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Patto del fiume Simeto e Comitato Tecnico “Aree Interne”. L’intesa c’è.— 10 settembre 2014



Biancavilla. Una sala gremita di gente ha accolto ed ospitato quest’oggi, presso la Villa delle Favare di Biancavilla, una delegazione interministeriale e regionale in visita nelle aree candidate ad accogliere i progetti pilota delle Aree Interne che serviranno da studio e modello per la programmazione e la gestione di aree simili nel resto del paese.




Presenti all’incontro il dott. Fabrizio Barca, Dirigente generale al Ministero dell’Economia e delle Finanze (ex Ministro per la Coesione Territoriale), la dott.ssa Sabrina Lucatelli, Coordinatrice del Comitato tecnico Aree interne (DPS, Ministero dello Sviluppo Economico), rappresentanti dei ministeri della Sanità, dei Trasporti e dell’Istruzione, il Magnifico Rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro, i sindaci di Biancavilla, Paternò e Regalbuto e l’assessore all’ambiente e alla pubblica istruzione di Adrano, rappresentanti delle realtà produttive del territorio e delle associazioni degli otto comuni interessati dal Patto di Fiume. L’incontro è stato moderato dal dott. Antonio Russo di Formez PA.
Dopo i saluti di rito sono stati illustrati i temi cardine del Patto di Fiume: Sviluppo locale; Mobilità; Scuola; Salute. A relazionare sono stati i rappresentanti dei tre comuni selezionati come possibile area pilota per il progetto Aree Interne (Adrano, Biancavilla e Centuripe) e alcune delegazioni dei comitati, delle associazioni e degli imprenditori che operano nel territorio della Valle del Simeto ed hanno collaborato attivamente alla redazione del Patto di Fiume.
C’è stato spazio anche per esprimere le paure e le perplessità nei confronti dell’area pilota presa in considerazione che, per i residenti degli altri comuni, Paternò in primis, fa temere una esclusione nell’attuazione delle politiche in tal senso.
Di particolare rilievo sono stati gli interventi della dott.ssa Lucatelli (ad inizio lavori) e dell’ex ministro dott. Fabrizio Barca che è stato autore dell’intervento conclusivo del proficuo incontro.
“Questa è la seconda area d’Italia individuata come area sperimentale – ha affermato la Dott.ssa Locatelli – vorremmo sviluppare un modello di governance multilivello. E’ un modo in cui Roma si avvicina ai territori e abbiamo lavorato circa un anno in sinergia con la regione. Dal punto di vista dei numeri quella in questione è un’area atipica, legata geograficamente alla città di Catania ma con segnali preoccupanti dal punto di vista demografico (dopo decenni di crescita il trend sembra invertirsi, ndr) e punti di luce molto interessanti, su tutti quello della straordinaria partecipazione. Dobbiamo capire se si può fare questo tentativo in questo territorio con la responsabilità di partire già domani e per far questo dobbiamo individuare, come prima cosa, un’area geografica circoscritta in tre comuni che su due livelli coinvolgono gli altri cinque coinvolti nel Patto di fiume. La seconda cosa sarà la capacità di progettazione scrivendo una strategia d’area. L’ultimo livello è dell’associazionismo di comuni: vogliamo che i comuni progettino e lavorino assieme per i prossimi 30-50 anni.”
“Questo territorio viene valutato per la sua grande capacità di progettazione in un territorio in cui lo stato è fragile – ha esordito il Dott. Barca -. E’ evidente che a quest’area si chiedono cose diverse rispetto alle altre visto che solo il 10% della popolazione è in grave condizione di isolamento, la percentuale di giovani è alta, la popolazione è in aumento se analizziamo gli ultimi decenni, la banda larga raggiunge i 2/3 degli abitanti e la densità demografica è nella media nazionale. Da questo punto di vista qui si sta molto meglio rispetto ad altre aree interne che abbiamo visitato. Però si nota anche una de-specializzazione nel ramo agricolo e manufatturiero, l’imprenditorialità è molto scarsa rispetto alle potenzialità, la mobilità non è soddisfacente, la sanità ha tempi pessimi rispetto a quanto potrebbe offrire, il sistema scolastico è drammatico per l’alta dispersione scolastica. Ma qui abbiamo la novità che la cittadinanza attiva si è articolata in tante organizzazioni diverse che hanno trovato un filo azzurro facendo rete tra loro e hanno aperto un confronto acceso, informato con la mappatura di comunità e di incontro con l’università aprendo ai soggetti rilevanti. Tutto ciò non è comune e da ciò nasce l’incontro con Roma sviluppando un interesse reciproco. Per stare insieme dobbiamo stabilire dei patti chiari da rispettare perchè se il criterio di scelta sarà questo voi assumete un impegno rispetto al Paese visto che qui si possono sperimentare cose che altrove non sono possibili. Per voi deve essere un onore lavorare per il resto del Paese. Dobbiamo instaurare un rapporto di fiducia: noi ci fidiamo delle vostre modalità che sono rischiose e allo stesso tempo voi dovete fidarvi del nostro giudizio frutto, dell’esperienza, che ci porta a non superare un bacino di 60 mila abitanti, che sono già tanti per un finanziamento che sarà di 3,8 milioni di euro, se non ci sarà l’apporto economico della regione. Non vogliamo dire di scardinare il Patto di Fiume – conclude Barca – ma se vogliamo andare avanti su questa strada dobbiamo necessariamente trovare un punto di incontro.


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