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Nel disordine organizzato, settore dei rifiuti solidi urbani in Sicilia, la "stangata" rifiuti a Milazzo, approvate le nuove tariffe.



Fonte Sole 24 ore
articolo del 28.marzo 2015
"Nel settore dei rifiuti solidi urbani in Sicilia c’è un disordine organizzato con un «sistema ordinario della raccolta che non va da anni, c’è una situazione di emergenza non dichiarata e, dagli elementi raccolti dal 2010 a oggi non ci sono stati cambiamenti».
È la conclusione cui sono arrivati i componenti della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti guidata da Alessandro Bratti, al termine della quattro giorni di viste e audizioni tra le province di Trapani e Palermo. È stata una seconda puntata di un lungo giro di visite programmate che continuerà nei prossimi mesi con la provincia di Messina e con le aree di  Siracusa e Gela dove i parlamentari cercheranno di approfondire lo stato di avanzamento e le criticità nel settore delle bonifiche. Insomma un lavoro che punta ad andare in profondità e che si dovrebbe concludere poco prima delle ferie estive con una relazione dedicata alla situazione della Sicilia. Almeno queste le intenzioni annunciate dal presidente della commissione.
Intanto, l’Amministrazione comunale di Milazzo e la maggioranza del consiglio comunale di centro sinistra , nella riunione del 27 agosto 2015, in un sol colpo è riuscita – nonostante, a detta del'opposizione, si poteva fare diversamente – ad aumentare in maniera indiscriminata il costo della Tari per alcune fasce di oltre l’80 % 
All'attacco l'opposizione, .il consigliere Pippo Midili parla di "una delibera a sua giudizio illegittima e per la quale darà il suo personale contributo, insieme ai colleghi dell’opposizione, per predisporre i ricorsi per evitare un vero e proprio massacro delle tasche dei milazzesi». Il riferimento di Midili era ad un suo emendamento bocciato dall’Aula che prevedeva un abbattimento dei costi. Di diverso avviso la maggioranza che sulla base anche dei riscontri contabili forniti dall’ufficio ha evidenziato che non c’erano altre ipotesi e che comunque da subito ci si metterà al lavoro per attuare un serio piano dei rifiuti che preveda la raccolta differenziata porta a porta al fine di ridurre in maniera considerevole il quantitativo di rifiuti da conferire in discarica, nella considerazione che la parte umida ne rappresenta più del 40% e che non essendo differenziata viene conferita in discarica con notevole aggravio per il bilancio comunale e quindi per le tasche dei cittadini.
Il sindaco Formica ha proposto – attraverso un emendamento – la rateizzazione del pagamento della Tari per quest’anno in tre rate: 30 ottobre, 30 novembre e 30 dicembre. La proposta è stata approvata a maggioranza. Quindi le dichiarazioni di voto. Posizione contraria oltre ai due gruppi espressione dell’ex sindaco Pino, anche da parte del consigliere Simone Magistri, che ha rilevato “l’aumento indiscriminato delle tariffe sui rifiuti, a fronte di una riduzione della capacità contributiva da parte dei cittadini e senza una equa redistribuzione basata sulle categorie che avrebbero diritto a un’esenzione” e dell’Udc, che attraverso Rosario Piraino ha ribadito il “no” a qualunque proposta che aumenti l’onere contributivo a carico dei cittadini, comunicando che il gruppo consiliare sta preparando una mozione per rivedere tutte le aliquote dopo l’annullamento del dissesto. 
L'esito del voto: 18 voti favorevoli e 9 contrari il consiglio comunale ha esitato il Piano Finanziario per la gestione dei rifiuti e della Tari per l’annualità 2015. Maggioranza dunque compatta e opposizione che ha mantenuto la propria posizione di contrarietà ritenendo l’aumento un vero e proprio salasso per i cittadini. 


