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Cittadini, organizzazioni politiche di Milazzo e del comprensorio cominciano a confrontarsi con le problematiche dell'Area Metropolitana e dei Consorzi.

Milazzo- 21.giugno 2014



l Cittadini e le organizzazioni politiche di Milazzo e del comprensorio cominciano a confrontarsi con le problematiche dell'Area Metropolitana e dei Consorzi. E' comunque auspicabile una proroga a livello regionale per la totale confusione che regna  in tutta l'isola; In casa nostra, Milazzo, è auspicabile che le scelte vengano rimandate ad una nuova amministrazione organica che uscirà dalle elezioni del prossimo anno. 
L' incontro. di sabato 21, alle 17,30 presso la Casa del Popolo di via XX settembre a Milazzo, organizzato dai Dem PD (relatori: L'ex consigliere comunale Franco Scicolone e l'Avvocato Giovanni Formica ) ha evidenziato la necessità di avviare da subito una mobilitazione per scongiurare che Milazzo rientri nell'area metropolitana di Messina, 

In sala, presenti a vario titolo, rappresentanti dei Comuni di Pace del Mela, San Pier Niceto, oltre ad una nutrita rappresentanza di ex consiglieri comunali del Comune mamertino, quali il Prof Giovanni Alesci , Massimo Bagli, Franco Russo , Orazio Saraò, il Dott Ciccio De Pasquale, Giuseppe Marano, Antonio La Rosa e l'Ing Nino Nastasi .
 Oltre una rappresentanza del Circolo "Il Megafono di Milazzo " con Peppe Foti e Luciano La Mattina , Antonio Nicosia (Circolo DC Milazzo ) e l'Arch Marino Famà presidente Associazione culturale "Amici di Milazzo
Introducendo i lavori, Franco Scicolone, ha evidenziato che:
"Nulla ci lega a Messina, individuando nella fascia Tirrenica che va da Spadafora, passando per Barcellona Pg e le isole Eolie fino a San'Agata Militello e la zona bassa dei Nebrodi,

la possibilità di organizzare il consenso attorno alla proposta di autonomia. pensando innanzitutto alle esigenze del proprio territorio". 
Aggiunge il Consigliere Scicolone "Sono passati già tre dei sei mesi a disposizione dei Comuni per decidere sul proprio futuro. La legge approvata dall’Ars nel marzo scorso istituisce nove liberi consorzi (tanti quanti le ex province) e le tre aree metropolitane di Catania, Messina e Palermo. I Comuni limitrofi che vogliono annettersi alle città metropolitane lo possono fare mediante decisione del consiglio comunale. ma c'è la possibilità di scegliere di non farne parte, dando vita a un nuovo consorzio in cui ogni comune potrà far valere le sue esigenze." 
Per Giovanni Formica "Con l'abolizione delle province in Sicilia, i Comuni debbono riunirsi in Consorzio per svolgere le funzioni di "area vasta", cioè spazi sovracomunali".
Nel corso del dibattito, per quanto riguarda la Città mamertina, è emerso l'amara constatazione che l'esperienza di questi anni, il ruolo dell'autorità portuale, dimostrano che Milazzo è stata considerata la discarica dei problemi che Messina non sa o non vuole risolvere. 
In tanti, nei vari interventi si son trovati d'accordo che, l'adesione di Milazzo e Barcellona alla Città Metropolitana di Messina è un errore storico da evitare. L'unico volano di sviluppo possibile per la provincia di Messina è racchiuso infatti nella fascia Tirrenica ivi compresi i comuni di Barcellona-Milazzo e rispettivi comprensori.
Messina, (per'altro non ancora inserita nella mappa Europea delle città metropolitane) sembra orientata ad aprirsi alle Riviera Calabra dello Stretto di Messina 
A questo punto, quale sarà il futuro della fascia Tirrenica della provincia?

Tanti sono le argomentazioni per porre in essere il grande consorzio tirrenico. Il problema è uno solo: l'inesistenza di una classe politica nel comprensorio tirrenico. Tutto è nelle mani di degli amministratori della suddetta zona , in particolare di Barcellona Pg e Milazzo che però sinora, dalle prime uscite, appaiono - forse inconsapevolmente - . Molto probabilmente sia loro,sia i loro Consiglieri, hanno approfondito poco il problema. Speriamo lo facciano, guardando agli interessi delle rispettive comunità. 
Per Milazzo la faccenda si complica, assente l'informazione ai cittadini ed il dibattito ed coinvolgimento del mondo economico, delle Associazioni. Il Comune privo del consiglio Comunale , le decisione , oltre al Sindaco sono nelle mani del reinsediato commissario Prefettizio Dott De Joannon Il neo commissario, dove occuparsi della provvisoria gestione dell’Ente in sostituzione del consiglio comunale. 
Si ritiene invece,  che la Città di Milazzo debba sapere ed essere arbitra del proprio futuro,
Una scelta importante non solo per i milazzesi, ma per gli equilibri dei nuovi consorzi nati dopo l’abolizione delle province da parte della Regione Sicilia 
Fuori dall’area metropolitana, Milazzo diventerebbe automaticamente, dopo Barcellona Pg, il Comune con più residenti tra quelli dell’ex provincia, e quindi sarebbe la città capofila dell’unico libero consorzio del Messinese
Un puzzle ancora difficile da comporre e che durante l’estate avrà sicuramente nuovi assestamenti. L’ultima parola spetterà comunque all’Assemblea regionale siciliana. Saranno infatti i deputati a delineare il definitivo nuovo assetto territoriale dell’Isola. 


Intanto, lasciamo che siano i cittadini di Milazzo a porsi il semplice quesito: volete stare con questa addivenire area metropolitana di Messina?
In sostanza il quesito è : «Sei favorevole ad aderire al libero consorzio di comuni del Tirreno, istituito dall’art. 1 della legge regionale 24 marzo 2014, n. 8, 
A quesito c'è da aggiungere il deliberato, con atto di consiglio comunale (nel nostro caso del Commissario) 
L'incontro Milazzese di via XX Settembre, rappresenta un primo momento di confronto delle forze sociali per continuare gli sforzi per far nascere il consorzio. Ma restano solo tre mesi di tempo 
Altrove, nell'isola, diversa è  la mobilitazione, per esempio il prossimo 13 luglio 2014 i cittadini gelesi saranno chiamati a scegliere con un referendum se aderire al libero consorzio dell’ex provincia di Catania. Se si raggiungerà il quorum e vinceranno i sì, la città diventerebbe il comune capofila di un territorio esteso da Acireale a Caltagirone. 
I Comuni che invece vogliono cambiare o creare un nuovo Consorzio devono indire un referendum. A patto di rispettare due criteri: il principio di continuità territoriale e quello sul numero di abitanti, il nuovo Consorzio dovrà avere una popolazione minima di 180mila residenti, mentre l’ente di provenienza deve mantenere minimo 150mila abitanti. Ma fino ad ora i tentativi di creare nuovi consorzi non sono andati a buon fine. Continuano a provarci le Aci, così come l’area ionica, indecisa tra guardare a Nord, verso i comuni del Messinese o a Sud, proprio verso Acireale. Lunedì il consiglio comunale di Giarre voterà per la costituzione del consorzio Jonia-Taormina-Etna. Ma anche in questo caso servirà un referendum e i tempi stringono. Mentre a Riposto è stata incaricata una commissione per elaborare una proposta da presentare quanto prima in consiglio comunale. 


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