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Le donne del Pd di Messina contro la proposta di cancellare la doppia preferenza di genere



Le donne del Pd di Messina contro la proposta di cancellare la doppia preferenza di genere


Le Democratiche di Messina aderiscono all’ Assemblea per la democrazia che si svolgerà il 21 luglio online (Zoom e Facebook) e organizzato dal Pd Sicilia. 
Nelle ultime settimane si è sollevata una profonda indignazione nell’apprendere che un esponente di Forza Italia vorrebbe fosse intrapreso un percorso a ritroso in seno all’ARS per cancellare la doppia preferenza di genere nelle elezioni per i Consigli comunali. Ne è derivata una mobilitazione regionale corale a sostegno del ddl del PD Sicilia per la democrazia paritaria. Anche il PD Messina, nelle sue diverse componenti, ha dato adesione immediata sottoscrivendo il documento predisposto da Milena Gentile per il Dipartimento regionale delle Democratiche.
L’assemblea, alla quale parteciperà Cecilia D’Elia, portavoce nazionale della Conferenza donne democratiche, è aperta alla partecipazione di esponenti di altri partiti, delle deputate regionali di tutti i gruppi, di associazioni, di sindacati e della società civile .

All’ARS si riprova ad abolire la doppia preferenza di genere nelle elezioni locali.
 “Lascia basiti la notizia che il presidente Pellegrino si stia affrettando a presentare al voto dell’ARS un disegno di legge che mira ad abolire la doppia preferenza di genere nella legge elettorale per i comuni. – dichiara Milena Gentile, Responsabile del Dipartimento regionale Pari Opportunità e Politiche di Genere del PD Sicilia e Presidente dell’associazione Emily – Un tentativo che, oltre ad essere antistorico, rivela una paura folle che qualche donna possa riuscire a strappare un seggio a un predestinato maschio.
In un momento in cui all’ordine del giorno della I Commissione c’è un ddl presentato dal PD che vuole inserire la doppia preferenza anche nella legge elettorale per l’Assemblea regionale, l’on.le Stefano Pellegrino tenta questo colpo di mano in vista delle elezioni amministrative di ottobre.
Anziché cogliere il momento opportuno per allineare la Sicilia alle altre regioni d’Italia, che oramai hanno adottato tutte la doppia preferenza, registriamo una resistenza che va oltre ogni pudore. Ancora più grave è la manipolazione a proprio uso e consumo delle sentenze della Corte Costituzionale dichiarando che per rispettarne i dettati basta inserire il 50% di donne nelle liste elettorali, anche se si toglie all’elettorato la possibilità di votare due preferenze di genere diverso. Il presidente della I Commissione dimentica che la legge nazionale n. 20/2016 non si limita a prevedere tra i principi la promozione della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l’accesso del genere sotto rappresentato alle cariche elettive, ma indica anche le specifiche misure da adottare, declinandole sulla base dei diversi sistemi elettorali delle regioni, in attuazione degli articoli 51 e 117, comma settimo, della Costituzione. Da queste premesse giuridiche e costituzionali ha preso le mosse il Consiglio dei Ministri nel 2020, quando per superare le resistenze della politica locale, ha esercitato il potere sostitutivo che discende all’art. 120 della Costituzione per inserire la doppia preferenza di genere nella legge elettorale della Puglia. Che parte della politica siciliana voglia usare la specialità del nostro Statuto per negare principi di diritto consolidati da tempo nell’ordinamento nazionale è un dato gravemente preoccupante. Rivolgo un appello alle donne di tutti gli schieramenti perché facciano sentire la loro voce. Non è più tollerabile questa arroganza”.

“La doppia preferenza di genere – ha dichiarato Claudio Fava, presidente Commissione antimafia e leader dei Cento Passi – ha consentito in questi anni di aumentare sensibilmente la presenza delle donne nelle assemblee elettive della Sicilia, superando la vergogna di consigli comunali composti unicamente da maschi. Per questo pensiamo che non solo vada difesa la norma attuale ma che sia arrivato il tempo di estenderla per le elezioni dell’assemblea regionale siciliana. Una regione di uomini e donne deve essere governata da uomini e donne

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