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CAMMINANDO RIFLETTO


Camminando rifletto
Com’ è consuetudine, ogni domenica mattina, vado a camminare con i miei amici . Mentre eravamo in viaggio sulla strada di levante verso Capo Milazzo, venivamo superati da un gruppetto di podisti che con goliardia mi salutava, ( da giovane sono stato un podista) e scherzosamente m’invitavano a lasciare il gruppo di camminatori per proseguire di corsa con loro (probabilmente perché si può pensare che le persone “poco atletiche” camminano mentre quelli più in gamba corrono) con un grosso sorriso ricambiavo i saluti e simpaticamente rispondevo in maniera sarcastica che non avevo più i numeri (le condizioni) e avevo scelto di camminare e non più correre. 
Tutto questo mi portava a riflettere sulle modalità di quello che era accaduto, sulle parole dette e il significato di questi tipi d’incontri, in specifico, con chi corre. 
Sappiamo che camminare, più di altri gesti motori e per la sua ciclicità, sollecita la riflessione e il dialogo tra i componenti del gruppo. Mi parve spontaneo spiegare ad alcune compagne di viaggio , come Luisa e Luciana, la differenza tra il camminare e il correre. 
Dissi che il correre è certamente un grande gesto motorio e sportivo capace d’ interpretare l’evoluzione dell’uomo nel tempo; ma tutto ciò può essere svolto in un preciso tempo della vita dell’uomo, secondo il mio modo di pensare c’è un tempo per camminare e un tempo per correre; arriva inesorabilmente il tempo che la macchina umana non riesce più a sopportare le sollecitazioni continue che la corsa produce e bisogna cambiare “passo”.

 Il camminare rappresenta il più umano e democratico gesto in natura. Nell’osservare il camminare dei miei compagni di viaggio, mi fu facile evidenziare l’armonia del gesto: l’alternarsi dei passi, il movimento ciclico delle gambe, tutto ciò mi suggeriva che gli arti inferiori sia quello destro che quello di sinistra lavorano democraticamente alla pari. Quando il primo piede lasciava il contatto con il suolo subito il secondo piede interveniva per un pronto contatto , aiutando reciprocamente la normale deambulazione e sorreggendo tutto il corpo nell’azione di andare in avanti. Inoltre, mi è sembrato semplice affermare che il camminare, gesto spontaneo e naturale, può essere svolto da tutti ma proprio da tutti, dai bambini agli anziani, siano questi alti, bassi, grassi o magri SENZA MAI PROCURARE DANNI DI NESSUN GENERE. 
Tanti di noi, in speciale modo i non allenati, gli anziani e le persone in sovrappeso e con problemi di salute non possiamo correre in quanto questo nobile gesto motorio risulterebbe nocivo e traumatizzante. Concludevo la mia riflessione che con il giusto passo, tutti possiamo camminare senza effetti collaterali.
 “Correre" è riservato solo ad alcune persone , quelli che “possiedono” età e condizione fisica adatte allo scopo. Mentre camminare è democratico perchè lo possono fare tutti.”
Pippo Geraci

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