«L’esempio di Sutera, piccolo borgo della provincia di Caltanissetta, ricorda da vicino Tripi: i pochi rimasti, per salvare il Paese dalla desertificazione, hanno accolto i profughi creando occupazione con l’integrazione»
La proposta arriva dallo scrittore tripense Santi Cautela, blogger e consulente politico, autore del libro “Kennedy un socialista alla Casa Bianca” edito da Historica, impegnato da anni nella rivalutazione culturale del piccolo borgo messinese. Secondo le sue ricerche pubblicate sul blog salvateletica.it, la comunità di Tripi sta vivendo una desertificazione molto aggressiva: il calo è stato misurabile con una media del 15% ogni dieci anni e, quindi, è facilmente ipotizzabile che con questo trend abbastanza stabile (mai sceso sotto il 10,02% dal 1951) Tripi resterà deserta già nel 2050.
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Sutera è stata addirittura citata dal Times come paradiso dell’accoglienza con una perfetta integrazione tra paese vecchio e “paese nuovo”: quello che si è creato grazie ai migranti sistemati nelle abitazioni abbandonate in piccoli nuclei autogestiti.
«Hanno rianimato le scuole, le botteghe, le micro-attività, grazie al capitale umano, alla propensione dei siciliani all’accoglienza e ai fondi europei. Importare questo modello a Tripi vorrebbe dire evitare il fenomeno della desertificazione urbana già riscontrabile nella frazione di Casale, vero ammasso fantasma di ruderi. Facendo ripartire l’economia e la crescita demografica, potremo finalmente uscire dal cassetto il sogno di quei pochi giovani tripensi rimasti nel Paese, ossia creare un borgo pieno di locali d'intrattenimento, dove musica e tradizione si incontrano magicamente, – ha detto Cautela – così non sarà solo una città accoglienza per chi scappa dalla guerra, ma anche una città attrazione per i tanti giovani dei paesi circostanti. Tripi è stata culla di una civiltà antichissima, potrebbe diventare un polo multilingue e multi culturale nel futuro.»
«Prendetela pure come una provocazione – ha concluso il giovane ricercatore siciliano – ma è il momento di iniziare a prendere decisioni serie, per evitare che il nostro amato paesino si trasformi in un enorme cimitero fantasma, fuori da ogni statistica e da ogni ricordo.»