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IL GIRO DI SICILIA - TARGA FLORIO - Come nacque il “Giro di Sicilia” e come continuò nella sua storia…

Giro di Sicilia
Quando nel 1907 Carlo Galetti vinceva la prima edizione del Giro di Sicilia, il Giro d’Italia non c’era ancora, perché sarebbe nato due anni più tardi.
In quell’occasione Galetti riuscì a battere Luigi Ganna, che nel 1909 avrebbe vinto la prima storica edizione della Corsa Rosa, mentre il milanese Galetti si sarebbe aggiudicato le due edizioni seguenti. Questo basta per capire che quando si parla di Giro di Sicilia, la prima corsa a tappe italiana di una settimana, si parla di storia del ciclismo.
Una corsa di tale storicità dovrebbe essere automaticamente nella leggenda di questo sport, ma per arrivare fino a qua si sono dovute lasciare troppe pagine bianche di un libro che, dal 2019 è stato ripreso e portato avanti.
Il Giro della Sicilia , come abbiamo detto, è stata la prima corsa a tappe italiana maschile di ciclismo su strada, che si svolse in Sicilia, dal 1907 al 1977. Nel 1958, 1973 e 1974 furono organizzate delle edizioni in linea.
Nel 1984 venne rimpiazzato dalla Settimana Ciclistica Internazionale, (Trofeo Pantaloga) corsa anch'essa in Sicilia fino al 1994.
Un cammino tortuoso è quello che ha accompagnato il Giro di Sicilia, fatto di guerre, cancellazioni, problemi economici e pure di una pandemia mondiale.
Il Giro di Sicilia, ufficialmente è una corsa a tappe maschile di ciclismo su strada italiana che si svolge in Sicilia dal 1907
Creata da Vincenzo Florio jr, (ideatore di un altro evento sportivo siciliano, la Targa Florio), fu la prima prova italiana a tappe, anticipando di due anni la nascita del Giro d'Italia.
Le varie edizioni non sono state organizzate in modo continuo, ma fra di esse vi sono stati intervalli temporali considerevoli. Cinque edizioni furono svolte durante il regime fascista. 
Dal 1948 fu svolta con regolarità quasi annuale. Il maggior numero di edizioni consecutive si svolse dal 1953 al 1960. In tre occasioni (1958, 1973 e 1974) furono organizzate delle edizioni in linea. Dopo l'edizione del 1977, vinta da un giovanissimo Giuseppe Saronni, la corsa non fu più organizzata
Fu nell’anno 1911 che, nei locali dell’incantevole palazzo in stile liberty della famiglia, Vincenzo Florio maturò la decisione di rilanciare la sua “creatura”. Dopo l’exploit della prima edizione datata 1906, culminato con il successo dell’anno seguente, la Targa Florio attraversava un periodo di crisi profonda dovuto a molteplici fattori: dal terremoto di Messina del 1908, al calo dei nomi e marchi prestigiosi di partecipanti e Case produttrici, dal ridimensionamento del montepremi alla crescita d’interesse nei confronti di un’aviazione nascitura, e non ultimo lo stato deprecabile in cui versava il sistema viario dell’isola, composto prevalentemente da carrozzabili adibite al trasporto animale. E fu questa la scintilla che fece scoccare nella mente e nel cuore del “Cavaliere”, l’idea di portare la “Targa” lungo l’isola, percorrendone il periplo per intero. Una sfida da lanciare alle giovani “factories”, stimolare a produrre nuovi modelli che avrebbero affrontato il collaudo su tracciati altamente impegnativi.
Da qui, ulteriori pressioni nei confronti dei tecnici di Roma e degli amministratori locali che avrebbero riconosciuto la necessità di aggiornare i tracciati, rendendoli idonei alla percorrenza delle automobili.
E’ così che nacque il Giro di Sicilia Targa Florio, una corsa articolata su un’unica infernale tappa da affrontare nell’arco delle 24 ore, con lo start stabilito a Palermo, proseguendo attraverso le località di Termini Imprese, Cefalù, Pattì, Messina, Giardini, Acireale, Catania, Lentini, Siracusa, Avola, Noto, Spaccaforno, Comiso, Vittoria, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Mazara, Marsala, Trapani e arrivo al capoluogo isolano. Non vi erano precedenti a riguardo. Mai una gara si era disputata su un percorso così lungo e impegnativo.
