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L’amministrazione comunale ribadisce la propria posizione di ferma opposizione alla privatizzazione dell’acqua


L’amministrazione comunale ribadisce la propria posizione di ferma opposizione alla privatizzazione dell’acqua e dopo aver portato avanti una serie di riunioni con gli altri Comuni del comprensorio ed il Forum dell’acqua pubblica, si è reso promotore anche della costituzione di un Comitato ad hoc che dovrà promuovere azioni finalizzate a diffondere il messaggio di totale contrarietà alla privatizzazione dell’acqua. Il Comitato è stato costituito a conclusione di un incontro tenutosi nell’aula consiliare del Comune – venerdi sera – alla quale hanno preso parte oltre al sindaco e agli assessori Capone e Bucca, diversi consiglieri comunali, rappresentanti della società civile e il referente del Forum dell’acqua pubblica, Egidio Maio.
I referenti del Comitato sono gli assessori Capone e Bucca per l’Amministrazione, un rappresentante che sarà nominato dal consiglio comunale e tre esponenti del mondo dell’associazionismo e del sindacato cittadino.“Abbiamo poco meno di un mese di tempo per informare i cittadini dell’esistenza di questa opportunità di partecipazione offerta dal referendum – ha detto Egidio Maio – perché il problema dell’acqua è davvero importante. Far passare il principio della privatizzazione dell’acqua sarebbe un dramma per la comunità, non solo per il rincaro pressochè scontato delle bollette quanto per il rischio di un peggioramento del servizio. Basta vedere quello che è successo in altre località, penso ad Agrigento, dove la gestione dell’acqua è in mano ai privati”.
Il sindaco Pino ha spiegato che l’impegno dell’Amministrazione scaturisce dalla necessità di affermare il principio che l’acqua sia totalmente pubblica per evitare quelle speculazioni che possono derivare dalla gestione di un bene primario da parte dei privati. Ha quindi ribadito l’importanza di una “sinergia istituzionale” tra le varie municipalità al fine di portare avanti un obiettivo comune che deve essere quello dell’interesse della collettività.
L’assessore Maurizio Capone nel chiarire che “non si tratta di una posizione politica, bensì della difesa di un interesse collettivo, ha fatto la cronistoria della vicenda: dal decreto Ronchi del 2009 che ha sancito la ‘privatizzazione’ dell’acqua alle numerose iniziative anche parlamentari, in Sicilia, per dire no al passaggio della gestione di un bene demaniale (cioè dello Stato e quindi dei cittadini), qual è l’acqua, da società pubbliche a società private o comunque possedute da privati al 40%. Crediamo che tale scelta sia penalizzante per il cittadino in quanto, siamo convinti, sulla scorta anche della tremenda esperienza degli Ato rifiuti, che il privato, sottoposto alle leggi della concorrenza e del mercato, non garantisca una gestione ottimale delle risorse e alla fine la popolazione si ritroverà con un servizio peggiore e costi più elevati. Del resto le esperienze di alcuni Comuni che hanno optato per questa scelta sono eloquenti: servizi carenti e tariffe elevatissime”. Ha quindi ricordato che già nel 2009 – subito dopo la pubblicazione del decreto Ronchi - il Consiglio Comunale di Milazzo – da lui presieduto – deliberò il mantenimento dell’acqua pubblica quale bene comune. Altri contributi al dibattito sono giunti dal sindacalista Enzo Sgrò, Elena Caragliano e dal consigliere comunale Antonio Isgrò, tutti concordi nel ribadire il fallimento in alcune province delle gestioni privatizzate e quindi sulla necessità del totale coinvolgimento dei cittadini su un referendum che molti cercano di far passare in secondo piano.

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