"GIARDINO LETTERARIO di VILLA VACCARINO" presenta: "IL MORSO" di Simona Lo Iacono, NeriPozza Editore. Venerdì 4 Agosto 2017, ore 19.
"GIARDINO LETTERARIO di VILLA VACCARINO" presenta: "IL MORSO" di Simona Lo Iacono, NeriPozza Editore.
Venerdì 4 Agosto 2017, ore 19.
Tour di Simona Lo Iacono per presentare la sua ultima fatica editoriale "IL MORSO" (edizioni NeriPozza Editore.
Dopo l'invito dei giorni scorsi del vice Sindaco di San Pier Niceto Francesca Pitrone
Oggi, venerdi 4 agosto 2017 alle ore 19,00 Simona Lo Iacono -Magistrato nata a Siracusa nel 1970 sarà presente a Milazzo
L'autrice che, ha già pubblicato racconti e romanzi deve il primo successo al suo primo romanzo “Tu non dici parole” (Perrone 2008) vintotore del premio Vittorini Opera prima.
Nel 2011 ha pubblicato il romanzo intitolato “Stasera Anna dorme presto” (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea (ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande). Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo “Effatà” (con cui ha vinto il Premio Martoglio e il premio Donna siciliana 2014 per la letteratura).
Nel 2011 ha pubblicato il romanzo intitolato “Stasera Anna dorme presto” (Cavallo di Ferro), con cui ha vinto il premio Ninfa Galatea (ed è stata finalista al Premio Città di Viagrande). Nel 2013, sempre per Cavallo di Ferro, ha pubblicato il romanzo “Effatà” (con cui ha vinto il Premio Martoglio e il premio Donna siciliana 2014 per la letteratura).
E’ del 2016 “Le streghe di Lenzavacche” (edizioni e/o) con cui è stata finalista al Premio Strega Giovani e semifinalista al Premio Strega. Il libro è attualmente in finale al Premio letterario “Città di Rieti”, al Premio “Leggo quindi sono”, al Premio “Chianti”.
Presta attività di volontariato in carcere, dove cura programmi di rieducazione dei detenuti attraverso la letteratura e il teatro, e presso l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, dove utilizza il libro come mezzo di contatto con la realtà.
“Il morso”, si ispira alla vita di Lucia Salvo «a siracusana», personaggio realmente esistito; e racconta, con una lingua elaborata e tesa, un personaggio femminile unico, fragile e determinato, rassegnato eppure incredibilmente vitale. Nella Sicilia del 1848, la bella Lucia Salvo viene considerata una «babba», ossia una pazza, perché affetta da una grave forma di epilessia che nessuno, in quell’epoca, è in grado di diagnosticare e curare. Per volontà della madre, che spera di risollevare le sorti della famiglia, Lucia viene mandata a Palermo, a servizio presso la famiglia dei conti Ramacca.
Il conte Ramacca, afflitto da un irrefrenabile desiderio sessuale, brama l’arrivo della nuova serva. Smanioso di saziare i suoi appetiti morbosi egli è, però, stanco delle donnette che si precipitano senza resistenze nel suo letto. Quando il nano Minnalò, suo fidato consigliere, gli porta Lucia, la bella ragazza non si concede, anzi, lotta e riesce a sfuggirgli, dandogli “un morso”. Ceduta da Ramacca al nobile Manfredi degli Agliata, Lucia viene scambiata per una sciocca a causa della sua malattia e sfruttata per trasmettere messaggi segreti ai carcerati. La Sicilia del 1848 è un vulcano a un passo dall’esplosione, e Lucia sembra essere lo strumento perfetto per tramare senza essere scoperti. Intrappolata in un ruolo che non le appartiene, costretta ad apparire per quella che non è e, al contempo, timorosa dei suoi momenti di incoscienza, Lucia diventa un’inconsapevole eroina, protagonista dei moti del 1848, quando aiuta il capo dei rivoluzionari, Maurizio Fortunato, ad evadere dal carcere.