Una vera e propria sfida raccolta a piene mani dalle Case produttrici dell’epoca italiane ed estere che, il 25 maggio del 1912, si presentarono ai nastri di partenza della prima edizione del “Giro”.
L’edizione seguente fu affrontata su due tappe: Palermo – Agrigento, con sosta nella città dei Templi, e ripartenza in direzione del capoluogo.
Lo scoppio della “Grande Guerra” costrinse “Don Vincenzo” ad interrompere, suo malgrado, l’evento, per riprenderlo nel maggio del 1928. Rilanciato, sulla falsariga della Mille Miglia, il “Giro” incluse, eccezionalmente, anche il Circuito delle Madonie. Il giro si interruppe nuovamente a causa del “II Grande Conflitto” per ripartire successivamente nell’aprile del 1948. L’ultima edizione di quest’importante manifestazione si svolse nel 1957.
Successivamente venne rievocata a partire dal 1989 e da allora ha visto conquistare il primo posto del podio per ben 17 volte l’equipaggio formato da connazionali.
l ciclismo epico in Sicilia
Il Giro di Sicilia fu la prima competizione ciclistica sul suolo italico, altro che Giro d’Italia Mentre il Giro d’Italia, il Tour de France è la di ciclistica a tappe sono le piu famose e importante al mondo
La Sicilia detiene il primato della prima gara ciclistica in assoluto sul suolo italico fu fatta in Sicilia nel 1907.

Solo nel 1909 fu istituito il Giro D’Italia andando a cavalcare l’onda di successo della competizione sicula.Ne parliamo con un po di nostalgia e per futura memoria , probabilmente perchè nessuno rammenterà questa ennesima avventura voluta sempre dai Florio. Vincenzo Florio fa la bella pensata di organizzare una corsa a tappe, la primissima in Italia, il Giro di Sicilia’.
Si trattava di una gara di otto tappe per complessivi 1300 chilometri e per l’occasione fece le cose in grande’ mettendo a disposizione dei ciclisti italiani e stranieri una nave che li avrebbe condotti a Palermo, partendo dal porto di Genova. Erano gli anni in cui i Florio ( di origine calabrese scappati a Palermo da Melicuccà dopo il sisma del 1783) fanno di Palermo la capitale assoluta del liberty e danno lustro ad una economia isolana chiusa nei propri schemi.
Questa bella pagina di storia del ciclismo isolano viene alla luce grazie ad una nota intervista che Gianni Brera, giovane e già noto giornalista sportivo. Il famoso Brera raccolse le memorie di Eberardo Pavesi, un grande del ciclismo italiano dei primi del ‘900.
Negli anni Cinquanta Pavesi affidò la sua biografia al celebre giornalista Gianni Brera (nel libro L'avocatt in bicicletta - 1954, ripubblicato con il titolo Addio, bicicletta nel 1964). Dalla narrazione emerge con vivezza il mondo del ciclismo degli inizi del Novecento, a cominciare dalle prime gare professionistiche che si svolgevano a Milano sulla strada che correva intorno alla piazza d'armi (l'area dell'attuale Parco Sempione): il gestore di un chiosco di gelati organizzava le gare per richiamare clienti. Il primo classificato riceveva un premio di cinque lire, il secondo di tre, il terzo di una.
Un racconto in bicicletta nel quale Pavesi, di origini lombarde e tra i pionieri del ciclismo in Italia, raccontando a Brera le sue appassionanti e tumultuose avventure sportive gli narrava di una che gli aveva particolarmente lasciato il segno e che aveva vissuto in Sicilia, nel 1907. Pavesi giunto dal Nord in questa bella città del Sud disinibita e molto evoluta, assieme ai suoi amici di squadra Luigi Ganna e Carlo Galetti aveva studiato la strategia migliore per arrivare vincitore a quel Giro di Sicilia voluto dal magnate palermitano. Per Pavesi: ”Quel Giro di Sicilia fu poi ‘un’avventura di picari” incarnava perfettamente la difficoltà impiegata. Già la prima tappa da Palermo a Palermo fu già la fine per molti.
