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Sicilia al Vinitaly, innovazione e successi

Un Vinitaly sempre più all’insegna dell’innovazione e dell’internazionalizzazione quello di quest’anno della Sicilia. A poco meno di ventiquatt’ore dalla chiusura della grande Fiera di Verona, si fa un primo bilancio che sembrerebbe essere positivo.
Grande interesse di pubblico e operatori innanzitutto per “SiciliaWineCloud”, il sistema informativo multimodale che permette ai visitatori di cercare tra le 180 cantine presenti nel padiglione, di localizzarne lo stand all’interno degli oltre ottomila metri quadri espositivi e di cercare per vitigno, tutela o etichetta il vino preferito tra gli oltre duemila portati dai produttori siciliani.Il sistema è stato progettato e realizzato da InformAmuse srl, lo spin-off universitario dell’Ateneo palermitano su incarico dell’Istituto Regionale dei Vini e degli Oli di Sicilia. Oltre 145mila gli ingressi in soli due giorni al padiglione Sicilia. Ma il Vinitaly 2012 siciliano è stato anche ricco di eventi e di riconoscimenti. Come la consegna della Medaglia di Cangrande ai benemeriti della viticoltura italiana a Fabio Sireci della cantina Feudo Montoni. O la visita del commissario dell’Unione Europea all'Agricoltura Dacian Ciolos.
“Tradizione e territorio è il connubio che portiamo 
avanti, – commenta Sireci – dietro ad un bicchiere
 di vino non dobbiamo dimenticare che c’è la terra ed il lavoro”. Il riconoscimento è stato consegnato dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania che ha elogiato la grande crescita del comparto enologico siciliano riconoscendo ai produttori dell’Isola quelle capacità che hanno permesso all’intera regione di trasformare una produzione di quantità in una vera e propria eccellenza del panorama italiano con livelli qualitativi difficilmente raggiungibili e con un 
sistema orientato all’export. Il direttore Dario Cartabellotta ha fatto invece un appello alle istituzioni affinché tutelino le identità siciliane, biglietto da visita di qualità dell’Isola nel mondo: “Oggi la protezione delle nostre identità – ha detto Cartabellotta - è l’unica via che può difendere l’eccellenza siciliana nel mondo dal rischio delle contraffazioni e da alcune normative europee che rischiano di non riconoscere le proprietà organolettiche dell’olio”. Ed il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo ha rimarcato: “ La presenza della Sicilia al Vinitaly 2012 è l’ennesimo tassello che mira ad integrare sviluppo e legalità. Anche nel mondo del vino stiamo assistendo ad una rivoluzione copernicana che punta a migliorare la qualità, rafforzare il sistema di produzione e garantire nuovi sbocchi commerciali alle nostre produzioni”. La Fiera di Verona è stata per la Sicilia anche un’occasione per “sfornare” nuove idee . Come quella di costituire un Consorzio per il Mamertino Doc. Mille sono gli ettari di superficie vitata nel Messinese, di questi trecento vitati appunto a Mamertino, vitigno che risale a tempi antichissimi in queste zone. L’obiettivo è fare squadra permettendo al produttore di ottimizzare il suo investimento. Ma non solo, l’obiettivo è anche puntare alla qualità: l’istituzione di un Consorzio permetterebbe maggiori garanzie alla Doc Mamertino.

cartabellotta_vinitaly_2012Vinitaly: tipicità, eccellenza, territorio

E' un consuntivo felice quello che possiamo trarre da questo Vinitaly non solo per la vivacità commerciale registrata dalle nostre aziende ma anche e soprattutto per la visione di unità che questa Sicilia offre ai suoi diversi interlocutori,
anche in vista dell'entrata in vigore della DOC Sicilia".

Così il direttore generale dell'IRVOS Dario Cartabellotta commenta il Vinitaly siciliano edizione 2012. "Un tempo gli affari si concentravano su alcuni grandi marchi storici,  oggi anche le piccole aziende riescono ad avere un mercato e a costruire relazioni commerciali stabili con l'estero, frutto di un cambiamento generazionale che ha consentito alle aziende di accrescere illoro know how. Anche, in questo caso, il modello da noi sposato di rappresentare la Sicilia del vino,  con tante Sicilie che convivono sinergicamente tra loro  - spiega Dario Cartabellotta - risulta appropriata e vincente: appropriata perché registra una realtà diversificata che tiene in conto le differenti esigenze degli attori in campo. Vincente perché riesce a dialogare meglio con i mercati che, anche loro, si differenziano per domanda, canale e stile di consumo. Una Sicilia del vino più plurale risponde meglio alle pluralità espresse dal mercato, soprattutto internazionale. L'Appeal della Sicilia si è rafforzato con le peculiarità dei singoli contesti produttivi della nostra isola: dai vini di montagna dell'Etna a quelli prodotti da una viticoltura eroica delle nostre isole minori, senza dimenticare l'area del ragusano con il Cerasuolo di Vittoria, i vini delle Terre Sicane o del trapanese e marsalese".

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