Venerdì 3 Gennaio 2025 teatro al “Trifiletti” alle 20.30 a andrà in scena la commedia “ Sogno di una notte di mezza sbornia "
Venerdì 3 Gennaio 2025 teatro al “Trifiletti” alle 20.30 a andrà in scena la commedia “ Sogno di una notte di mezza sbornia " ( tre atti del grande Eduardo De Filippo) a cura della compagnia teatrale “I nuovi Sguardi” per la regia di Alessio Alesci.
La rappresentazione, patrocinata dal Comune – assessorato alla Cultura, ha anche una finalità benefica. L’intero ricavato dello spettacolo, infatti, sarà devoluto all’Associazione “Aiutamamme” di Milazzo che da anni opera a favore dei nuclei disagiati del comprensorio milazzese. La somma verrà spesa per acquistare pacchi alimentari e materiale scolastico da donare alle famiglie bisognose che l’associazione segue.
Con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia milazzese rende omaggio anche di Teatro di De Filippo rivisitando i testi di Eduardo.
Sogno di una notte di mezza sbornia ne è il prologo naturale: si parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente, che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente.
Pasquale Grifone riceve in sogno la visita di Dante Alighieri il quale suggerisce all’uomo quattro numeri da giocare al lotto, ma sottolineando che essi rappresentano anche la data della morte di Pasquale, che avverrà a breve. I numeri vengono effettivamente estratti e i Grifone diventano milionari per la gioia dei due figli, Arturo e Gina, e della cinica moglie Filomena, ma non di Pasquale che vede la sua fine ormai imminente e non riesce a capacitarsi per le poche attenzioni che la famiglia dedica al suo dramma personale.
Un perfetto meccanismo comico, in cui battute e gag fisiche sono sapientemente dosate e amalgamate tra loro, messo al servizio di alcuni dei topoi ricorrenti della poetica eduardiana: la smania di facile successo (attraverso il gioco d’azzardo in questo caso), le conflittualità familiari, la creduloneria e l’assuefazione alla facile superstizione che caratterizza gli esseri umani, i confini assai labili tra dimensione onirica e realtà, spesso e volentieri tra loro coesistenti.
Lo sguardo su questo campionario di miserie e debolezze umane è sempre lucido e ficcante, mentre la messa in scena utilizza una chiave grottesca che si sviluppa, in più di un’occasione, nella farsa e nella satira di costume. Sono lontani l’amarezza e il caustico disincanto, tipici di tutta la produzione di Eduardo a partire dal secondo dopoguerra, nell’osservare sorti di un’umanità smarrita, grossolana e al contempo tragica: qui si lascia spazio a un umorismo meno sofisticato ma ugualmente funzionale, più immediato e ruspante comunque espressione di una inventiva comica sempre spassosa e vivace, intelligente e feconda, acuta e sorprendente.
La commedia da vita a un quadro di personaggi caricaturali ma al contempo credibili, di cui si ride con gusto pur sentendosi stranamente in sintonia con i loro stravaganti problemi. Emerge così un insieme di figure buffe, quando non ridicole, che cercano di adattarsi con fatica a un mondo che non gli appartiene (popolani arricchiti, volgari e rozzi nella loro ostentazione di un benessere acquisito quasi per caso) e di trovare un senso a un’esistenza meschina e tragicomica riscattabile solo dai sogni, dalle sbornie o da bizzarri deliri.
Si ride e si ride parecchio in Sogno di una notte di mezza sbornia, opera seminale che preannuncia una precisa e coerente evoluzione della prosa eduardiana a venire: un prodotto brillante e decisamente godibile, reso memorabile da una compagnia di attori piacevoli e convincenti.
Sogno di una notte di mezza sbornia, commedia composta da Eduardo nel 1936 e liberamente ispirata a una pièce di Athos Setti intitolata La fortuna si diverte.