Il via fu comunque gridato dal Florio era ancora buio e vi erano palermitani persino con torce sulla strada. Le tappe si fanno sempre più difficili il Giro di Sicilia attraversa l’Isola più ancestrale, una Sicilia che era stupita di vedere una bici da corsa, li scambiavano per soldati in manovra, e la bicicletta era un’arma nuova. E ricordando che sarà proprio un mulo a procurare guai seri ad uno dei ciclisti in corsa, a Jacobini, per le strada che conduce a Taormina, Pavesi non può dimenticare quello che a lui capitò sempre a causa di ‘un mulo impazzito’, nel tentativo di schivarlo, dovette saltare dalla bici e ruzzolare per salvasi. Un’unghia dell’animale ruppe netto il telaio: così gli altri andarono in fuga e Pavesi isolato costretto a piedi , ferito, per giunta appiedato da un guasto rimase solo.
Fu aiutato da un contadino incontrato sulla strada, col quale si intese a fatica perché entrambi masticavano poco l'italiano, che lo rifocillò, gli riparò la bicicletta e lo guidò, precedendolo a cavallo, per stradine e scorciatoie fino al traguardo, consentendogli di arrivare entro il tempo massimo per non essere squalificato-
A Palermo, Pavesi, ci arriverà, per tagliare il traguardo, con un braccio appeso al collo e apprenderà però che per i primi dodici arrivati era stato un tripudio di folla e di feste rese. Insomma era andato male quel Giro di Sicilia ad uno dei campioni del ciclismo italiano una storia epica sportiva di oltre cento anni fa.
Ma chi era Eberardo Pavesi?
(nato a Colturano, 2 novembre 1883 – Milano, 11 novembre 1974) è stato un ciclista su strada e dirigente sportivo italiano.
Professionista dal 1904 al 1919, vinse quattro tappe al Giro d'Italia e la classifica finale del Giro d'Italia 1912, corso a squadre; fu poi per diversi decenni direttore sportivo alla Legnano.
Pavesi corse nell'epoca pionieristica di questo sport, a cavallo del1900. Il suo successo più importante è stata la vittoria nel Giro d'Italia del 1912, nella squadra dell'Atala (fu l'unico Giro che si corse con classifica a squadre), e il primo Giro dell'Emilia. Successivamente è stato un apprezzato direttore sportivo; tra i corridori da lui diretti vi fu Gino Bartali.
È su questo circuito che il giovane Pavesi conobbe molti di quelli che divennero poi i più grandi corridori di quel tempo e animarono le prime edizioni del Giro d'Italia (iniziato nel 1909) e di classiche come il Giro di Lombardia (1905) e la Milano-Sanremo (1907). In particolare strinse amicizia con Luigi Ganna e Carlo Galetti: insieme vennero chiamati "i tre moschettieri". La squadra dell'Atala al Giro del 1912 era composta appunto da Pavesi, Ganna, Galetti e Giovanni Micheletto. Pavesi era meno forte degli altri due, ma più intelligente e furbo, il che gli valse il soprannome di avocatt (avvocato, in milanese) in bicicletta.
Pavesi fu anche il primo corridore italiano a portare a termine il Tour de France: nell'autobiografia egli racconta le difficoltà di quella corsa massacrante per un corridore isolato (cioè senza il supporto di una squadra), che doveva ripararsi da solo la bicicletta, portare con sé il cibo per la giornata (alla partenza di ogni tappa l'organizzazione della corsa distribuiva grandi ciambelle di pane che si infilavano sul braccio) e persino evitare le insidie dei tifosi francesi, che tentavano di far sbagliare strada ai corridori stranieri.
Nel 2006, la RAI ha prodotto una fiction in due puntate sulla vita di Gino Bartali, intitolata Gino Bartali - L'intramontabile, dove Eberardo Pavesi è stato interpretato dall'attore Francesco Salvi.


Oggi, sono cambiati i tempi " il Giro ciclistico di Sicilia non viene più chiamato Targa Florio " ma continua a rappresentare la rievocazione della famosa gara istituita nel 1912 da “Don Vincenzo”.
Ma la Sicilia, con i suoi colori, le montagne ed il mare, la cultura, l’arte e un’ospitalità unica, costituisce uno scenario incantato per una manifestazione di tal genere.
Nel 2019 - dopo 42 anni si riparte con il Giro di Sicilia, con 4 tappe da brivido è l'anno della rinascita.

