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Il libro di Salvatore Bucolo, "La mediazione sociale interculturale in contesto di migrazione” Smasher di Barcellona Pozzo di Gotto, presentato ieri sera a Villa Vaccarino di Milazzo.

Il libro di Salvatore Bucolo, 
"La mediazione sociale interculturale in contesto di migrazione” Smasher di Barcellona Pozzo di Gotto, presentato ieri sera a Villa Vaccarino di Milazzo.
L' evento culturale,  voluto dalla Dott Fabiana Bambaci , consigliera comunale di Milazzo , attenta alle nuove sfide sociali  anche per il ruolo di amministratrice locale, ha voluto accendere i riflettori sulle azione di mediazione interculturale viste come un’azione efficace, proattiva e fondamentale nel processo di fruizione e accesso dagli stranieri alla rete di servizi territoriali, ai diritti, ai servizi e alla cittadinanza.






La mediazione interculturale è tesa a contrastare i pregiudizi e le altre forme di discriminazione attraverso strumenti innovativi e trasversali, come la mediazione-risoluzione dei conflitti, l’ascolto attivo, il decentramento culturale o la capacità empatica attuate in ambiti polivalenti quali la scuola, i contesti di prossimità alle istituzioni, i servizi sociali, l’ambito sanitario o il sistema della giustizia e della protezione internazionale.
 In questo senso, la mediazione interculturale si configura come strumento indispensabile nella ricostruzione dei rapporti in una società fortemente interculturale, ma ancora senza una permeabilità significativa per una valorizzazione concreta della diversità come prodotto dei confronti tra le culture.

Il prof. Salvatore Bucolo ha portato la testimonianza di un’oasi di pace a Fondachelli Fantina, in cui, in effetti, l’accoglienza è stata praticata e non solo teorizzata.
L’Autore propone politiche di accoglienza, di mediazione, di multidisciplinarietà che possono divenire modello virtuoso anche per altri Comuni. Pertanto, l’esempio di Fondachelli Fantina, in termini di accoglienza e di gestione comunitaria, può essere contaminato verso altri territori.
La mediazione interculturale assume un ruolo decisivo nel processo di integrazione dei flussi migratori.
Il volume del prof. Salvatore Bucolo rappresenta una ricerca non solo sulla forza della mediazione interculturale, ma anche sul ruolo delle politiche locali che permettono alle persone di altre nazionalità di trovare un’adeguata accoglienza nella società in cui arrivano esposti sempre di più allo scambio tra le culture -

La varietà terminologica sottolinea la disomogeneità e i territori italiani che hanno provato a definire al meglio la figura professionale in discussione; le vari dizioni convergono in evidente verso una prospettiva interculturale.
La figura dell'operatore sociale che  individua promuove e facilita l’integrazione sociale dei cittadini immigrati: 
svolge attività di mediazione e di informazione tra i cittadini immigrati e la società di accoglienza favorendo la rimozione dei muri culturali e linguistici e la valorizzazione della cultura di origine;
individua i bisogni del cittadino straniero (analisi dei bisogni), da una parte, e supporta il servizio territoriale italiano nel processo di risposta al bisogno individuato, tenendo conto dei riferimenti culturali dei due contesti implicati: di origine e di arrivo;
opera in un’ottica di problem solving (analisi del contesto e delle risorse a disposizione, ricerca informazioni, definizione dell’obiettivo, creazione di un piano di intervento per risolvere il problema con gli strumenti e gli operatori necessari)
ha un’adeguata conoscenza della lingua italiana e della lingua madre dello straniero o della lingua veicolare, scelta ai fini della mediazione e dei codici culturali sottesi del cittadino straniero e dell’ambito situazionale in cui l’attività si svolge;
conosce la legislazione in materia di immigrazione nel paese di arrivo e il registro di diritti, i doveri e sanzioni nelle aree di intervento;
ha competenze relazionali come l’asscolto attivo, la capacità empatica, la neutralità e il decentramento culturale, l’osservazione, l’assertività o l’utilizzo dei meccanismi della comunicazione (verbale e non verbale);
è predisposto alla cooperazione e al lavoro in rete con gli operatori, essendo capace di inserirsi in contesti già strutturati e instaurando relazioni positive e costruttive (rapporti di fiducia con l’utente)
è in grado di gestire lo stress e le emozioni, regolando la distanza emotiva;
ha capacità di introspezione (autocritica continua per controllare i pregiudizi e accettazione dei propri limiti)
dispone di capacità organizzativa (per gestire le scadenze, le emergenze, i vincoli economici e assegnare priorità).
In un’ottica di aggiornamento, in sintonia con le attuali esigenze a livello di politiche sociali e di migrazione, oggi il mediatore interculturale può rappresentare una risorsa che, affiancando gli operatori dei servizi pubblici e privati nello svolgimento delle loro attività, è pronto a partecipare alla programmazione, progettazione, realizzazione e valutazione degli interventi di politiche sociali per i cittadini stranieri. Il mediatore interculturale, nelle condizioni di un riconoscimento legale e all’interno del team di lavoro, diventa un agente capace di gestire il dispositivo di mediazione interculturale in sinergia con altri progetti di lavoro finalizzati all’inclusione sociale.
Gli obiettivi professionali nella mediazione interculturale 
Facilitare l’accesso ai servizi e alle opportunità territoriali da parte dei cittadini stranieri attraverso le funzioni di informazione, orientamento e accompagnamento;
Promuovere interventi informativi e culturali rivolti alla popolazione ospite per favorire l’incontro e evitare il diffondersi e fossilizzarsi di stereotipi negativi e atteggiamenti discriminatori;
Favorire il mantenimento della cultura di origine e dei legami con la stessa all’interno delle comunità straniere del territorio
Sopperire alle carenze dei pubblici servizi (a volte non sufficientemente preparati ad accogliere culture diverse) e rispondere alle richieste provenienti da una minoranza di utenti più deboli e meno attrezzati;
Fungere da risorsa per superare le incomprensioni, intervenire sui malintesi ed evitare la degenerazione in conflitti.
La serata ha offerto   diversi contributi allo sviluppo del dialogo e della mediazione interculturale: contenuti teorici e chiavi di lettura riguardo la comunicazione e le dinamiche influenzate dalle differenze culturali, spunti di riflessione e indicazioni di possibili percorsi formativi; approfondimenti e strumenti operativi sulla piattaforma collegata che consente un aggiornamento continuo su tematiche in costante e rapida evoluzione.








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