due progetti per ottenere le risorse previste dal bando del “Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali” della Regione –
Riqualificazione del vecchio mercato coperto e una struttura sportiva, il comune di Milazzo chiede finanziamenti
Il Comune di Milazzo ha presentato due progetti per ottenere le risorse previste dal bando del “Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali” della Regione – 36 milioni di euro complessivi per finanziare “Interventi di recupero funzionale e riuso di vecchi immobili di proprietà pubblica in collegamento con attività di animazione sociale e partecipazione collettiva”.
L’Amministrazione concorrerà con due progetti: il primo riguarda la riqualificazione del vecchio mercato coperto di via Pescheria, l’altro, la realizzazione di una struttura sportiva nella contrada Bastione.
Di entrambi nei giorni scorsi la giunta municipale ha approvato i progetti definitivi.
Per il mercato coperto l’importo complessivo ammonta a 659 mila euro, dopo ce si è provveduto ad aggiornare l’iniziale progetto, risalente all’aprile 2010 redatto dall’ing. Giuseppe Mirenda. Il progetto punta a Lavori di ristrutturazione dell’ex mercato coperto per la realizzazione di un centro servizi a supporto delle attività turistiche (coworking).
Per quanto riguarda l’infrastruttura di Bastione il costo previsto è di 600 mila euro.
L’obiettivo è ottenere la quasi totale copertura dei costi. L’avviso pubblico prevede attraverso il Po Fesr 2014-2020 per i Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti – e di quelli che in passato hanno elaborato, come quello di Milazzo, un Piano integrato di sviluppo urbano (Pisu) – circa 600.000 euro per progetto.
“Contiamo di avere le somme per dare risposte a precisi impegni assunti nel nostro programma elettorale come la trasformazione del fatiscente mercato in uno spazio di coworking – ha spiegato il sindaco Formica – secondo una strategia che spinga i giovani professionisti e i giovani imprenditori a costruire insieme opportunità di lavoro condividendo ambienti e strumenti, di base e sofisticati, ai quali altrimenti, per gli elevati costi, non avrebbero accesso. Abbiamo puntato su queste proposte perché le riteniamo maggiormente fattibili e poiché l’intervento non deve limitarsi solo al recupero del bene ma alla sua rifunzionalizzazione e riuso con attività di animazione sociale e partecipazione collettiva”.