Viene riproposta , come prima tappa la classica Catania-Milazzo, di 165 Km svoltasi dal 3 / 6 aprile.
Come nel 2008,  con l'arrivo della terza tappa (Catania-Milazzo) del 91º Giro d'Italia, con vincitore Daniele Bennati. Le due manifestazioni nella nostra Città del Capo, sede di arrivo, ci riempiono ancora d’orgoglio. Eventi , che oltre a proiettarci su un palcoscenico di primo livello con più di 100 Paesi in diretta collegati che quel giorno hanno potuto amminare le riprese aere del Promontorio di Milazzo e la Cittadella fortifica all’esterno e l’immagine di una Sicilia che finalmente si riproponeva all’attenzione generale in ogni settore, compreso quello dello sport agonistico.
Riccardo Stacchiotti della Giotti Victoria, con il tempo di 3h48'02", vinse in volata la prima tappa, la Catania a Milazzo lunga 164,3 del Giro di Sicilia-Open Fiber di ciclismo.
Alle spalle della prima maglia giallorossa della corsa organizzata da Rcs Sport si piazzarono altri due italiani: Manuel Belletti (Androni Giocattoli-Sidermec), secondo, e Luca Pacioni (Neri-Selle Italia), terzo. Domani seconda delle quattro tappe previste, la Capo D’Orlando-Palermo, di 236 km.
Ma il tormentato Giro di Sicilia non molla, ma  nel 2020 è  l' anno della pandemia
Nel 2021 si è svolto eccome, dal 28 settembre al 1° ottobre.
E’ l’anno di Vincenzo Nibali che ha corso le quattro tappe del Giro di Sicilia 2021 in 18h09'50", aggiudicandosi la corsa con 46" di vantaggio sullo spagnolo Valverde, 49" su Covi, 55" sul colombiano Restrepo e 58" sul francese Bardet

AnnoVincitoreSecondoTerzo
1907Italia Carlo GalettiItalia Luigi GannaItalia Umberto Zoffoli
1908Italia Carlo GalettiItalia Pierino AlbiniItalia Ernesto Azzini
1909-25Non organizzata
1926Italia Domenico CaratozzoloItalia Francisco GambinoItalia Gianbattista Gilli
1927-28Non organizzata
1929Italia Nicola MamminaItalia Leonida FrascarelliItalia Albino Binda
1930-31Non organizzata
1932Italia Nicola MamminaItalia Attilio PavesiItalia Antonio Nicolosi
1933-35Non organizzata
1936Italia Francesco PattiItalia Ernesto ZuppaItalia Alfredo Mazzocchetti
1937-38Non organizzata
1939Italia Remo CerasaItalia Francesco PattiItalia Giovanni Corrieri
1940-47Non organizzata
1948Italia Francesco PattiItalia Marcello SpadoliniItalia Italiano Lazzerini
1949Italia Dino RossiItalia Sergio PagliaziItalia Angelo Fumagali
1950Italia Donato ZampiniItalia Giacomo ZampieriItalia Arrigo Padovan
1951Italia Primo VolpiItalia Francesco PattiItalia Ugo Fondelli
1952Non organizzata
1953Italia Elio BrasolaItalia Pietro GiudiciItalia Luigi Mastroianni
1954Italia Ugo MassoccoItalia Livio IsottiItalia Giovanni Roma
1955Italia Gilberto Dall'AgataItalia Franco FranchiItalia Renzo Accordi
1956Francia Pietro Polo PerucchinItalia Luciano CiancolaItalia Walter Serena
1957Italia Alberto EmiliozziItalia Alfredo SabbadinItalia Giuseppe Cainero
1958Italia Carlo AzziniItalia Gianbattista MilesiItalia Antonino Catalano
1958[6]Italia Diego RonchiniItalia Noè ContiItalia Mario Mori
1959Italia Loris GuernieriItalia Federico GaleazItalia Noè Conti
1960Italia Giorgio TinazziItalia Aurelio CestariItalia Idrio Bui
1961-72Non organizzata
1973[6]Italia Enrico MaggioniItalia Michele DancelliItalia Enrico Paolini
1974[6]Belgio Roger De VlaeminckBelgio Patrick SercuItalia Marino Basso
1975-76Non organizzata
1977Italia Giuseppe SaronniItalia Pierino GavazziItalia Carmelo Barone

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