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Si conclude la rassegna di Milazzo “Se si insegnasse la bellezza”, 10 appuntamenti di educazione alla legalità




Milazzo 
Con l'opera dei pupi di Angelo Sicilia nel ricordo di Padre Pino Puglisi. un prete contro la mafia si è conclusa , venerdì 5 maggio 2017 al teatro Trifiletti ultimo appuntamento della rassegna sulla legalità 'se si insegnasse la bellezza' .Quella di Pino Puglisi, da qualche mese beatificato dalla chiesa, è la storia di un prete di frontiera che è stato ucciso dalla mafia perché faceva semplicemente il suo mestiere. In Sicilia infatti non si ammazzano solo giudici e forze dellordine, ma anche i ministri di Dio che hanno il coraggio di alzare la testa, di lottare per donare condizioni migliori a bambini destinati a divenire manovalanza per le associazioni criminali. Angelo Sicilia è riuscito a narrare la semplicità e la forza di 3P, la sua coraggiosa ribellione, incastonandola abilmente nella difficoltà culturale di un quartiere come Brancaccio che appare in tutta la sua inesorabile decadenza. Se da un lato viene palesata, in tutta la sua forza distruttiva, la cultura omertosa e la violenza, dall'altro la gioia dei bambini riesce a lenire questo crudo realismo. La narrazione fuori campo è affidata al cantastorie che riesce a tessere il filo rosso che unisce la drammaticità e la bellezza di questa storia. Tanti giovani e non solo spettatori e studenti degli Istituti scolastici cittadini avranno la percezione dinanzi ad un tragico evento e saranno chiamati a scegliere subito da che parte stare. La rassegna di Milazzo “Se si insegnasse la bellezza”, ha rappresentato nei dieci appuntamenti una tappa fondamentale nel percorso di educazione alla legalità contro le mafie.Un particolare spazio è dedicato anche al film - la sfida di Don Pino Puglisi “alla luce del sole”Con la visione del film “Alla luce del sole” del regista Faenza, proiettato al teatro Trifiletti il 3 marzo il protagonista è Don Pino Puglisi, parroco di Brancaccio, quartiere degradato di Palermo, che viene ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, l’anno successivo al terribile 1992 in perdono la vita i giudici Falcone e Borsellino.
Padre Puglisi con incredibile coraggio si è battuto contro la mafia del quartiere, che impediva ai ragazzi di andare a scuola e quindi di avere un futuro, obbligandoli a svolgere attività illegali e facendoli diventare piccoli criminali.
Padre Puglisi non pensava certo a sé stesso quando pubblicamente sfidava i boss, ma alle persone che erano convinte che solo la mafia poteva garantire loro dignità e rispetto.
Così per quei ragazzi facilmente condizionabili, proprio perché senza istruzione e senza futuro, seguire le regole imposte dal sistema mafioso e obbedire a degli ordini terribili era un obbligo, una necessità.

Ma Padre Puglisi aveva capito che proprio i bambini potevano cambiare le cose e così ha fatto di tutto per sottrarli alla strada e al destino di diventare anche loro mafiosi.
All’inizio guadagnare la fiducia dei parrocchiani è stato molto difficile, perché la gente continuava a essere indifferente alle sue parole e diffidente nei confronti dei suoi insegnamenti, ma pian piano quel piccolo grande uomo è riuscito a costruire una strada piena di speranza così da guadagnarsi la loro fiducia e il loro amore.
Era un uomo semplice Don Pino, che comprendeva bene quanto fosse necessario prima di tutto “conoscere, poi capire e infine agire”.

Per lui era “importante parlare di mafia, soprattutto parlare nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, e contro qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi”, ma era fermamente convinto che “non bisogna fermarsi ai cortei, alle denunce, alle proteste” perché “tutte queste iniziative hanno valore ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole e le parole devono essere confermate dai fatti”.
Come scrivono i giovani attraverso il notiziario "Lettore " edito all'ITTS E.MAJORANA MILAZZO

"Noi giovani dobbiamo conoscere cosa sia la mafia e capire quanto sia importante combattere la mentalità mafiosa, evitando di abbassare la testa e subire passivamente le minacce, al contrario reagendo sempre alle ingiustizie.
Padre Puglisi amava ripetere spesso ai suoi studenti: “non dovete avete paura di rompere le scatole”, invitandoli a non essere intimoriti dal potere esercitato dalla mafia, ma pronti a reagire contro di essa.
Don Pino Puglisi prima di essere ucciso pronunciò una frase molto semplice ma piena di significato ‘’Me l’aspettavo”, che lasciò il mafioso Salvatore Grigoli, l’esecutore materiale dell’omicidio, sconvolto e perplesso, proprio a causa della tranquillità e leggerezza con cui la vittima pronunciò quelle parole.
Ripercorrere attraverso le scene del film la storia del martire ed eroe Don Pino Puglisi ci fa riflettere non solo sul fenomeno della mafia ma anche sul fatto che tutto non è perduto: “se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”.
(Santina De Luca, Carmen Saraò, Martina Russo, Giulia Gitto classe 3^ D)

Foto del Prof Mento



 













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