Mostra Collettiva di pittura a Palazzo D'amico .
Ultimi giorni per visitare la collettiva di pittura Milazzo: la tonnara e.......non solo! promossa dall'associazione Filicus Art.
Un viaggio di dodici artisti che, questa volta, li ha condotto nel magico mondo delle tradizioni marinare
Nella Sicilia degli gesti quotidiani “aula di didattica a cielo aperto”, dove è più facile comprendere quella “sicilianità” che rimane estremamente difficile da interpretare per chi arriva “da fuori”. I mercati rionali, quelli unici e mai uguali, dove esistono atmosfere magiche e irripetibili che affascinano il curioso, il passionale, l’istintivo che, come l’autore, ricerca nelle sfumature, nelle cromìe dei colori e nel vocìo della gente, l’anima di un luogo. dove imparare a conoscere e a capire chi vi orbita intorno, dove si insegna quella quotidianità del cibo che affonda le sue origini nella tradizione popolare.
L’interesse rivolto per millenni in Sicilia alla pesca del tonno dimostra quanto sia stata importante tale attività per le civiltà che si sono succedute in riva al Mediterraneo. Le tonnare siciliane hanno un’origine antica e risalgono al periodo della dominazione araba. Secondo lo storico Francesco Carlo D’Amico ne sono esistite 18 lungo la costa peloritana settentrionale. Tra le tonnare più grandi di Milazzo, c’era quella del Tono che è stata funzionante fino al 1966. La tonnara del Tono fu concessa per la prima volta a Federico Giordano in epoca imprecisata.
Sotto il regno di Martino d’Aragone e della regina Maria, venne concesso a Nicolò D’Amico lo spazio di mare per armare la tonnara sotto il castello nell’insenatura chiamata Ngonia. Dal 1818 al 1756 la tonnara fu posseduta da varie famiglie, tra le quali Marullo e Bonaccorsi. Nel 1970 passò nelle mani di Don Girolamo Calapaj che la gestì insieme alla famiglia D’Amico fino al 1996. In quell’anno la tonnara cessò la sua attività.
Il lavoro nelle tonnare iniziava ad aprile con la consueta “uscita in piano” (“nisciuta in chianu”). Dopo la benedizione dei locali e del personale, le barche venivano riparate dai maestri d’ascia mentre gli altri lavoratori si dedicavano alla revisione delle reti. La tonnara aveva in dotazione tante imbarcazioni fra le quali la muciara, che era la barca del rais sulla quale veniva issata una bandiera, il cui colore indicava il tipo di pesce pescato: bianca per il pesce spada, rossa per il tonno; i palischermi lunghi 20 mt senza albero che venivano utilizzati per il trasporto del tonno a riva, le barche più piccole che trasportavano le reti e gli attrezzi.I pescatori del rione marinaro di Vaccarella, sotto lo sguardo del “rais”, preparavano l’occorrente in vista della nuova stagione di pesca.
La Chiesetta, recentemente restaurata, nei mesi di inattività della Tonnara, era adibita a deposito di reti e cordami. Alla base dell’edicola votiva ancora oggi si ritrova l’iscrizione marmorea che ricorda che quel minuscolo tempietto venne innalzato nel 1907
«A Maria Consolatrice dai Marinari della Tonnara del Tono». Alle spalle della Chiesetta, in cui è venerato il simulacro della Madonnina nera del Tindari ed entro la quale è stata recentemente riportata alla luce un’elegante e deliziosa pavimentazione risalente al Settecento, una ripida scalinata consente di raggiungere a piedi la contrada Manica, dove dalle alture del promontorio è possibile gustare un’altra stupenda vista mozzafiato della ‘Ngònia, del Castello e dell’intera riviera di Ponente.
Oggi la piazzetta della ‘Ngònia ospita verso meridione gli antichi magazzini ristrutturati che per secoli offrirono riparo alle imbarcazioni di tonnara. Di fronte al mare si ergono i fabbricati appartenuti alle famiglie proprietarie della Tonnara del Tono. Il palazzo commissionato nel 1815 da Domenico Calapaj, come si evince da alcune iscrizioni leggibili nelle decorazioni in pietra da taglio, è stato ristrutturato dalla famiglia Calabrese.
L’esperienza millenaria della pesca del tonno rosso di Sicilia si tramanda nei secoli, di padre in figlio, di pescatore in pescatore. Quello che potrebbe sembrare un rituale di pesca violento, è in realtà un museo all’area aperta di tradizioni e di usanze che attraversano lo spazio e il tempo. Le famose tonnare siciliane e la mattanza dei tonni fanno parte della storia del Mediterraneo. Le tonnare in Sicilia per la pesca del tonno rosso con la mattanza vantano infatti un'antica tradizione e sono state di fondamentale importanza nell'economia dell'isola nel passato.