne è accorto nessuno; non se ne sono accorti i consiglieri comunali, non se ne sono accorti i sindaci, gli assessori al bilancio, i segretari e i dirigenti. Tuttavia i nodi, prima o poi vengono al pettine e questo è giunto dopo 10 anni. Ora, se si dovesse appurare l’illegittimità di questo gettone, molti consiglieri comunali di allora e che lo sono ancora oggi potrebbero essere chiamati a restituire le somme percepite indebitamente; e per alcuni di essi si tratterebbe non solo di restituire parecchie decine di migliaia di euro ma anche di instaurare un contenzioso che, di fatto, li renderebbe in conflitto di interessi con il comune e, pertanto li porterebbe a decadere dalle loro cariche. Insomma, una vicenda poco edificante sul piano squisitamente morale ed etico. Perchè diciamo così? In fin dei conti può essersi trattato solo di una svista, o di incompetenza di qualche segretario comunale; insomma, potrebbe configurarsi la buona fede dei consiglieri. Sicuramente sarà così, ma questa storia ci ha fatto sorgere qualche sospetto. Di sospetto, stiamo parlando, non di certezze; non minacciate di querelarci, come ultimamente succede, solo per un sospetto, anche se ricordiamo come un autorevole esponente politico italiano, qualche anno fa diceva che “il sospetto è l’anticamera della verità”. Noi non siamo d’accordo con lui ma tant’è. Pare che esista una norma che dica che il gettone di presenza dei consiglieri comunali non debba superare per un mese un terzo dell’indennità di funzione del sindaco. Facciamo quattro conti: l’indennità di funzione del sindaco di Milazzo e di circa 3500 euro, quindi un terzo di tale indennità è di circa 1166 euro (arrotondiamo a 1200 euro).
Quanti Consigli Comunali? - Ci è stato riferito che il dott. Matasso oltre che per l’importo, secondo lui esagerato, del gettone di presenza, si sia lamentato con qualche funzionario comunale dell’elevato numero di sedute mensili del Consiglio comunale, secondo lui, anche questo esagerato. Ma se il consiglio comunale si riunisce in media tre volte la settimana, in un mese si riunisce 12 volte che, moltiplicate per 100 euro a seduta fa 1200 euro: un terzo dell’indennità di funzione del Sindaco. Col gettone a 30 euro per raggiungere questa somma sono necessarie 40 sedute consiliari e l’esigenza di riunirsi 40 volte al mese, i lettori saranno d’accordo, è una cosa decisamente poco credibile. Ci si potrà dire che non è vero che si riunisce tre volte la settimana, ma ci sono le riunioni di commissione consiliare che in qualche modo possono sopperire al mancato raggiungimento della somma “desiderata”. Certo il problema non è solo di Milazzo: ci risulta che in altri comuni si fa, in media, una seduta di consiglio comunale alla settimana o addirittura una ogni 15 giorni e poi le commissioni si riuniscono tutti i giorni.
Una questione di moralità - Ma il problema non è solo dei gettoni di presenza. Esiste anche un problema di rimborsi alle aziende pubbliche o private delle quali sono dipendenti alcuni consiglieri comunali. Viene spontanea una domanda: ma se le riunioni di consiglio, tranne qualche situazione eccezionale, si svolgono di sera, per quale motivo un lavoratore pubblico o privato, consigliere comunale, si deve assentare dal posto di lavoro di mattina per far rimborsare ai cittadini milazzesi la sua assenza? Ci si dirà che questo non è illegale perché la legge lo prevede. Giusto. Ma ci si consenta di dire che questa prassi è immorale e che non sempre le leggi sono giuste solo perché esistono. Tanto per fare un esempio estremo: nel 1938 dopo le emanazioni delle legge razziali fasciste, chi denunciava un ebreo era nella legalità; ma era nella moralità e nell’etica chi non rispettava quella legge. E per un amministratore pubblico operare nella moralità e nell’etica deve essere priorità assoluta. Concludiamo, come sempre, con una proposta indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale e al Sindaco; date dimostrazione di trasparenza e di buona fede: rendete pubbliche tutte le spese della politica milazzese; tutte, nessuna esclusa, chi è in buona fede non ha nulla da temere. I commenti lasciateli fare ai giornalisti.

Commenti
 Antonio Nunzio Isgrò 2011-11-14 18:37
Per completezza d'informazione pubblico i nomi dei 27 consiglieri comunali che nella seduta del 27 novembre 2001 all'unanimità votarono la richiesta di aumento della loro "diaria" :
Cusumano Maria Rosaria (An); Di Natale Giuseppe (Gruppo Misto); Russo Vincenzo (An); Magistri Giuseppe (Udeur); Napoli Santo (Udeur); Ruvolo Stefano (Udeur); Cartesio Stefano (presidente del consiglio, Ppi), Marano Giuseppe (Ppi), Doddo Giuseppe (Ccd), Saraò Orazio (Ds), La Rosa Antonino (Ds), Rondone Paolo (Ds), Pergolizzi Giovanni (Democratici), Crisafulli Giovanni (Democratici), Puglisi Gioacchino (Cdu), Munafò Maurizio (Insieme per Milazzo), Andaloro Alessio (Forza azzurri), Mondo Andrea (Unione Democratica), Capone Maurizio (Insieme per Milazzo), Cattafi Giuseppe (Insieme per Milazzo), De Gaetano Paolo (Rinnovamento), Messina Giovanna (Forza italia), Micale Giacomo (Forza italia), Nastasi Gianfranco (Forza italia), Salmeri Stefano (Forza italia), Codraro Giuseppe (Sdi), Cusumano Franco (Ccd).
Citazione 0 #10 Antonio Nunzio Isgrò 2011-11-14 18:21
Convergenza bipartisan "Nella seduta del 27 novembre (2001) convocata con carattere d'urgenza su richiesta di alcuni consiglieri - primo firmatario Di Natale (ex An, da tempo approdato al Gruppo Misto)-, i nostri rappresentanti all'Assemblea cittadina, richiamandosi alla Legge regionale del dicembre 2000 n.30, si sono aumentati la "diaria" e lo hanno fatto nella misura massima consentita (come del resto per il resto del Presidente del consiglio e gli assessori, cui toccano adesso 3.150.000 mensili, mentre al vicesindaco andranno 3.850.000 lire a fronte dei 7 milioni su cui "resta fermo" il Sindaco), cioè un terzo di quanto spetta al primo cittadino. Tradotto in soldi, i nostri consiglieri potevano scegliere fra l'elevamento del gettone di presenza dalle 52.000 precedenti, a 200.000 lire per seduta, sia di Commissione che di Consiglio, oppure optare per una "indennità" mensile fissa di circa 2.330.000 lorde, pari appunto ad un terzo delle spettanze del sindaco. Hanno unanimemente deciso per questa seconda opzione, ma qualche "esperto" in materia sostiene che, poichè la legge prevede dei limiti di aumento per fasce legate alla consistenza demografica dei Comuni, i nostri consiglieri, per avere diritto alla somma che si sono assegnata, dovrebbero partecipare a trenta sedute mensili, sempre fra Commissioni, Consiglio e riunioni varie. Il che è francamente impossibile. Per di più, data la retroattività della legge la cui entrata in vigore risale al gennaio scorso, gli arretrati cui hanno diritto ammontano ad oltre 20 milioni". (Santino Stracuzzi, "La Città di Milazzo", anno 6 N.48 - 30 Novembre 2001).

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