Milazzo, mostra fotografica sulla Shoah e sui genocidi nella storia, compreso quello attuale di Gaza.
27 gen 2025
Milazzo, mostra fotografica sulla Shoah e sui genocidi nella storia, compreso quello attuale di Gaza.
Presente la senatrice del M5S Barbara Floridia -ieri è stata inaugurato la mostra sul giorno della Memoria, immagini dell'Olocausto , una raccolta di testimonianze visive alla prova della memoria e del legame tra rappresentazione e costruzione della memoria e di come gli interrogativi aperti allora riverberino sulla contemporaneità, promossa dal coordinamento dl centro sinistra di Milazzo.
Il termine Olocausto indica il genocidio di 6 milioni non solo di ebrei, di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista, i loro alleati e i collaborazionisti.
Gli ebrei furono le principali vittime tra i gruppi ritenuti dai nazisti "indesiderabili" o "inferiori" per motivi politici o razziali.
Il problema della rappresentazione dell’Olocausto è stato uno dei nodi fondamentali del pensiero del secondo Novecento, come è emerso tra gli interventi -
Con l'ingresso delle truppe alleate nei campi e la realizzazione delle prime immagini che documentavano le tracce delle atrocità naziste si apre una frattura senza precedenti nella storia dell’umanità ma anche nella storia del pensiero e della cultura visuale.
Le testimoniane che abbiamo dei campi di concentramento, dopo l’arrivo delle truppe alleate, sono quindi qualcosa di talmente realistico – terribilmente realistico – da non poter dare adito a dubbi.
Quel che queste foto ci presentano è vero, drammaticamente vero.
Di tante altre tragedie della storia, di tante altre guerre (Hegel diceva crudamente che la storia è un grande mattatoio), non abbiamo foto; abbiamo certo racconti, ma una foto, si sa, spesso vale più di mille parole.
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l’Olocausto non è tanto nella sua rappresentazione o rappresentabilità, quanto piuttosto – e questo è il problema specifico – nello iato che esso apre con il nostro pensiero, con la capacità di credere davvero a tutto questo, di chiedersi come tutto questo sia stato possibile e perché sia accaduto.
Non è tanto, insomma, un problema di rappresentazione, ma della relazione che la rappresentazione ha con la nostra capacità di giudizio, per dirla in termini generali, con la nostra capacità di comprendere quel che vediamo e che la foto ci attesta essere davvero accaduto.
L’irrappresentabile, in questo caso, non è tanto il fatto, ma, come pure tanta arte ha cercato di fare (da Guernica di Picasso, che mostra la brutalità della guerra, a Celan e Primo Levi), l’orrore che tale fatto suscita, l’incomprensibile che esso reca in sé.
Si può perciò restare attoniti di fronte a immagini molto forti come sono quelle che abbiamo della Shoah, ma quel che è più sconvolgente credo sia il racconto, la ricostruzione storica, che di esse e tramite esse si può e si deve fare.
C’è un aspetto che riguarda la ricostruzione storica – non il semplice fatto che qualcosa sia accaduto, ma anche il perché – che per noi è fondamentale, e che ci serve per dare un senso, o non riuscire a dare un senso, a questi eventi.
La mostra resterà aperta fino a venerdì. Da vedere, per pensare per non scordare.
Foto fonte Malgradotutto
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