Per il momento il giudizio sul sistema dei rifiuti siciliano è pessimo: l’isola di fatto è in emergenza e i commissari hanno registrato un sostanziale immobilismo da parte della Regione siciliana che negli ultimi anni è intervenuta più volte con riforme normative che non hanno portato alcun risultato. Gli stessi commissari hanno dovuto constatare come a fronte della liquidazione degli Ato (gli Ambiti territoriali ottimali oggi in liquidazione e indebitati per circa cinquecento milioni) non siano affatto decollate le cosiddette Srr (previsti nella legge regionale del 2009) e che a tutt’oggi gli Aro ( Aree di raccolta ottimale previste in una nuova legge approvata nel 2013) non sono stati costituiti con quella celerità che il legislatore si aspettava. I tentativi di dotare la Sicilia di un nuovo piano rifiuti sono andati a vuoto: il piano varato dall’allora governatore Raffaele Lombardo che era anche commissario delegato per l’emergenza, ha ricevuto un primo via libera dal ministero per l’Ambiente ma ha ricevuto la Via-Vas solo a dicembre 2014 con un a cinquantina di prescrizioni e ora i parlamentari della commissione hanno certificato che quel piano è scaduto nel 2014 e che il nuovo assessore Vania Contraffatto «sta lavorando alla stesura di un nuovo piano di emergenza» ha spiegato Bratti.  Di fatto però il piano Lombardo non è mai entrato in vigore anche se sulla base delle sue previsioni, spiega il docente universitario Aurelio Angelini, sono state fatte gare d’appalto e sono stati realizzati impianti. Con la sapiente regia di Marco Lupo, allora direttore generale dell’assessorato e per un periodo delegato dal presidente Crocetta a gestire l’emergenza. 
Resta il fatto che un piano di gestione (ordinaria) del sistema della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Sicilia è urgente anche per poter spendere i fondi della programmazione 2014-2020 destinati al settore visto che si tratta di una condizionalità ex ante richiesta dalla Commissione europea. 
La Sicilia è l’unica regione italiana a non averlo.  Un piano che, se fatto a regola d’arte, potrebbe aiutare a colmare quelle lacune che i parlamentari hanno riscontrato: «Permane l’utilizzo delle discariche come unico sistema mentre la raccolta differenziata non raggiunge il 10 per cento. Senza tralasciare la situazione debitoria degli Ato che perdura nonostante la presenza di commissari liquidatori e continua a gravare sulle spalle dei cittadini che, a loro volta, non pagano, alimentando un loop che prosegue da anni.
 In  Sicilia la mala gestione del ciclo  dei rifiuti ha delle connotazioni particolari: la Campania ha attraversato momenti di grande crisi ma oggi si muove sul 40% di raccolta differenziata, la stessa cosa non si può dire della Sicilia». 
Qual è dunque la situazione oggi? 
Secondo alcuni, in assenza di altri piani di emergenza sono rimasti in vigore il Pier (Piano degli interventi per l’emergenza rifiuti) varato nel 2000 elaborato da una commissione a suo tempo guidata da Angelini e il piano di gestione varato nel 2002 dall’allora presidente Salvatore Cuffaro, commissario delegato per l’emergenza rifiuti. Quest’ultimo prevedeva la costruzione di quattro termovalorizzatori e siccome resta vigente, a determinate condizioni, quegli impianti potrebbero essere persino costruiti: «Dimensionandoli per il 35% dei rifiuti prodotti, considerato che il resto deve essere destinato a raccolta differenziata - spiega Angelini - potrebbe essere rifatto il bando. Lo dico ribadendo che sono contrario a questo sistema». Ipotesi campata in aria?
Il presidente della commissione ha spiegato che «nessuno ha paventato il ritorno dei termovalorizzatori nell’isola» ma in passato, considerando inopinatamente vigente il piano Lombardo, c’è chi si era spinto a ipotizzare la costruzione di impianti per bruciare il cosiddetto css (combustibbile solido secondario ricavato dalla frazione secca dei rifiuti). La costruzione di termovalorizzatori rappresenterebbe una bella opportunità di business per i player del settore (uscita di scena la Falck che doveva costruirli ai tempi di Cuffaro si registra negli ultimi tempi un movimento che fa pensare a nuovi interessamenti).  L’affare di certo c’è: secondo i tecnici del settore un impianto da 65 Mw potrebbe portare nelle casse di chi lo costruisce 130 milioni l’anno grazie alle convenzioni con il Gse che dà le somme a titolo di incentivo. «In linea teorica - spiega ancora Angelini - grazie al sistema degli Aro ognuna di queste Aree ottimali potrebbe costruirsi il proprio piccolo impianto per bruciare rifiuti». 

spunti tratti dal sole24ore
di Nino Amadore28 marzo 2015

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